La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (sesta parte.)

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Nel passato numero dei nostri articoli abbiamo letto le parole che pronunziò il Card. Maffi celebrandosi nella selva di Caterozzo la commemorazione dei morti per i bombardamenti Austroungarici su Padova. Tra quelle patriottiche e fideistiche parole, c’era anche un accenno alle nuove scuole elementari di Fornaci, da aprirsi ai bambini ma che l’emergenza del momento aveva invece destinato ai profughi del Veneto. In verità, almeno secondo La Corsonna e non dubitiamo, sia i profughi sia i bambini scolari, almeno in parte, trovarono accoglienza nell’edificio, anche se i secondi furono costretti in due stanze al piano superiore.

L’immagine con cui aprimmo il passato articolo e che fa vedere il Card. Maffi a Caterozzo mentre, al termine della Messa e in fronte all’altare da campo, sta parlando a numerosi intervenuti alla cerimonia, quell’immagine, molto efficace, fu riprodotta anche in cartolina e venduta a favore del Comitato Assistenza di Barga, durante un incontro patriottico che si tenne il 28 aprile 1918 al Teatro Differenti di Barga.

Si tratta della conferenza che, su iniziativa del Comitato Resistenza Interna di Fornaci di Barga, tenne Bianca Flury Nencini, segretaria del Comitato Orfani di Livorno, dal titolo “L’Esercito combattente e gli Eserciti delle retrovie”, il cui testo, sempre a cura dello stesso Comitato organizzatore, fu stampato per i tipi della Sighieri e Gasperetti di Barga e posto in vendita, in elegante veste, presso l’Agenzia Tognarelli della stessa Barga a Cent. 30 e tutto a favore del Comitato Pro Orfani di Guerra. In occasione della conferenza prestò servizio anche la Banda della Metallurgica, che prima e dopo intonò vari inni patriottici. Così annotava La Corsonna nell’edizione del 12 maggio 1918 circa la manifestazione:

“La conferenza preparata senza pompa di ufficialità, fu un vero godimento di tutti e soprattutto della massa operaia, che è la parte più attiva del popolo che lavora, agisce, pensa e apprezza la parola che conforta, incita e educa. La chiusa della bellissima conferenza fu salutata da una lunga interminabile ovazione …”.

La conferenza Flury Nencini ebbe la sua vasta eco, simile a quella del Card. Maffi che arrivò sino al Governo Italiano e di ciò fanno fede le lettere che si pubblicarono su La Corsonna, inviate all’Ing. Orlando da parte del Ministro Leonida Bissolati, Ministro di Guerra Vittorio Alfieri e Direttore della Regia Marina di Livorno Col. Ignarra.

Tra queste iniziative patriottiche, con alacre impegno, continua il suo lavoro molto umanitario il Comitato Pro Orfani di Guerra e su La Corsonna N.6, di domenica 24 marzo, vediamo reso pubblico un invito diretto a tutti soci, più di Mille, affinché partecipino all’Assemblea fissata per lunedì 4 aprile. Il luogo della riunione è presso il refettorio della S.M.I. con il seguente Ordine del Giorno:

Comunicazioni –Aggiunte allo Statuto Sociale –Conto del tesoriere e consuntivo al 31 dicembre 1917, relazione del Consiglio e dei Revisori –Elezione del cassiere e di due consiglieri dimissionari.”

In concomitanza con l’importante annuncio, La Corsonna elabora un lungo scritto a favore dell’idea del Comitato Pro Orfani, giornale che vede Alfredo Stefani, uno dei due direttori con il fratello Italo, parte attiva tra gli iscritti dello stesso Comitato. Il testo sarà poi pubblicato sulla prima pagina del N. 7 del 7 aprile 1918 sotto il titolo “Il più sacro dovere dell’ora presente –Per gli Orfani di Guerra”, cui si affianca quello del segretario del Comitato Pro Orfani Corrado Fiaschi “Poveri Bimbi”, articoli simili nel fine che manifestano per vie diverse. Noi qui stralciamo alcuni brani dall’articolo firmato La Corsonna:

“… Cadevano per non rialzarsi coloro che nelle case lontane lasciavano soli alla vita, bimbi incoscienti che aspettavano e aspetteranno lungamente il babbo che non tornerà più. Cosa videro queste vittime più sante di questa nostra guerra, nell’attimo che si dipartivano per sempre? …

Forse un sorriso chiuso nel cuore col nome dei cari sbocciò per l’ultima volta come un tremolio di stella e la morte nell’estremo anelito di vita apparve una persuasione di vita nei piccoli esseri lontani, nati da loro, dal sangue loro che offrivano alla Patria.

Nell’offerta di se stessi, della loro paternità più sacra della vita medesima, affidavano ai superstiti il maggior tesoro che la natura nelle sue leggi ne aveva fatti custodi. … Ed è appunto, spesse volte, la mancanza del genitore che rende più difficile e più ardua l’esistenza del fanciullo. Ma gli orfani di guerra devono essere i figli prediletti della Patria.

Ogni italiano ha il dovere di essere un padre, l’amico, il consigliere, il sostentatore di queste vittime innocenti, che nella loro debolezza hanno solo da chiedere, tutto da volere. Sono essi i piccoli martiri, sono, diciamolo pure, gli eroi muti che hanno offerto, alla libertà e alla giustizia, ciò che era tutto per essi: l’amore e il sostegno, le carezze e gli insegnamenti, la vita preziosa del loro babbo. …

Che nulla manchi a essi, né il pane quotidiano, né la carezza, né la parola di bontà, né l’incoraggiamento e il consiglio di coloro che restano a perpetuare, al di qua delle frontiere, il ritmo della vita!

Ognuno faccia ciò che può, anzi più di quello che le sue forze gli permettono. …

Per questo nel nostro Comune, a Fornaci di Barga, sorse un Comitato di Assistenza agli Orfani di Guerra. Ne furono iniziatori i metallurgici di quell’opificio, che incoraggiati dal Comm. Luigi Orlando e dal Col. Cerrai, si posero subito all’opera. … Molti hanno dato … moltissimi hanno però disertato le file … a Gallicano e Coreglia il numero dei soci è tanto esiguo che non torna certo a onore di quei due paesi. … c’è ancora modo di pensare a noi stessi, agli antichi istinti di Caino? … perché questo Comitato viva e continui l’opera iniziata necessitano fondi e ognuno deve ascriversi. …

LA CORSONNA”

Per tenere alto il morale dei barghigiani, il giornale ricorre saltuariamente alle più belle figure della terra di Barga legate al patriottismo italico e, come già detto in altro articolo della memoria di Antonio Mordini, anche riandando al suo legame con Garibaldi e naturalmente ancora a Pascoli, che qui visse e aveva diffuso nella prima al Teatro Differenti del 1911, “La grande proletaria si è mossa”.

Del Poeta è appena scorso l’anniversario della sua morte, che correva il 6 aprile e in questo 1918, a sei anni dalla scomparsa, si commemora con l’articolo “6 Aprile”, dove si lega la sua memoria al momento vissuto dall’Italia e che lui avrebbe condiviso, così ne è convinto il giornale La Corsonna, appunto, pensando alla sua idea scritta per l’impresa libica del 1911. Nel maggio è la volta della celebrazione garibaldina, l’impresa dei “Mille vindici del destino d’Italia”, che la notte del 5 maggio salparono per l’avventura:

“Sembra di riascoltare la loro voce sommessa, i loro richiami sulle rive di Quarto e mentre nel cielo tremolavano le stelle e lontano si accendevano i colori dell’alba, attoniti, con gli occhi spalancati innanzi a se, partivano verso la Sicilia, verso la Patria da redimere.”

Tornando sui nostri passi, alla riscoperta della genesi dell’Asilo Pascoli per gli Orfani di Guerra, eccoci a rileggere l’articolo con cui La Corsonna commenta l’Assemblea del 4 aprile 1918, nel suo N. 8 del 21 aprile:

“Giorni scorsi a Fornaci di Barga vi fu assemblea generale del comitato pro orfani di Guerra. L’immensa sala del refettorio della metallurgica era gremita e ciò dimostra che specie nel ceto operaio di quell’importante opificio, i soci sono numerosi. Lo rilevò con piacere anche il presidente onorario Ing. Orlando, che apprezzò lo slancio di questi, deplorando in pari tempo l’assenza di coloro che più di tutti avrebbero dovuto trovarsi nelle nostre file.

Il Col. Cerrai lesse quindi la relazione morale e finanziaria dei primi mesi d’operato della benemerita Istituzione lasciando in tutti la migliore impressione per il bene che prodiga incondizionatamente a tutti coloro che la guerra ha reso orfani.

Si procedette quindi alla nomina del nuovo Cassiere e di un consigliere, posti rimasti vacanti per la chiamata alle armi dei medesimi. Fu nominato cassiere il sig. Balletti Benedetto, consigliere il sig. Fusco Cesare.”.

Questo incontro, che certamente è l’apice raggiunto dal Comitato Pro Orfani di Guerra nei primi mesi di vita, per l’accennata importanza, ebbe anche l’onore delle stampe presso la tipografia Mariotti di Pisa, con il titolo “Comitato di Assistenza e Patronato Orfani di Guerra Fornaci di Barga”, dove si pone nero su bianco ogni cosa detta e deliberata nell’Assemblea, oltre alla composizione direttiva dell’Ente Morale, eretto tale con Decreto Prefettizio del 28 novembre 1917.

La pubblicazione, uguale nel formato e nell’idea a quella attuata dal similare Comitato di Livorno (1917), di cui non a caso è presidente lo stesso Ing. Luigi Orlando, si apre con la composizione del Consiglio Generale Patronato Orfani di Guerra –Fornaci di Barga, che a seguire possiamo leggere, evidenziando i nomi dei riconosciuti personaggi “locali”, tra cui il condirettore La Corsonna, Alfredo Stefani, che a seguire vedremo iscritto anche tra i soci perpetui:

“Presidente Onorario: Orlando Grande Ufficiale Comm. Ing. Luigi.

Presidente Effettivo: Cerrai T. Colonnello Cav. Uff. Avv. Raffaello.

Vice-Presidenti: Garretti Rag. Riccardo e Carradini Dott. Eliodoro.

Segretario: Fiaschi Corrado.

Vice-Segretario: Picchi Umberto.

Cassiere: Balletti Benedetto.

Economo-Provveditore: Cassinari Umberto.

Consiglieri: Del Bono Conte Ing. Gian Filippo –Fusco Cesare –Geretti Emma – Gregotti Ing. Silvio –Luppichini Guglielmo –Motroni Ersilia –Nardini Ida –Orlando Luigi –Pacini Cav. Luigi –Scolastico Lucia –Valgiusti Giovanni –Della Pace Don AlfredoGarzoli Emilio – Geppetti Angelo –Morelli Giuseppe –Micheluccini Gen. Ing. Ruggero –Orlando Irma –Petrucci Balduina –Sacchi Ilda –Stefani Alfredo.

Revisori dei Conti: Chiaradia Francesco –Fiesoli Luigi –Tangocci Enrico”.

La relazione letta ai Consoci, si apre con il consuntivo dei mesi del 1917, dove si accenna anche alla storia dell’associazione e si fa il numero dei soci sino al giorno dell’assemblea: Soci Ordinari 1173, Soci Perpetui 56 e Soci Benemeriti 1 (Comitato Nazionale Orfani tramite l’Ing. Orlando per S.M.I.). Continua poi con l’attività del primo bimestre 1918, descrivendo come si è mossa l’azione del Comitato e le sinergie che hanno smosso, tra cui i medici che curano gratuitamente gli orfani: Ciccato Domenico, Coli Renato, Coli Adolfo, Lazzaroni Domenico, Lucignani Ezio, Sacchi Ezio e Verciani comm. Giuseppe. Inoltre si prefigura la costituzione di una colonia marina in sinergia con il Comitato Pro Orfani di Livorno, di cui è presidente lo stesso Ing. Luigi Orlando:

“Ai nostri ragazzi il beneficio della cura del mare, come agli orfani di Livorno potremmo noi in ricambio dare i benefici dell’aria delle nostre colline. L’affetto che il Comm. Orlando porta ai due istituti fratelli affida nel successo di una simile pratica.”.

Si ripete ancora la richiesta d’adesione al Comitato, con parole che, a leggerle oggi, ci fanno venire i brividi, pensando a quale e quanta novità economica rappresentò per la Valle del Serchio la S.M.I. che Dio voglia continui nelle attuali vesti ma leggiamo:

“In questi paesi, che circondano la Fabbrica di Munizioni, la dove tanta onda di benessere, frutto di lavoro, si spande, non può mancare l’adesione e il concorso al nostro Comitato di molti altri cittadini.”

Andando avanti nella relazione si nota all’entrata dei fondi la cifra versata tramite il Comitato Resistenza Interna da operai e impiegati sino al marzo 1918: £ 17. 881, 10. Mentre dal resoconto finanziario apprendiamo che i soci ordinari hanno versato £ 4.307, 50. I soci perpetui £ 5. 225,10. Elargizioni £ 19. 532,60 e interessi £ 3.833,34, per un totale di £ 43.364, 34; però all’attivo del bilancio si notano £ 24.908, 85.

Dopo il bilancio si passa ai nominati negli organi esecutivi, come la Commissione Visitatrice, composta di tutte donne sotto la guida di Irma, moglie dell’Ing. Orlando:

Presidente: Orlando Irma

Segretaria: Garetti Emma

Commissarie: Baulina Cesarina –Benedetti-Mencarini Rosa –Caproni Marianna –Caproni Aida –Coli Albertina –Cellini Beatrice –Carradini Giuseppina –Diversi Bice –De Rham Donny –Fiesoli Dina –Franchi-Pinocci Adele –Fambrini Teresa –Laurenzi Teresa –Nardini Aida –Nardi Milena –Pengheem Zita –Piacentini Armida –Pacini Edvige –Piacentini Adelina –Paoli Puccetti Vittorina – Sacchi Ilda –Simoni-Moni Alessandra –Torriani-Lucchesi Dina –Venelli-Catelli Giuseppina –Verciani Matilde.”

A seguire dall’elenco dei 56 soci perpetui stralciamo quelli che pensiamo siano del Comune di Barga, evidenziando in neretto le adesioni ritenute più espressive:

Baldi Anita –Clerici Angelo –Cervetti Pietro –Fratellanza ArtigianaGarzoli Emilio (f. f. di Sindaco in luogo del prof. Cesare Biondi) –Iacopetti Francesco –Iacopetti Giuseppe –Iacopetti Teresa –Livi Salvatore –Livi Amabile –Lucignano Ezio –Morelli Giuseppe –Nardi Raffaello –Nardini Emilio –Nardini Zaira –Riani Massimo –Rinaldi Giuseppe –Stefani AlfredoSocietà Reduci Patrie Battaglie –Verzani Gustavo.

Si continua poi con i nomi di tutti i soci ordinari, che per la lunghezza non riportiamo, evidenziando unicamente le personalità, enti e associazioni riconosciute, legate al nostro Comune di Barga:

Arciconfraternita di Misericordia –Arrighi Irma Giusti (insegnante al Conservatorio S. Elisabetta) –Bernardoni don Valfredo (pievano di Loppia) –Biagiotti don Enrico (canonico del Duomo) –Carradini dott. Eliodoro con altri 6 della famiglia, tra cui Domenico che morirà per il conflitto il 3 luglio 1918 –Carrara Ing. Alceste –Del Nibbio suor Luisa (superiora suore Giuseppine di Barga) –Della Pace don Alfredo (proposto di Barga) –3 persone della famiglia Equi –Fiesoli Luigi (segretario del Comune di Barga) –Lazzaroni dott. Domenico (medico condotto a Barga, già e futuro sindaco di Barga) –Marcucci don Enrico (il “Dorme”; il santo di Barga canonico del Duomo) –Ospedale S. Francesco –Piacentini Egisto (Presidente Ospedale S. Francesco e Governatore l’Arc. Misericordia di Barga) –Stefani Italo (condirettore La Corsonna, con Alfredo.)

Terminando questo capitolo, come morale soddisfazione alle mie tante fatiche di ricerca, lasciatemi citare le persone ritrovate nell’elenco dei soci e che in qualche e diversa misura hanno un suono familiare. Alludo a Cecchi Attilio, Fanti Ettore, Paoletti Annita e Setti Emilia (mamma di Setti Pietro morto nel conflitto nel giugno 1918). (continua –Pier Giuliano Cecchi)

Pier Giuliano Cecchi

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