Sempre più incerto il futuro dell’ospedale di Castelnuovo

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Nelle ultime settimane si sono girati numerosi episodi della saga relativa all’Ospedale di Castelnuovo, al suo presente ed al futuro Ospedale unico della valle. Per fare chiarezza su cosa è già in atto, dobbiamo ricordare che è stato presentato dal direttore sanitario dell’ASL 2 Lisandro Fava un piano di adeguamento del sito di Castelnuovo, che prevede un nuovo blocco di sale operatorie. Per consentire l’esecuzione dei lavori, i reparti di medicina generale e cardiologia sono stati accorpati alla metà di maggio con l’integrazione del personale medico e infermieristico.
Scongiurata la ventilata possibilità che, con questa operazione, il numero di posti letto complessivi fosse destinato a scendere, Gaddi e Bianchini avevano  rassicurato la cittadinanza nell’assemblea del 30 di marzo, rivendicando il mantenimento dei posti di degenza come un successo dell’amministrazione. Senonché molti problemi sono rimasti sul tappeto, compreso quello dell’effettivo mantenimento anche in futuro dei posti letto totali della degenza a Castelnuovo, come riferisce proprio Bianchini, evidenziando le divisioni che affliggono la compattezza degli amministratori della valle. Nell’incontro al cinema Eden di marzo, non era stata fatta menzione, infatti, della possibilità che il personale infermieristico dell’Ospedale di Castelnuovo subisse un taglio dall’accorpamento di medicina e cardiologia, come invece è stato comunicato alla struttura dalla direzione dell’ASL.
La decisione di tagliare, per il momento 2 unità del personale infermieristico e 1 operatore sociosanitario, ha suscitato, come prevedibile, un movimento di protesta dell’intero corpo sanitario dei reparti dell’Ospedale di Castelnuovo. Questa protesta è stata raccolta in maniera ufficiale, con lettera indirizzata al Direttore Generale dell’ASL Oreste Tavanti, da alcuni sindaci della Garfagnana, lettera nella quale si chiedeva all’ASL di operare il piano di adeguamento previsto senza penalizzare con tagli di personale e aumento dei carichi di lavoro, i pazienti della Garfagnana e salvaguardare l’occupazione di personale infermieristico. Un appello che come abbiamo detto è rimasto inascoltato.
Solo pochi giorni fa l’assessore Bianchini è di nuovo tornato sull’argomento, promettendo che l’amministrazione di Castelnuovo farà valere in tutte le sedi istituzionali le proprie ragioni, essendo stata estromessa, o peggio ancora ignorata in merito, dalle decisioni sul presidio ospedaliero garfagnino. Persino la questione dello spostamento a Barga del servizio di Medicina dello Sport, di cui un mese fa si era annunciato il ripristino, e che oggi, oltre a non essere tornato a Castelnuovo, sembra ormai una partita persa, induce a credere che le decisioni vengano prese in sedi molto lontane dalla Garfagnana. Le iniziative di una parte degli amministratori locali sono segno evidente di una spaccatura che già il 30 marzo all’assemblea di Castelnuovo era parsa evidente, ma che certamente non contribuiscono a rendere forte la posizione della popolazione della Garfagnana su una questione delicata e così importante come quella dell’assistenza sanitaria. Un osservatore politico distaccato potrebbe facilmente giungere alla conclusione che ognuno sta facendo cassa per i propri elettori, ben sapendo che probabilmente nei confronti dell’istituzione sanitaria il potere di intervento è limitato. L’unico atto veramente collegiale della Conferenza dei Sindaci era stato quello di dare il via all’iter procedurale per la costruzione dell’ospedale unico. Dopodiché è stato un susseguirsi di prese di posizione individualiste e campanilistiche, in cui tutti hanno fatto la loro parte, maggioranze, opposizioni, e amministrazioni comunali in contrasto tra di loro. E qualcuno, non molti giorni fa, con condivisibile pragmatismo, aveva osservato che ancora non si ode niente dai territori che vanno da Barga verso Lucca. E se non si riesce a stare uniti in Garfagnana, figuriamoci quello che potrà succedere quando il confronto sul nuovo Ospedale unico, se mai ci sarà, dovrà coinvolgere anche gli amministratori degli altri comuni non garfagnini.
Il solito pragmatico notava anche che questi ultimi territori non garfagnini, oltre a contare molti più rappresentanti in posizioni influenti in provincia e regione, si faranno grasse risate all’arrivo dei sindaci e politici garfagnini divisi su ogni questione. I cittadini, come osservava anche Piergiorgio Magnani in un suo intervento indirizzato alla stampa di qualche settimana fa, sono molto più interessati all’accrescimento del livello assistenziale delle strutture ospedaliere esistenti, piuttosto che al miraggio del nuovo ospedale unico.
L’ospedale unico, quando dovesse concretizzarsi, dovrebbe essere l’occasione per realizzare le sinergie di spesa che consentono di investire i soldi risparmiati e quindi disponibili, nell’accrescimento dei servizi già esistenti, e non il tentativo di portare in Garfagnana specialisti, strutture ed impianti sofisticati, che di solito sono destinati ad essere ospitati nei grandi centri ospedalieri del paese. La partita a dadi sull’ospedale di Castelnuovo è iniziata, il timore è di vederla durare all’infinito senza realizzare la mano vincente.
Gabriele Coli

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