Donati (Amici del Cuore): “allibito dalla riorganizzazione della Cardiologia”

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La situazione del reparto di cardiologia della Valle del Serchio, che si trova presso l’ospedale Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana. E’ nettamente negativo il giudizio del presidente degli Amici del Cuore della Valle del Serchio, Guglielmo Donati, dopo la riorganizzazione effettuata dall’azienda USL riguardo al reparto che è stato accorpato di fatto con la Medicina. Un giudizio espresso dopo il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi per verificare la funzionalità di questa realtà ospedaliera, punto di riferimento per numerosi pazienti cardiologici di tutta la zona.
Quali conclusioni ha tratto?
“La prima impressione è di sconcerto e di stupore. Sinceramente mi è difficile capire che così facendo si va incontro ai giusti, sacrosanti diritti dei pazienti”.
Ci può spiegare meglio?
“I posti letto saranno anche non diminuiti come affermato dall’azienda, ma la confusione è sicuramente maggiore. I pazienti all’ interno della stessa camera vengono distinti da un bollino rosso, quelli di cardiologia e da uno blu, quelli di medicina generale; è una cosa ridicola e anche poco dignitosa”.
La presenza di pazienti medici e cardiologici insieme non può essere causa di confusione, soprattutto nella somministrazione dei farmaci?
” Non solo è possibile una errata somministrazione della terapia, ma anche per il medico stesso avere i propri pazienti distribuiti all’interno di un reparto senza alcuna logica, mescolando uomini e donne, giovani e anziani ecc. porta sicuramente ad una assistenza che può anche provocare gravi disfunzioni.
Si dice che andiamo verso ospedali organizzati per “intensità di cure” , così vuole la Regione Toscana; io non voglio mettere in discussione questa scelta, anche se le economie e la maggiore efficienza sono tutte da dimostrare. Credo invece che specialmente quando si parla di malattie cardiache alla base di tutto ci debba essere una perfetta organizzazione, delle ottime professionalità che a Castelnuovo peraltro non mancano, attrezzature adeguate e moderne.
Queste sono le cose che fanno la differenza e vanno incontro alle giuste esigenze dei pazienti cardiopatici, e non solo. Il resto è fumo.
Questa commistione fra pazienti cardiopatici e malati di medicina generale non sembra altro che una grande confusione e basta”.

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