Occupazione all’ISI

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Si intensifica la protesta degli studenti barghigiani, che dopo un paio di giorni di autogestione questa mattina hanno deciso di occupare le aule dell’ISI di Barga dando vita a una reazione più intensa.Alcuni temerari alle quattro del mattino sono entrati nelle aule scolastiche gettando le basi per l’intensificazione della protesta, che è comunque pacifica e molto ben organizzata: sono molti i ragazzi maggiorenni che hanno messo in ballo la propria carta di identità per vigilare sui compagni più giovani, così che si è creata una rete di responsabili che faranno sì che l’occupazione sia vissuta in modo responsabile.
Chi è entrato nell’istituto può uscire solo se ha compiuto 18 anni o in compagnia di un maggiorenne; chi non è entrato entro l’orario delle lezioni non è ammesso, dato che sono state stilate delle liste di presenti che i rappresentanti d’istituto hanno realizzato per avere controllo sull’iniziativa.
All’interno, intanto, si stanno organizzando attività per esprimere il dissenso, come la realizzazione di striscioni e cartelloni, che già campeggiano fuori dalle finestre.
Laura Dinelli, Roberto Andreuccetti e Zakaria Sichi sono tra quelli che si sono accollati la responsabilità di controllare il corretto procedere della protesta, che, ci dicono, spazia dalla contestazione ai tagli dei fondi per gli stipendi di insegnanti ed esperti (gli istituti tecnici come l’IPSAR non possono quasi più permettersi lezioni pratiche, oppure alcune lezioni vengono svolte con classi accorpate pur seguendo programmi diversi) al riordinamento degli istituti, che sempre nei tecnici, vedranno scomparire il diploma di qualifica al terzo anno.
Funzionerà la protesta, e soprattutto, durerà? Difficile da dire: l’occupazione barghigiana potrebbe protrarsi fino a sabato o domenica, anche se, un consiglio dei docenti convocato per oggi potrebbe far cambiare idea agli studenti. Di certo c’è che anche l’ISI di Barga parteciperà alla manifestazione di protesta indetta a Lucca sabato prossimo, dove si riuniranno allievi, insegnati e personale scolastico per far sentire le proprie ragioni.

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