Stop (o quasi) ai menù alternativi nelle scuole

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Novità in arrivo nelle mense delle scuole dell’Istituto Comprensivo. Da oggi, 3 dicembre, verrà posto un limite ai pasti alternativi, come pasta bianca e prosciutto cotto, che i genitori potranno richiedere. A darne notizia è l’Amministrazione Comunale che precisa come questa disposizione derivi dalle linee guida approvate dalla Regione Toscana e da una richiesta dell’Azienda USL 2. L’invito al Comune era di attenersi già da questo anno scolastico alle linee guida regionali che prevedono una deroga al menù solo su presentazione di un certificato medico. Più morbida la linea scelta dall’Amministrazione Comunale che, in considerazione del numero di richieste di menù alternativi, ha valutato di non causare disagi alle famiglie permettendo di ricorrere alle alternative nella misura del 30% dei pasti fruibili. Per fare un esempio: se in una scuola dell’infanzia in un mese sono previsti 20 pasti, si potranno presentare 6 richieste di menù alternativi. Una via graduale, condivisa anche dall’azienda USL 2, che punta però a limitare e contenere il ricorso alla pasta bianca e prosciutto cotto. Per avere altri pasti oltre il 30% sarà invece necessario presentare la prescrizione medica.

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Sempre in base alle linee regionali restano confermate le diete legate a motivazioni religiose, culturali ed etiche. Anche in questo caso però, qualora si debba richiedere oltre il 30% dei pasti alternativi, dovrà essere presentata specifica richiesta all’Amministrazione.

Per avviare operativamente questa nuova fase, nei prossimi giorni saranno consegnati a scuola dei “buoni” pari al 30% dei pasti previsti per ogni singolo alunno nel mese di dicembre che i genitori potranno utilizzare, nel corso del mese, per richiedere le alternative ai menù. Il sistema poi proseguirà nei successivi mesi dell’anno scolastico.

La decisione è stata illustrata dal sindaco, Marco Bonini, e dall’assessore all’Istruzione, Renzo Pia: “Abbiamo scelto di procedere in modo graduale per non creare problemi a genitori e studenti. Con questa operazione abbiamo però voluto contenere il ricorso alle alternative, pur introducendo questa novità poco alla volta. Dobbiamo da un lato aderire alle linee guida nazionali e regionali della refezione scolastica, e quindi limitare il più possibile il continuo ricorso alle alternative che esclude un menù vario e ricco, ma dall’altro lato non volevamo creare disagi alle famiglie. Avviare questo sistema ci è sembrato il modo migliore.”.

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