UN PEZZO DI BARGA CHE SE NE VA

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Entro settembre verrà tagliato il secolare cedro del Libano sul Fosso

BARGA – C’ ancora forte attenzione attorno alla questione dell’abbattimento del Cedro del Libano sul bastione del Fosso. Dopo l’articolo pubblicato nello scorso numero del Giornale di Barga, ci sono state anche alcune lettere indirizzate al Giornale di Barga ed alla conoscenza dell’Amministrazione Comunale. Una di queste, firmata da 165 abitanti, chiede in sostanza che nell’area, dopo l’abbattimento del cedro, venga posta una pianta della stessa essenza, anche se più piccola, per rispettare lo spirito della piazza. La seconda a firma di Pier Giuliano cecchi, suggerisce invece l’ipotesi di realizzare nella piazza un parcheggio. Si tratta di posizioni che riassumono un po’ lo spirito generale della comunità. Chi vorrebbe una soluzione, chi l’altra, ma da tutte le parti è forte il rammarico per l’abbattimento della pianta che fa parte della storia di Barga. Quel cedro al quale guardano oggi mestamente tutti i barghigiani, in attesa del definitivo taglio della pianta, domina il piazzale del Fosso dal 1836 e questa data è testimoniata da Giovanni Pascoli che ne parla nel discorso per l’inaugurazione della statua ad Antonio Mordini che tenne nel 1914.

Pascoli, nell’occasione collegò l’età della pianta a quella della Giovine Italia. Significativo questo passaggio del suo discorso: “…venne portato a Barga, per ornamento di qualche chiesa o di qualche sala, che cosa? quel cedro, che un vecchio Bargeo ora morto mi affermava avere la sua età. Ora il vecchio era nato nel quattordici. E il cedro vegetò molti anni in una conca, poi in un orto; infine qui sul bastione, dal 1836, spiega le sue forti braccia, sfidando i venti e le folgori, e albergando i passeri. In poco men d’un secolo la pianticella s’è fatta un bell’albero, un grande albero. Ma sapete, o cittadini di Barga che considerate il cedro del Libano come vivo stemma della vostra terra, e che avete voluto che alla sua ombra stesse colui che della vostra terra fu il presidio ed è l’onore, sapete che cosa in quello stesso intervallo di tempo crebbe anche più di quel cedro, e da più infelici cominciamenti, e attraverso più dure vicende? Cittadini, l’Italia!”.

Una pianta citata in questi modo dal grande Poeta, una pianta che porta in sé la storia, avrebbe forse meritato lo stesso interesse che nelle settimane scorse è stato dato anche dai media nazionali alla quercia di Pinocchio nella piana di Lucca. Qui però, di studiosi, a parte quelli chiamati dal Comune, non se n’è visto uno. Qui di aiuti all’Amministrazione Comunale, da parte di enti, fondazioni che potrebbero dare una mano almeno a sistemare al meglio la piazza, non ce ne sono mai stati. E tra poche settimane si celebrerà il funerale di questo cedro, nato nel 1814.

Ma quali saranno i tempi dell’abbattimento e quali le soluzioni possibili. A fugare il campo da tutti i dubbi è stato recentemente, in una intervista, il sindaco Sereni assieme all’assessore Luigi Salvi.

La pianta sarà tagliata con la fine dell’estate. Dopo tutti i tentativi fatti per salvarla, la soluzione è adesso purtroppo obbligata ed il sindaco ha voluto sottolineare che si tratta di un atto doloroso; che sente come un’amputazione di una parte del paese.

Dato che il terreno è infestato da parassiti che hanno ucciso la pianta, per almeno due anni sarà impossibile porre qualsiasi altro tipo di pianta, ma il comune esclude a priori l’ipotesi del parcheggio.. Già pronto il progetto commissionato dall’Amministrazione Comunale all’arch. Lunardini e che sarà presentato quasi sicuramente entro settembre a tutta la comunità.

Gli intendimenti del comune sarebbero comunque quelli di procedere ad una sistemazione dell’ara per farla tornare ad essere , come è sempre stato per questo luogo, uno spazio dedicato ai bambini. Decenni fa i ragazzi del Castello, avevano tutto il Fosso per giocare; poi gli spazi si sono ridotti al bastione, ma almeno qui devono restare secondo il sindaco Sereni.

E si pensa anche a come conservare la memoria del vecchio cedro. In particolare con il suo legno l’idea è di ricavare alcune opere d’arte come una grande scultura dedicata al Patrono. Verranno anche ricavate delle tavolette con impresso il simbolo di Barga da dare in omaggio alle personalità illustri come simbolo della storia di Barga.

Insomma, l’essenza, lo spirito di quella pianta, rimarrà ancora in queste iniziative e questa ci sembra una decisione lodevole.

Partendo dalla bella mostra realizzata da Angelo Pellegrini al Crocifisso durante l’estate, sui cedri e le conifere di Barga, potrebbe anche essere realizzato un libro sulla storia del cedro del Fosso.

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