Lupi: indennizzi certi e celeri, ‘pastore sentinella’ e diritto all’autodifesa: le proposte della CIA e dell’associazione pastori italiani  

-

Un centinaio di pastori della provincia di Lucca e di quelle limitrofe hanno preso parte all’incontro che si è svolto a Borgo a Mozzano, organizzato dalla Cia Toscana Nord e dall’associazione Pastori d’Italia. Scopo dell’incontro era quello di esaminare la sempre maggiore presenza del lupo nelle nostre zone e individuare alcune possibili soluzioni a questo che sta divenendo un vero problema per gli allevatori.

Nel corso del dibattito è stato evidenziato come ormai il lupo non si fermi più sulle montagne, ma scenda anche più a valle e si avvicini ai paesi, come hanno dimostrato recenti fatti di cronaca. Una situazione che diventa sempre più insostenibile per i pastori e, per tale ragione, è necessaria una tempestiva approvazione del Piano Lupo.

«In realtà non riteniamo il Piano Lupo risolutivo – afferma il direttore della Cia Toscana Nord, Alberto Focacci –, in quanto prevede delle misure preventive che sono molto costose per i pastori e, soprattutto, quell’abbattimento del 5% della popolazione è, a nostro avviso, inutile e perfino dannoso. D’altro canto, avere una tempestiva approvazione di questo documento permette di portare l’attenzione sul problema-lupo e sulla condizione di lavoro dei pastori, fornendo una base concreta sulla quale lavorare e, quindi, migliorare».

Attualmente il Piano Lupo – che deve essere approvato dal Governo – è fermo alla Conferenza Stato-Regioni, poiché vi sono delle discordanze tra le richieste di alcune Regioni e quello che è contenuto nel documento.

Al termine della riunione sono state elaborate alcune proposte concrete per cercare di dare delle soluzioni al problema.

Innanzi tutto si è chiesto che vengano riviste le modalità di indennizzo, valutando anche i capi in età giovanile (agnelli e capretti), i capi dispersi o di cui non è più reperibile la carcassa. Il risarcimento dovrà essere congruo e tempestivo, considerando sia il danno diretto, sia quello indiretto.

Altra proposta è quella di istituire il ‘pastore sentinella’, figure a tutela delle aree maggiormente predate con compiti ben dettagliati e documentabili di monitoraggio e sorveglianza, alle quali dovrebbe venire corrisposto un premio annuale, adeguato all’impegno.

L’ultima proposta è quella del diritto alla difesa attiva del patrimonio zootecnico degli allevatori: «E’ inaccettabile – spiega Focacci – che un pastore debba assistere allo scempio del proprio gregge, scacciando i predatori al massimo con la scopa, come peraltro accaduto. Questa proposta potrebbe sembrare che crei un danno al lupo, ma non è così: il lupo sta prendendo sempre più confidenza con l’uomo, poiché non avverte più il pericolo dell’avvicinarsi a dove l’uomo vive. Per tale ragione, chiediamo che, analogamente a quanto già accade con i cinghiali, al pastore sia consentito di provvedere in proprio alla difesa attiva dei propri animali. Questo, oltre a riconoscere un diritto – conclude il direttore della Cia Toscana Nord –, consentirebbe il ripristino della naturale diffidenza del lupo nei confronti dell’uomo e dei suoi beni, di fatto salvandolo da un abbattimento indiscriminato, volto solo ad abbassare il totale della popolazione».

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.