Il Comitato per la sanità attacca il senatore Marcucci

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Dopo l’assemblea pubblica sulla questione ospedale svoltasi a Barga nelle settimane scorse, si registra un nuovo comunicato del Comitato per la Sanità della Valle del Serchio di Castelnuovo. Come era prevedibile, dopo la presa di posizione di Marcucci, il Comitato analizza e critica, (non c’è del resto da stupirsi visto ormai le più chiare le posizioni di questo organismo), l’intervento del senatore Andrea Marcucci.

Prima di lasciarvi al testo integrale del nuovo lunghissimo intervento del Comitato, approfittiamo dell’occasione per riportare un inciso che ci è stato richiesto dall’Osservatorio della sanità della Valle del Serchio nato recentemente a Barga, i cui componenti erano in generale iscritti in precedenza al Comitato. Visto le posizioni ultimamente espresse da quest’ultimo comitato, i componenti dell’Osservatorio affermano di dissociarsi completamente dall’operato del Comitato per la Sanità, che non rappresenta più, in alcun modo, il loro punto di vista.

Ecco adesso, per dovere di cronaca come sempre, il testo del nuovo comunicato del Comitato:[dw-post-more level=”1″]

 “Il comitato Per la Sanità nella Valle del Serchio apprezza il fatto che il senatore Marcucci, nell’assemblea a Barga, abbia chiarito la sua posizione sulla questione ospedale unico; diversi passaggi delle sue dichiarazioni, però, lasciano perplessi: per esempio, quando afferma che la cifra di minimo 80mila utenti richiesti dalla commissione per l’ospedale a Mologno “non è un numero casuale, è un numero costruito: dalla geografia, dalla morfologia, dall’urbanizzazione, dalle distanze e probabilmente io penso dalle percorrenze”. Non è così, non è affatto un numero costruito: ecco le parole di Vannucci, relatore della commissione, nella sede della ASL: “Avvertiamo del fatto che c’è un vincolo, quello degli 80mila. Questo non è che ce lo siamo inventati: è un vincolo, che se è legge è legge”. Quindi questa cifra, peraltro da aumentare a 100mila per reparti come ortopedia o chirurgia, è una soglia imposta a livello nazionale, che la si possa raggiungere o meno. Lascia inoltre dubbiosi sentire che, per lo stesso Marcucci “pensare a 80.000 persone vuol dire raccogliere abitanti della Garfagnana, Mediavalle, e allargarsi verso Pescaglia, Ponte a Moriano, Marlia e magari per altre attività anche in alcuni comuni vicini della Piana di Lucca”: siamo sicuri che questi utenti affronteranno una viaggio di maggior durata per venire a Mologno, dove, sempre secondo il senatore, non troveranno “i servizi di Milano, di Firenze e neanche della stessa Lucca”?

Il discorso di Marcucci risulta poco chiaro anche in altri passaggi: “se avessimo avuto di fronte una proposta, che magari aveva anche la maggioranza dei voti nella Conferenza, che prevedeva un ospedale completo o comunque identico a quello che ci viene proposto a Mologno, avremmo avuto magari una qualche difficoltà maggiore a sostenere che era la scelta sbagliata!”. La domanda è: perché mai si sarebbe dovuto sostenere, anche in quel caso, che la scelta era sbagliata?

Più avanti, il senatore afferma: “nel momento in cui si vanno a prendere decisioni così importanti per il futuro credo che ci debba esser un ente superiore che è la Conferenza che si fa carico di ripristinare i termini diciamo della ragionevolezza democratica”, e prosegue: “chiedo ai sindaci della Valle di ripensare, di ritornare a un confronto che porti la Conferenza generale, che ha poi le responsabilità finali rispetto alla decisione sulla localizzazione, a ragionare su questo”; a questo riguardo, convenendo sul fatto che l’atto istituzionale finale debba essere della Conferenza generale, il comitato si stupisce che Marcucci ignori quanto deciso dalla stessa Conferenza generale nel luglio 2012: “il Presidente Del Ghingaro precisa che la localizzazione definitiva del nuovo Ospedale della Valle del Serchio sarà effettuata dalla Conferenza Zonale Valle del Serchio e ratificata dalla Conferenza Generale (verbale della seduta del 5 Luglio 2012, ndr)”; è del resto il normale iter seguito anche per l’ospedale di Lucca, allorché i sindaci della Valle del Serchio non entrarono nel merito della decisione ma semplicemente ratificarono insieme agli altri quanto già deciso dai comuni interessati.

Un’ulteriore preoccupazione di Marcucci, relativa al “concetto che al Piano Pieve un reparto così importante come Ostetricia e Ginecologia viene semplicemente spostato a Lucca perché lì non potrà esistere perché non ha il bacino di utenza necessario”, ha trovato smentita e rassicurazione nelle parole di D’Urso, pronunciate peraltro già poco prima del suo intervento a Barga e ripetute sulla stampa in questi giorni: “farò di tutto per mantenere un punto nascita nella Valle. Il problema non è il rispetto di un numero, ma la sicurezza: per garantirla i professionisti dovranno muoversi dentro l’Azienda, tanto che l’ospedale si faccia qui o lì”.

Chiudiamo con gli ultimi due passaggi: “Io sono tra quelli che hanno lottato per trovare i soldi e i finanziamenti per l’ospedale unico”, “si deve lavorare tutti insieme, garantendo la più ampia qualità e gamma di servizi sanitari”; il comitato prende atto del fatto che il senatore Marcucci ha la capacità di attivarsi presso la Regione Toscana: se lo ha fatto per trovare i soldi, gli chiediamo di continuare a farlo perché la Regione non smentisca gli accordi, non neghi alla nostra valle l’ospedale promesso alcuni mesi fa e messo in dubbio dall’assessore Marroni. I cittadini della Valle del Serchio non accettano la perdita di servizi che si avrebbe con gli ospedali proposti dalla commissione: come già dimostrato, la “più ampia gamma di servizi sanitari” è quella contenuta nel protocollo d’intesa firmato da Conferenza dei Sindaci, Asl e Regione Toscana nel 2012: senatore, se è l’ospedale migliore quello per cui vuole lottare, faccia sua la battaglia per il rispetto del Protocollo d’intesa. Qualsiasi soluzione al ribasso significherebbe la sconfitta di noi cittadini e dei nostri rappresentanti politici, ad ogni livello”.

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