Tag: Ettore Petrilli

- di aa.vv.

Stalattiti Insanguinate (quarta parte)

Intanto un uomo bussa alla porta di Pietro Campara che, ancora in vestaglia, va ad aprire. Una figura alta con un passamontagna in testa lo spinge alla parete e lo blocca con il fucile. Pietro urla spaventato, ma costui con un gesto della mano gli chiude la bocca. Pietro nota che la gamba sinistra del suo aggressore è legata con un fazzoletto rosso di sangue. L’uomo prende da un vassoio di ceramica le chiavi di un auto e dal secondo cassetto di un mobiletto estrae un portafoglio. Quindi trascina Pietro in salotto e strappa forte il filo della luce di un’ abat jour. Lo lega mani e piedi. Si sofferma davanti ad alcune fotografie di famiglia, si volta ed esce zoppicando da casa. Pietro urla chiedendo aiuto, ma nessuno lo sente. Poi riesce a liberarsi e a fare il numero del comandante dei carabinieri. Quando la volante del comandante parcheggia davanti a casa, Pietro si precipita ad aprire la porta:…

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Stalattiti Insanguinate (terza parte)

Dopo venti minuti l’auto del comandante si ferma difronte a una villetta ordinata circondata da un piccolo giardino. I due scendono e suonano il campanello. Un uomo si affaccia alla finestra. “Cosa volete alle sette della mattina? Chi siete?”. “Carabinieri. Dobbiamo parlare con Pietro Campara. E’ lei?”, risponde il comandante. “Si sono io”, risponde l’uomo. “Allora ci apra per favore”, gli intima il comandante. Dopo pochi istanti l’uomo, in vestaglia, è alla porta, mentre squilla il telefono cellulare del comandante. “Pronto! Come? Ci sono feriti? Va bene, ho capito. Procedete come da istruzioni del GIS. Mi metterò in contatto con voi al più presto. Tenetemi aggiornato”. Spegne il telefono e si rivolge a Samuele. “C’è stato uno scontro a fuoco nella grotta, l’unico ferito è il fuggiasco. E’ solo e armato, è scappato da un cunicolo. Si sospetta che si sia creato una via d’uscita”. “E io cosa c’entro?”, chiede Pietro Campara. “Non lo so ancora, si sieda per favore,…

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Stalattiti Insanguinate (seconda parte)

Il comandante dei carabinieri si avvicina a Samuele e con tono risoluto gli dice: “Dottore, mi segua. Andiamo in paese a fare qualche domanda. Lei resterà affiancato a me per tutto il tempo delle indagini”.“Certo. Ma, per favore non mi chiami dottore. Samuele, solo Samuele”, risponde il criminologo per smorzare la tensione.I due salgono su una volante e il comandante mette in moto. Il borgo di Sommocolonia si sta risvegliando. Due turisti con zaino in spalla si avviano verso la cima dei monti. L’auto si ferma e i due scendono. Entrano al rifugio, l’unico luogo pubblico aperto a quell’ora. Una donna dall’aria stanca apre la porta e li fa accomodare: “Ho sentito cos’è successo. Davvero terribile”.“Dobbiamo farle delle domande è la prassi”, dice il comandante. Poi si volta verso Samuele: “Inizi lei”.“Ecco, va bene, sì. Allora, vediamo. Signora”, tossicchia, “prima di pensare che la dentro ci sia un commando armato, immaginiamo per un momento che si tratti di un solo…

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Stalattiti Insanguinate

Vi presentiamo un racconto scritto, ideato e immaginato da quattro dodicenni, Ettore Petrilli, Francesco Lenci, Angelo Meschi, Samuele Forlini e redatto dalla mamma di Ettore, Brunella Ponzo. Un progetto nato dalla fantasia dei quattro, che una sera d’estate si sono ritrovati nella campagna barghigiana ospitati dalla famiglia di Ettore, e come tutti i ragazzini della loro età si sono messi a immaginare storie d’azione e “di paura”, la prima trattava di un tragico capitombolo di un esperto alpinista dalla cima di una montagna, la seconda era una storia di fantasmi, la terza analizzava le macabre intenzioni di un serial killer, la quarta parlava di un triller in grotta…. Così, presi dall’ardore del raccontare, grazie anche all’aiuto di mamma Brunella, hanno deciso di mettere su carta la storia più avvincente, arrivando a partecipare con il loro manoscritto all’edizione della scorsa estate del Garfagnana in Giallo. Nonostante il manoscritto non abbia vinto, i piccoli autori hanno continuato il loro progetto, facendolo leggere…