Una giornata di lavoro sulle tematiche della custodia del territorio

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In questi ultimi decenni nelle aree montane stiamo assistendo a fenomeni di abbandono dell’attività agricole, soprattutto nelle aree più marginali, con conseguenze negative che, a medio e lungo temine, si ripercuoteranno sull’assetto idraulico e idrogeologico del territorio.
E’ già funzionante da tempo, per combattere soprattutto le conseguenze, il Progetto “Custodia del Territorio” attivato dalla Comunità Montana della Media Valle del Serchio in qualità di Ente Gestore della Bonifica per il Comprensorio n. 4 “Valle del Serchio”  ente che ai sensi della LR 34/94 ha il compito istituzionale di operare la sorveglianza e la manutenzione del bacino montano del fiume Serchio che si sviluppa su circa 1.200 km di reticolo idraulico con più di 2.000 opere idrauliche (briglie, argini, ecc.).
Al fine di rendere più efficace la sua attività istituzionale nelle aree del comprensorio più marginali e meno conosciute la Comunità Montana, grazie alle opportunità offerte dal DLgs 228/2001, ha attivato convenzioni con alcune aziende agricole del territorio affidandogli le attività di sorveglianza, monitoraggio e primo intervento su una parte del reticolo idraulico anche con l’obiettivo di far loro acquisire specifiche conoscenze e professionalità tali da poter divenire anche dei punti di riferimento per l’ente e la comunità locale nel suo complesso.
Il Vice presidente e Assessore alla Bonifica  Loris Agostini, ha sostenuto da sempre che il progetto sviluppato dalla Comunità Montana Media Valle del Serchio potesse rappresentare un modello replicabile anche in altri contesti territoriali; la collaborazione con il Laboratorio di Studi Sismondi dell’Università di Pisa, con la Regione Toscana (ex ARSIA) e UNCEM Toscana ha permesso poi di realizzare uno studio approfondito sulla tematica della gestione e conservazione del territorio.
Le principali esperienze saranno esaminate nell’ambito dell’incontro  previsto il 28 aprile a Fabbriche di Vallico (presso il ristorante da Sandra): giornata di studio e confronto sulle accese tematiche del territorio con un convegno dal titolo: “Custodia del Territorio – La riscoperta dell’Arte Antica di proteggere e Gestire i Territori Montani”
Il programma, denso di interventi, vedrà la presenza di personalità di rilievo del mondo agricolo, scientifico e politico ed è stato realizzato nell’ambito del progetto territoriale “Il ruolo delle aziende agricole nella tutela idraulica e idrogeologica dei territori montani. Analisi dei vincoli e delle opportunità dei contratti di vigilanza e manutenzione con gli Enti Gestori della bonifica” coordinato dal Prof. Massimo Rovai dell’Università di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana (ex Arsia) e dalla Dott.ssa Pamela Giani Responsabile del Progetto Custodia della C.M. Media Valle del Serchio. In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di confrontare alcune esperienze italiane di affidamento di servizi ambientali alle aziende agricole da parte di enti pubblici e analizzare vincoli e opportunità che potrebbero derivare da un potenziamento di questo modello organizzativo sul territorio con particolare riferimento alle aree montane.
“La diffusione di modalità pubblico-private nella gestione del territorio, se opportunamente estesa anche ad altri servizi ambientali, consentirebbe il raggiungimento di livelli più elevati di efficacia nella gestione dei “beni comuni” – dice il Presidente della Comunità Montana Nicola Boggi – garantendo, al contempo, opportunità di diversificazione per le imprese agricole che operano in contesti “difficili”, la loro permanenza sul territorio, nonché il recupero e il mantenimento delle conoscenza dei “luoghi” e il rafforzamento delle relazioni tra gli abitanti e il territorio”.

“La diffusione di modalità pubblico-private nella gestione
del territorio, se opportunamente estesa anche ad altri servizi ambientali,
consentirebbe il raggiungimento di livelli più elevati di efficacia nella
gestione dei “beni comuni” – dice il Presidente della Comunità Montana Nicola
Boggi – garantendo, al contempo, opportunità di diversificazione per le imprese
agricole che operano in contesti “difficili”, la loro permanenza sul
territorio, nonché il recupero e il mantenimento delle conoscenza dei “luoghi”
e il rafforzamento delle relazioni tra gli abitanti e il territorio”.

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