Aspettando Salotti & Friends – intervista con Piero Azzola

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Gentilissimo sig. Azzola, sappiamo che sei l’accordatore personale del maestro Salotti. Secondo te, nell’arte in generale è maggiore lo sforzo profuso per ottenere un obiettivo, o la ricompensa che questa saprà darti?

Penso che l’impegno e il sacrificio richiesti siano di più lunga durata rispetto al risultato finale. Per rendere l’idea con un esempio direi che è come la scalata di una montagna; lunga, faticosa, insidiosa ma chi ha provato la mancanza di respiro nell’arrivare in vetta e lasciar correre lo sguardo intorno si dimentica tutto e si gode di quegli istanti impagabili.

Nel tuo ambito lavorativo avrai sicuramente conosciuto artisti di livello mondiale. Qual è la caratteristica più importante per lasciare un segno concreto nella musica?

Mi considero un privilegiato, dato che faccio un lavoro che mi affascina e mi da la possibilità di incontrare molti artisti di fama internazionale in cui ho trovato lo stesso amore per la musica e la cultura. In tutti loro ho però cercato la capacità di giungere al cuore dell’uomo attraverso le emozioni e la propria vita vissuta, testimoniata dal modo di interpretare le opere e generare un sorriso o far spuntare una lacrima.

Ci racconti un aneddoto o un ricordo particolare che ti lega a Massimo?

Il pensiero va al primo CD autoprodotto, realizzato nella chiesa di San Cristoforo con il suo amico Berrugi. Il duo “Alban Berg”: pochi mezzi,  entusiasmo contagioso sostenuto da grandi capacità artistiche dei componenti come testimonia il percorso seguito  e i successi raggiunti, e non certo finiti. Lavoro “casalingo” ma quanta energia e voglia di camminare. Quel CD ho il piacere di ascoltarlo ancora.

C’è un artista, un insegnante o una persona in particolare che   ha lasciato il segno nella tua esperienza lavorativo/artistica?

Tanti incontri, tante persone fantastiche, molti incontri significativi con alcuni ringraziamenti particolari a chi ha contribuito in modi diversi alla crescita professionale. Innanzitutto la mia famiglia capace di supportarmi e sopportare le esigenze di una attività che chiede molto in termine di dedizione e di tempo speso per gli altri. Poi, senza il minimo dubbio un grazie a due “colleghi”, nomi conosciuti nel nostro ambiente: Claudio Bussotti e Angelo Fabbrini. Tecnici straordinari e persone autentiche capaci di regalarmi la loro fiducia e preziosi consigli con cui crescere professionalmente fino a preparare i pianoforti per pianisti di fama mondiale.

Sappiamo che Massimo è un appassionato di opera e teatro… ma in quale opera/ruolo lo vedresti benissimo e perché?

Per le sue capacità di gestione e organizzazione direi un direttore d’orchestra con la capacità non comune di far sentire l’orchestra come una cosa sola. Nei personaggi dell’Opera lo affiancherei a Tamino, protagonista del Flauto magico di Mozart costretto a superare molte prove in cui era necessario attingere a doti di umanità, ragione e sentimento, che sono patrimonio della personalità di Massimo.

Massimo ha deciso di devolvere tutto l’introito di questa serata per la lotta al melanoma della pelle. quanto è importante sensibilizzare le persone ad un tipo di tumore che spesso viene sottovalutato?

Conoscendo Massimo non mi stupisce e non mi sorprende la sua decisione ma mi aiuta a stimarlo ancora di più. Tutto ciò che serve ad attirare l’attenzione della gente su malattie apparentemente minori va guardato con favore perché risulta utile a tenere alta la tensione e a creare una sensibilità che aiuta le persone a conoscersi e ad attuare una corretta prevenzione

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