Arti Differenti: intervista con Alicia Villarreal

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Alicia Villarreal, pittrice e scultrice

«Nelle mie sculture non ci sono colori vivi ne allegri come quelli del mio Messico, ma nel profondo si percepisce il calore, la forza e la persistenza, tre caratteristiche che rappresentano il popolo messicano»

Alicia Villareal, artista messicana, ti sei laureata alla Scuola d’Arti Plastiche dell’Università di Cohauila. Hai frequentato le botteghe d’importanti artisti messicani. Cosa porti della tua terra, del tuo paese nella tua arte?

Nelle mie sculture non ci sono colori vivi ne allegri come quelli del mio Messico, ma nel profondo si percepisce il calore, la forza e la persistenza, tre caratteristiche che rappresentano il popolo messicano.

Vivi e studi a Firenze all’Accademia delle Belle Arti. Hai alle spalle quasi dieci anni di esposizioni in mostre americane e italiane ed hai ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ora che la tua biografia è stata pubblicata nel dizionario dei Personaggi Illustri di Coahuila, quali sono le tue emozioni per essere divenuta un punto di riferimento per le persone del tuo paese?

È un grande onore sentirsi apprezzata dalla terra che mi ha visto crescere e che mi ha dato l’input per fare ciò che faccio, ma la cosa più bella non è il fatto di aver messo il mio nome in mezzo a grandi artisti e personaggi di Coahuila, bensì l’apertura della mia regione verso i giovani artisti. Questa è la cosa che ha più valore.

Fra tutto il mondo hai scelto di trasferirti e di vivere e lavorare nella città di Firenze. Cosa ti piace di questa città? Cosa invece vorresti cambiare?

Firenze nonostante il suo caos, ha il suo fascino. Sono già diversi anni che abito qui, ma ogni volta che guardo il Duomo, sento la stessa emozione della prima volta: quasi mi si ferma il cuore! Mi rende consapevole che l’essere qui è come un sogno … un sogno che è diventato una realtà. Girando per le strade non si finisce mai di trovare cose nuove da ammirare… e la bistecca alla fiorentina è il massimo! Cosa vorrei cambiare? Ogni paese ha i suoi pregi e suoi difetti, per questo cerco di non fare mai confronti fra il Messico e l’Italia.

Raccontaci l’incontro con un maestro, un’artista che ritieni ti abbia insegnato molto.

Lo scultore Mario Pachioli è stato una grande guida per me, un maestro che non si è mai tenuto in tasca i segreti della sua arte e per quasi sei anni mi ha trasmesso il suo amore per la scultura. E stato, e ancora è per me un grande punto di riferimento e di sostegno.

Raccontaci il tuo rapporto con il teatro o la tua partecipazione ad una rappresentazione teatrale che ricordi con piacere.

In teatro, purtroppo, ho solo partecipato come spettatrice, anche se mi sarebbe piaciuto “giocare” con le scenografie, i costumi, il trucco…

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