L’ultimo commosso addio a Federica

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C’era tutta Barga oggi, a dar l’ultimo saluto a Federica Del Carlo. Solo gli ammalati e i turnisti hanno mancato questo triste appuntamento all’oratorio del Sacro Cuore, nel cui parco decine e decine di persone attonite, mute, affrante, hanno seguito le esequie di Federica.

Riuniti lì per un ultimo istante in sua compagnia e per un abbraccio ideale a tutta la famiglia, le infinite amiche e i numerosissimi amici, i clienti del suo studio di commercialista, i colleghi, i parenti vicini e lontani, le associazioni del territorio, l’amministrazione comunale e i colleghi del padre, luogotenente della stazione di Barga, tra cui i marescialli delle stazioni vicine, il comandante della stazione di Castelnuovo, il comandante provinciale.

Via Roma, nel tratto che passa davanti alla chiesa del Sacro Cuore, per tutto il tempo delle esequie è rimasta chiusa al traffico e non una mosca è volata durante la funzione. A malapena ci si è scambiati con gli occhi gonfi di pianto brevi cenni di saluto e solidarietà, incapaci, tutti quanti, di aprir bocca in un momento tanto solenne quanto doloroso.

Assieme ai numerosi manifesti di cordoglio che sono stati affissi in seguito alla sua scomparsa, il tenore del funerale dà la misura dell’affetto di cui godeva Federica nella sua cittadina e nei dintorni, amata e stimata davvero da tutti.

“Un fulmine a ciel sereno” la sua morte: è così che abbiamo pensato tutti noi, ed è così che l’ha descritta don Stefano Serafini durante l’omelia, ricordando che Federica ha vissuto come si dovrebbe. Con energia, passione, amore; senza sprecare un istante, senza rimandare a domani.

(Oh Fede, se almeno avessimo potuto rimandare la tua morte!)

Ma, per quanto tutti condividano una sensazione di irrealtà, il suo trapasso è reale, avvenuto in pochi minuti nella notte di giovedì 25 settembre, mentre – giovane donna di 34 anni e mille progetti in agenda – era in giro con le amiche. Inaspettatamente un malessere e quello che in medicina si definisce morte cardiaca improvvisa o morte elettrica.

Così ci è stata strappata un’amica, una professionista, una donna attiva nei confronti della comunità e della famiglia, una persona normale e allo stesso tempo speciale che rimarrà insostituibile.

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