Coreglia nel ricordo

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Si è tenuta venerdì sera, presso la sede distaccata del Comune di Coreglia Antelminelli, a Ghivizzano, la presentazione del libro realizzato dall’UniTre, “Coreglia nell’immagine e nel ricordo” a cura della professoressa Daniela Bonaldi, introdotto dalla professoressa Natalia Sereni.

Il libro racconta, attraverso i ricordi dei partecipanti all’Università della Terza Età, l’antico borgo che appare improvviso, come una visione, al visitatore che sale dal fondovalle. Adagiato su un lungo crinale che scende dall’Appennino circondato da secolari castagni che dai bassi torrenti risalgono verso il borgo, dal 2002, si fregia del titolo di “uno dei borghi più belli d’Italia” non a caso durante il secolo scorso fu terra di villeggiatura, si recavano qui importanti personaggi tra cui il pittore Carlo Carrà che nel 1925 realizzò un dipinto oggi esposto nella Collezione Carrà a Milano. Ricordava nella sua autobiografia il noto pittore: “Il mio spirito si sentiva più pacificato e non mi conturbavano più quelle tetre disperazioni dell’immediato dopoguerra”.

Scriveva invece il filologo Manara Valmigli che fece conoscere il borgo a Giuseppe Ungaretti: “Coreglia fu e resterà fin che io vivo al sommo dei miei pensieri e dei miei ricordi”. Il borgo di Coreglia Antelminelli nacque durante l’Alto Medioevo, quando fu edificato il castello e, intorno ad esso, si sviluppò una piccola comunità. Il castello fu prima feudo dei Rolandinghi signori di Loppia, quindi sentinella avanzata della Repubblica lucchese.

Nel 1316 divenne possedimento di Castruccio Castracani, grande capitano lucchese e capo ghibellino divenuto, in quello stesso anno, signore di Lucca. Nel 1341, Coreglia cade in mano ai Fiorentini, ai quali la ritoglie Francesco Castracani degli Antelminelli nel 1352. Sotto Francesco Castracani il paese raggiunse il suo massimo splendore. Francesco Castracani ingrandì probabilmente la chiesa, dotandola di insigni opere d’arte, e si fregiò del nome di Conte di Coreglia nel 1355.

Dopo il 1369 la sede dell’antica vicaria passò da Coreglia a Borgo a Mozzano. Nella prima metà del secolo, durante gli attacchi condotti contro le vicine località dai Fiorentini e dai loro alleati, rimase sempre fedele a Lucca. Tale fedeltà venne premiata dalla Repubblica nel 1562 con la costruzione del Commissariato di Coreglia che in pratica diede vita all’entità comunale tuttora esistente.

All’inizio dell’Ottocento anche Coreglia, come gran parte della Valle, fu interessata dal fenomeno migratorio i coreglini per necessità iniziarono un’attività artigianale il figurinaio, che nei secoli successivi farà conoscere il loro paese al resto del mondo. Il figurinaio, era un artigiano che con pochi attrezzi da lavoro si spostava di città in città e talvolta di nazione in nazione realizzando sul luogo delle statuette in gesso, per poi andarle a vendere di porta in porta cercando di racimolare un po’ di soldi da spedire alla famiglia. Per ricordare questi artigiani la comunità di Coreglia Antelminelli, nel 1975, gli dedicò un museo meta, ancor oggi, di numerosi turisti.

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