Terremoto, i sindaci ieri a Firenze per discutere le priorità del sistema di Protezione Civile

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Bisogna migliorare la problematica della comunicazione, a cominciare da quella tra le istituzioni ai vari livelli, per finire con la comunicazione da fornire al territorio, alla popolazione.

Questo l’elemento di spicco dell’incontro svoltosi ieri in regione, con gli amministratori della Valle del Serchio, per fare il punto della situazione dopo quanto accaduto nei giorni scorsi nel territorio con il preallerta sismico che tanto caos ha creato.

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti della Protezione Civile nazionale a cui i sindaci hanno chiesto maggiore supporto nell’interpretazione, in caso di particolari eventi, dei report scientifici che vengono emessi. “Non abbiamo le competenze scientifiche per interpretare adeguatamente quello che ci viene detto e  questo lo si è visto la sera del 31 gennaio” hanno ripetuto i sindaci.

Insomma, proprio l’interpretazione di quel fatidico fax, che riportava le indicazioni dell’INGV, è stato all’esame dell’incontro di ieri ed è stato chiesto che in futuro i dispacci scientifici siano accompagnati da comunicati più chiari sul come comportarsi e sul come interpretare certe comunicazioni.  E’ infatti chiaro a tutti che se quel fax fosse stato supportato da interpretazioni più accurate da parte del Dipartimento Civile e che comunque se lo stesso fosse stato analizzato anche dalla Regione Toscana prima di diramarlo al territorio, sarebbe stato meglio per tutti.

A tal proposito ecco che cosa ci dice l’assessore alla Protezione Civile del comune di Barga, Pietro Onesti, presente all’incontro: “In situazioni come queste dovrebbe soprattutto prevalere il buon senso, soprattutto quando si vanno a comunicare decisioni importanti alla popolazione. Non sempre è stato così l’altra sera ed in qualche caso sono state usate frasi che hanno messo eccessivamente in allarme la popolazione. Qualcuno avrebbe dovuto valutare meglio le parole per non generare eccessivo panico tra la gente, giustamente preoccupata – afferma Onesti – ma quello che è emerso soprattutto è che sia necessaria, in caso di comunicazioni di rischio sismico, un maggiore filtraggio delle notizie e dei comportamenti da attuare. A cominciare dal Dipartimento Nazionale fino a quello regionale. Forse in questo passaggio la vicenda poteva essere gestita diversamente ed in modo da non deputare al territorio ed ai sindaci la decisione finale. Da non lasciarli soli in questa decisione”.

[dw-post-more level=”1″] Ma Onesti ha anche altri sassolini da togliere dalle scarpe soprattutto sull’allerta: “Non si capisce per quale motivo la nostra terra venga utilizzata per mettere in pratica azioni di mobilitazione generale. Così avvenne nel 1985 e così di fatto è avvenuto oggi. Perché investire la gente di un comunicato che lasciava adito ad una interpretazione come quella che è stata? Perché, ad esempio nel Pollino, dove ci fu uno sciame sismico di ben 1500 scosse, a nessuno è mai venuto in mente di inviare dispacci come quello che abbiamo ricevuto noi? Perché da noi è successo? Non è che ancora una volta siamo stati scelti nostro malgrado per sperimentare una mobilitazione? Non può essere sempre la Garfagnana a pagare per sperimentare”.

A parte i comprensibili ed anche condivisibili sfoghi del nostro assessore, dobbiamo comunque prendere tutto quello che è accaduto come un utile insegnamento delle cose da evitare e di quelle da fare.

Intanto i sindaci hanno deciso che debba essere organizzata diversamente anche la colonna mobile dei soccorsi. Quella che doveva raggiungere la valle del Serchio è stata allertata ben oltre la mezzanotte di quella sera caotica. Ed è arrivata con uno spicciolo di brandine… Quasi una presa in giro.

L’idea, lanciata dai sindaci, è quella di avviare un progetto per disporre in loco di attrezzature più adeguate per i primi soccorsi, come brandine, tende e generatori.

Proprio  Onesti ha ricordato che l’allora Comunità Montana della Media valle aveva sottoscritto con la regione un accordo per realizzare al centro intercomunale di Pian di Gioviano un magazzino per il Nord Toscana dove ammassare questo tipo di materiali. La cosa non ha avuto seguito, ma Onesti rilancia la disponibilità e l’adeguatezza  del centro di Pian di Gioviano per cominciare ad ospitare attrezzature che quindi sarebbero immediatamente a disposizione del territorio, sempre sotto la gestione della Regione Toscana, non solo per la provincia di Lucca, ama anche per Pistoia e Massa.

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