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- di Ivano Stefani

Lo sviluppo fornacino legato all’emigrazione (Prima parte)

Quando dal 1840 in poi, quasi esclusivamente al Nord Italia, si iniziarono a sentire gli effetti della rivoluzione industriale già in atto in buona parte dell’Europa, nel Granducato di Toscana i mutamenti furono pressoché inesistenti. E ciò non fu dovuto soltanto alla mancanza di grandi capitali, che avrebbero innescato un processo di crescita industriale, ma anche dal consolidarsi di una linea economica liberistica sostenitrice della mezzadria. Al momento dell’unificazione con il Regno d’Italia, le attività industriali presenti nel Granducato erano ancora di scarso rilievo e gli effetti degli avvenimenti geo-politici che portarono all’unità, con ripercussioni negative su buona parte del territorio nazionale, fatalmente si riversarono sulla debole economia locale. A Fornaci di Barga, oltre agli opifici per la produzione di laterizi, erano presenti anche alcunefilande da seta – quelle di Paolo Da Prato, Francesco Cheloni, don Pietro Verzani erano funzionanti almeno fino al 1850 – che davano un po’ di lavoro e un certo guadagno, ma il reddito della popolazione,…