L’Unione dei Comuni della Garfagnana è un’occasione persa da tutti

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Nelle ultime settimane a tenere banco, tra le tante discussioni politiche, ci ha pensato l’Unione dei Comuni della Garfagnana. Tra favorevoli e contrari si sono aperti dibattiti, polemiche e spesso discussioni oltre le righe. Allo stato attuale la vecchia Comunità Montana si è trasformata in Unione mantenendo le stesse deleghe – in previsione di condividere le funzioni -, ma perdendo per strada due Comuni: Castelnuovo e Vagli.
La questione è in movimento e quindi risulta difficile dare giudizi.
Certa solo una cosa: si tratta di una grande occasione persa da tutti. Da tutti i 16 comuni.
Questo stato di cose con una valle mozzata non si può definire una scelta oculata. Si dirà che è colpa della “politica”; ovvero delle solite scelte di palazzo. Ebbene nell’attuale fase, con questa divisione, la politica ha commesso un gravissimo errore. Si è deciso di fare campo e si è deciso male. Malissimo.

E’ evidente che i Comuni della Garfagnana hanno perso il loro Comune capofila e che da ora saranno più indeboliti.
E tutto questo è  incomprensibile, incauto, e inspiegabile.
Non si spiega perché tra le fila dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri dei 16 Comuni, si trovano uomini e donne di qualità. Legate alla terra e con grandi capacità.
E quindi la domanda è una sola: come è stato possibile perdere questa occasione di unione di intenti?

Infatti poteva essere questa una occasione d’oro per aprire la via alla costituzione di un unico grande Comune della Garfagnana. Proprio come sta succedendo in val Samoggia nel bolognese dove i comuni di  Bazzano, Crespellano, Monteveglio, Savigno e Serravalle hanno deciso di unirsi.
Cinque comuni che uniranno 30 mila abitanti ora chiamati ad un referendum consultivo. Saranno infatti i cittadini a celebrare un’unione storica. In un sol colpo infatti verranno razionalizzate le spese e incamerati i contributi e gli incentivi dallo Stato e dalla Regione. Inoltre quando al 31 dicembre scompariranno le Province i cinque comuni si troveranno in posizione privilegiata di fronte alle strutture intermedie dello Stato.

Privilegio non da poco, visto che potranno “trattare” non singolarmente ma partendo dalla forza e dalla logica dei numeri.
E proprio sui numeri i dati sconvolgenti. Il nuovo comune della Val Samoggia farà risparmiare 266 mila euro per emolumenti ai sindaci e alle giunte; le prestazioni di servizi avranno 356 mila euro di risparmio (vale a dire gli appalti e le gare): risparmi per il personale di 362 mila; di fronte ad un incasso netto per  gli incentivi di Regione e Stato di 1,6 milioni.
Ma sarà anche possibile risparmiare sulle spese correnti (167 mila) e sugli acquisti fatti collettivamente (92 mila).
Alla fine saranno 2,6 i milioni di spese in meno, il 10% del bilancio complessivo degli attuali Comuni.
In più scatterà l’esenzione per due anni dal patto di stabilità che dovrebbe liberare risorse ferme per circa 7 milioni.
Tanti risparmi e tantissimi soldi che ricadranno sul territorio in termini di opere pubbliche, sostegno, incentivi per lo sviluppo e molto altro ancora.
Sarà varata dal 2014 un’unica amministrazione con un solo sindaco, ma ogni comunità manterrà i vecchi municipi simili a quelli presenti nei quartieri delle grandi città.

Perché in Garfagnana non si è pensato di fare la stessa cosa?

Unire tutti i servizi di tutti i Comuni porterebbe un aumento di qualità e un grande risparmio, così come sarebbe importante non dimenticare che la valle tornerebbe ad avere un peso “politico” più forte, soprattutto di fronte alla chiusura della Provincia.

Ora – con tutto il rispetto parlando – si rischia di dover andare a Firenze con il cappello in mano e due capponi nella borsa per chiedere “elemosine”.
Perché i nostri sindaci non hanno preso in considerazione questa possibilità?
Perché nessuno ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero in merito al Comune unico della Garfagnana?
E che nessuno torni a parlare di campanilismi e resistenze. Che nessuno alzi la mano per difendere l’indipendenza di piccoli comuni che manterrebbero con il Comune unico la propria identità e rappresentanza, ma vedendo aumentare i servizi e i sostegni.

Le strade sono segnate e la via del Comune Unico della Garfagnana è l’unica che potremmo cogliere per il futuro.

Nel 2013 si rinnoveranno le amministrazione di 14 comuni della Valle: vediamo se qualche candidato avrà la lungimiranza di inserire nel proprio programma politico la proposta di fare un unico Comune.

Un solo augurio: che le logiche politiche di palazzo – spesso piccole, piccole, anzi minuscole e risibili – non giochino ancora a sfavore della Garfagnana e dei suoi cittadini, perché forse non è ben chiaro, ma con un unico Comune non saremmo di fronte al rischio di perdere l’ospedale, le fabbriche e di essere considerati uno zoo antropologico.

E ho citato i cittadini: in tutta questa storia alla fine i danneggiati siamo proprio noi cittadini che pagheremo un’occasione perduta più di quanto nessuno potrà mai immaginare.
La pagheremo eccome, statene certi, e questo dispiace maledettamente anche in considerazione del fatto che molti sindaci e amministratori sono consapevoli di questa deriva che cercano in ogni modo di evitare.
Per un momento lasciamo la logica politica da una parte e pensiamo al nostro futuro.
Per favore.

Andrea Giannasi

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