KME: per i sindacati serve un maggior coinvolgimento delle istituzioni

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Se in questi giorni a tenere banco è la vicenda ospedale unico e riorganizzazione, non bisogna dimenticare che sulla nostra testa pende anche la spada di Damocle degli esuberi annunciati presso lo stabilimento KME di Fornaci di Barga. A ricordarcelo il comunicato della FIM CISL di Lucca che afferma:

“Siamo ancora preoccupati per il futuro di KME. Continuare un percorso costruttivo per la ricerca di una soluzione agli esuberi proposti dall’Azienda è obbligatorio, così come diventa urgente che tutte le Istituzioni se ne facciano carico, dagli Enti Locali, al Governo Regionale fino al Ministero del Lavoro.

E’ innegabile “l’apertura” dell’Azienda sul forno fusorio di Fornaci di Barga, ma a noi della Fim Cisl di Lucca interessa maggiormente che continui L'”apertura dei cancelli” per tutti quei lavoratori dichiarati in esubero e che potrebbero vedersi chiuso il loro posto di lavoro.

[dw-post-more level=”1″] E’ necessario che tutti abbiano chiara la portata sociale e industriale dell’eventuale messa in mobilità di un numero, che anche se ridotto sarebbe sempre troppo elevato: sarebbe una bomba sociale inedita per il nostro territorio Provinciale, uno dei territori tra i più martoriati da questi anni di crisi, a cui si sommano mancanza di prospettive ben note alle istituzioni Locali e Regionali.

Ci auguriamo che, insieme alle istituzioni ai vari livelli si possa costruire un percorso per la ricerca di una soluzione positiva di ripensamento e quindi ritiro degli esuberi annunciati (tutti), puntando su un assetto stabile che garantisca una piena occupazione in Italia e quindi a Fornaci di Barga.

Come FIM CISL di Lucca sosteniamo e sosterremo che per essere un’Azienda competitiva a livello mondiale, KME deve avere come priorità il mantenimento di 2 forni fusori strategicamente collocati al nord e al sud nell’area Europea e uno di questi non può che essere quello di Fornaci di Barga, tutti e due con la stessa capacità di saturazione: questo sì che sarebbe un punto credibile del piano industriale da cui scaturirebbe un riassetto stabile per l’occupazione.

A volte “osare” è sinonimo di buona imprenditoria”.

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