Marcucci-Mariani uno a uno: si va ai supplementari. Mentre a Careggine la maledizione di Montezuma sui bersaniani

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Siamo solo agli inizi di una lunga stagione politica. Nel frattempo le primarie per scegliere il candidato della coalizione di centrosinistra hanno incoronato Pierluigi Bersani, ma all’interno del Partito democratico la “patata bollente” Renzi non è archiviabile con un saluto e via. Sì perché a Roma lo sanno bene che il partito con Bersani potrebbe raggiungere il 30% dei voti, ma con Renzi gli elettori potrebbero essere anche del 6/7% in più.
E Renzi questo aspetto non lo ha dimenticato nel discorso finale affermando che dalla sua parte gioca il tempo.
Basta infatti aspettare e vedere cosa accadrà. Certo è che l’attuale colazione Pd, Sel e Socialisti non raggiungerà la maggioranza in parlamento e quindi si dovrà appoggiare a Casini, ma anche questo forse non basterà e comunque non sarà facile mettere insieme i vecchi democristiani con i nuovi comunisti.
Renzi quindi attende evoluzioni che non tarderanno ad arrivare.
Ma veniamo al nostro territorio. La vittoria di Renzi a Lucca e provincia ha aperto uno strano gioco di specchi. Allo stato attuale la squadra bersaniana composta da Mariani, Tambellini ha meno appeal sul territorio, ma ottime sponde a Firenze (con il governatore Rossi) e Roma.

Sull’altro versante Marcucci, Baccelli risultano vincenti sul territorio, ma isolati – ovviamente nel campo degli ex DS – a Firenze e Roma.
La partita a scacchi è come dicevamo appena iniziata ma se è vero che Renzi non chiederà poltrone per i suoi, la ricandidatura per Marcucci in Senato si presenta difficile. Ma sappiamo che l’uomo del Ciocco ha molte carte da giocare; non ultima quella della fronda rutelliana. Dunque le difficoltà potrebbero svanire dopo un paio di viaggi a Roma.
Per Raffaella Mariani, invece dopo la vittoria di Bersani, la riconferma dovrebbe essere scontata.
Il problema saranno però gli elettori. E una domanda cade teatralmente su alcuni vecchi soloni della politica: torneranno i cittadini a votare Mariani e Marcucci o spinti dal nuovo vento renziano questi nelle urne sceglieranno di rottamarli?
Come si diceva un tempo nel segreto delle urne ti vede solo Dio e la tua coscienza e se questa è scossa da un moto di repulsione possiamo attenderci di tutto.
In ogni caso è corretto affermare che nelle Terre del Serchio si corre verso i supplementari tra Marcucci e Mariani.
Sul campo i bersaniani hanno recuperato terreno, ma i galoppini legati al sindaco di Firenze hanno fatto un lavoro egregio per la gioia dei gestori di telefonia mobile che in questi giorni hanno sicuramente registrato picchi altissimi di introiti. Tutti al voto chiamati uno per uno come ai vecchi tempi della Prima Repubblica, quando la gente la si andava a prendere a casa pur di farla votare.
E poi il caso di Careggine nato da un errore di trascrizione dei dati pubblicati dalla stampa locale. In prima battuta risultava che si era imposto Bersani con il 50,2% (135 votanti) mentre Renzi aveva raccolto 127 preferenze (47,2%). E qui la cosa ci poteva stare.<BR/>
Tutto sbagliato invece. Bersani aveva preso la scorsa settimana meno di 10 voti.
Al secondo turno la correzione c’è stata: Renzi ha preso 118 voti (ovvero il 92,2% dei votanti), mentre Bersani si è fermato a 10 schede con il suo nome (7,8%).<BR/>
Una vera e propria maledizione di Montezuma abbattutasi sui sostenitori dell’emiliano nel piccolo comuni garfagnino. Con qualche domanda in più. Insomma a Coreglia il voto bulgaro per Renzi trova una spiegazione a Careggine meno. Vedremo.<BR/>
Nel mentre, come ben afferma Renzi, il contagio si estende e la gente – soprattutto i giovani – iniziano a chiedersi cosa fare e lo stanno facendo anche nelle Terre del Serchio dove le strutture federate e le truppe cammellate della vecchia politica potrebbero trovare seri problemi, nell’assistere al formarsi di bande indipendenti riunite sotto le insegne della rottamazione o attratti dagli echi grillini.
Il fortino della vecchia balena bianca resisterà anche a questi attacchi?

Andrea Giannasi

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