Dissesto idrogeologico: investire nella prevenzione e non lasciare soli i sindaci

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Il partito democratico di Barga ha organizzato questa mattina, presso il Teatro dei Differenti a Barga, un interessante dibattito sul tema della prevenzione, della sicurezza e del ripristino dei territori colpiti da fenomeni di dissesto idro-geologico. Molti sono i cittadini intervenuti e, con un teatro riempito in ogni ordine di posto, ci si è chiesti come intervenire per ripristinare le zone colpite e, sopratutto, come comportarci per prevenire ulteriori, future situazioni di difficoltà.
Molti gli esponenti della politica locale, regionale e nazionale che si sono susseguiti sul palco. Erano presenti il Sindaco di Barga Marco Bonini, i Presidenti dell’Unione dei Comuni di Mediavalle del Serchio e Garfagnana, Nicola Boggi e Mario Puppa, Marco Remaschi Presidente della IV Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Toscana, il Senatore Andrea Marcucci, l’Onorevole Ermete Realacci Presidente della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici ed Anna Rita Bramerini Assessore Ambiente Regione Toscana.
Il dibattito è stato aperto dal Sindaco Marco Bonini il quale ha evidenziato come, solo per i lavori di somma urgenza, e quindi interventi diretti alla mera risoluzione di situazioni di criticità (quali ad esempio la rimozione della terra nel caso di una frana) sono stati spesi circa 3 milioni e 400mila euro, peraltro ancora non rimborsati né dalla Regione né dallo Stato Centrale e che, inevitabilmente, pesano molto sul bilancio comunale. Ulteriori fondi saranno poi necessari per opere di messa in sicurezza e ripristino oltre che per rimborsare i danni subiti dai privati.
Sin dall’intervento del Sindaco Bonini, ma anche da quelli di Boggi, la cui intervista audio potete trovare in calce all’articolo, di Puppa e del Sen. Marcucci, emerge con forza quale sia il progetto intorno a cui ruota questo convegno: intraprendere una nuova strada sviluppando politiche di sicurezza e sviluppo diverse rispetto al passato e che possano servire anche da esempio per altre zone d’Italia. Gli interventi di emergenza, seppure necessari ed imprescindibili per fronteggiare situazioni di estrema gravità non possono più essere la regola. E’ necessario investire sul territorio, favorendo ed incentivando la ripopolazione delle zone di collina e di montagna in una sorta di “ritorno al passato” quando chi viveva in certe zone conosceva profondamente il territorio e se ne prendeva cura. Gli eventi alluvionali che hanno interessato la provincia di Lucca, e sopratutto quelli avvenuti in Garfagnana e nella Mediavalle del Serchio, non sono dovuti alla “cementificazione” ma all’abbandono ed all’incuria delle terre. Serve quindi un cambio di passo con piani non più limitati alla gestione dell’emergenza ma rivolti verso un rilancio complessivo, anche economico, e con uno sguardo rivolto al lungo termine investendo su zone che per decenni sono state trascurate.
La Valle del Serchio, quindi, si pone l’ambizioso progetto di sperimentare una nuova fase di sviluppo, che riparta proprio dal territorio con l’obiettivo di divenire un esempio per la nazione tutta.
Il Presidente della Provincia di Lucca Baccelli ha evidenziato il grande lavoro svolto dagli Enti Locali, uno su tutti l’intervento costato ben 18 milioni di euro per il rifacimento degli argini del Serchio. E’ stata poi fatta una stima dei danni subiti dal territorio per gli eventi susseguitisi da ottobre ad oggi con danni per oltre 120 milioni. Baccelli ha anche manifestato perplessità in merito alla eventuale riorganizzazione delle province e dell’autorità di bacino: prevedere distretti geografici più estesi vanno inevitabilmente a peggiorare l’opera di raccordo tra enti locali ed istituzioni superiori. Ha anche auspicato che il nuovo Governo a guida Renzi possa intervenire in Europa per richiedere importanti risorse da investire sui territori.
Ermete Realacci, con alcuni semplici dati, ci permette di comprendere come le importanti problematiche a livello locale rientrino poi nella logica nazionale: a fronte di 500 milioni di euro richiesti per fronteggiare le emergenze ed approntare piani di protezione civile di più ampio respiro, il passato Governo ha stanziato 30 milioni per il 2014 che diverranno 40 nel 2015.
Conclude i lavori l’Assessore Regionale Bramerini, ricordando che oltre il 20% della regione è a rischio idraulico o idrogeologico e che se da un lato gli eventi calamitosi sono in costante aumento dall’altro la situazione della finanza pubblica vede bilanci costantemente tagliati e vincolati ai patti di stabilità con difficoltà a reperire, ma anche a spendere, risorse importanti. Altro elemento ostativo è la burocrazia necessaria per compiere opere di una certa rilevanza con un esempio su tutti: può capitare che tra la presentazione di un progetto, la sua approvazione e la successiva realizzazione possano passare anche 10 anni con conseguenze ben immaginabili sia dal punto di vista finanziario che di effettiva risoluzione di una particolare criticità.
Ci auguriamo che questo convegno possa essere veramente la base di partenza per una ripresa, un nuovo slancio del nostro territorio e che nel tempo la Valle del Serchio sia ricordata come esempio virtuoso al quale ispirarsi. Le idee sono state presentate, la speranza è che lo Stato possa adoperarsi per mettere in condizione i vari enti di reperire le risorse necessarie ed allentare i vincoli del patto di stabilità in modo da poter iniziare a mettere in atto fatti concreti.

David Sesto

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