Storia del Teatro Differenti a Barga: tra Ottocento e Novecento (22)

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Così l’Eco del Serchio, sul numero quarantanove del 4 dicembre 1881 parla dell’esecuzione al Teatro del dramma L’Assedio di Barga (42): Spettacoloso con analoghi combattimenti all’arma bianca … non Mancarono i colpi di scena e l’effetto si mantenne in tutto l’andamento del dramma … questa sera (domenica 4 dicembre) si replica e si spera di vedere un altro buon incasso … dunque andiamo tutti in massa a dare un addio a questa eletta unione d’artisti.  Il gruppo d’artisti non era di Barga ma prese a collaborare personaggi della locale filodrammatica. La Compagnia aggiungerà allo spettacolo una farsa sostenuta dal giovane Italiano Capretz. Lodiamo il bel pensiero. Per il dramma L’Assedio, si notò che il pubblico stipava il Teatro, chiosava il cronista: il patriottismo dei barghigiani non si smentì. Si ricorda anche una scena, eseguita con l’assedio in corso, consistente nell’udire nel silenzio scenico delle tenui voci che venivano dalle quinte e sempre più chiare man mano che si avvicinavano alla meta. Gli spettatori trattenevano il fiato, anche perché non sapevano se erano voci a favore o contro Barga. Chi sarà che si avvicina alla scena? Chi sarà che viene vociando su per l’erta? Poi giunsero e si vide che erano dei corrieri gigliati mandati da Firenze. Il capo del drappello, tergendosi la fronte e battendo il grosso bastone sul tavolato del Teatro, esordì esclamando: Finalmente siamo giunti a Tiglio! Il pubblico preso dalla scena di Barga assediata, pensando al peggio, a quelle parole si scatenò prorompendo in un lungo applauso.

Si faccia attenzione che siamo al 1881 e da non molti anni era finita la lunga e positiva esperienza di Barga legata a Firenze e al Granducato, quindi, immaginabile che nel momento dell’applauso ci fosse anche un segno di riconoscenza per l’importante passato ciò che, prima, le vicende dei movimenti politici europei, poi l’Unità d’Italia, avevano interrotto.

Andando avanti, prima dell’ultima rappresentazione L’Assedio di Barga, giovedì 1° dicembre, c’era stata l’esecuzione di un dramma La Colpa Vendicò la Colpa, probabilmente eseguita dalla solita ignota Compagnia, in cui aveva recitato una bambina di Barga, Arianna Conti, con un plauso molto singolare da parte del giornale: Recitò con molto sentimento … si fece ripetutamente applaudire. Ella dimostra, benché in si tenera età, molta intelligenza e molto cuore.

Con L’Assedio di Barga si era chiuso i battenti del Teatro e si narra su L’eco del Serchio che all’ultima rappresentazione ci fu una piena di gente, tanto da consolare gli spiriti e le borse degli impresari. Si nota poi che l’ignota Compagnia, ma è molto probabile fosse la Mugnaini, si era avvalsa anche di filodrammatici di Barga, oltre a Capretz e la bimba Arianna Conti, parteciparono anche Dario Nardini, Gio. Batta Rocchiccioli e Antonio Equi. La cosa più interessante e che maggiormente riguarda questo lavoro che ritesse la storia del Teatro, fu quando il cronista con precise parole intese spronare i compadroni a far sì che i ragni non lavorino molto nel Teatro, quindi sperando che presto si riapra e si vocia che, tra l’altro, anche la filodrammatica locale sia tendente a rinnovarsi a progredire e quindi: animo!

Andando avanti per sommi capi circa il nostro racconto, ecco che l’anno 1885 s’inaugura a Barga il monumento a Giuseppe Garibaldi. Il giorno scelto è quello della sua morte, cioè il 2 giugno, la sera ci fu uno spettacolo al Teatro dei Differenti, prima rappresentando la commedia La Legge del Cuore di Dominici e poi dai dilettanti di Barga incentrato su l’Eroe dei due Mondi. Furono declamati dal dilettante Vittorio Piacentini dei bellissimi versi su Garibaldi, autore ne fu il pretore di Barga avv. Ubaldo Ubaldi. Durante la recita fu suonato almeno otto volte lo storico Inno e questo singolare dato ci fa capire che, seppur si taccia nel programma, al Teatro fu presente anche la Banda Comunale.

 Ogni tanto, come più volte si è detto, le rappresentazioni avevano il fine di contribuire a rinvigorire le casse di qualche ente di Barga, come nel caso di una beneficiata attuata l’anno 1887 a favore della Banda di Barga. In questo caso non fu uno spettacolo ma tre Gran Veglioni, con balli e altri divertimenti, che si tennero domenica 20, lunedì 21 e martedì 22 febbraio. Così recitava l’invito rivolto ai cittadini: S’invita il pubblico concorrervi numeroso dando così una nuova prova di simpatia verso un’istituzione che mentre è di decoro e lustro al paese non ha altri mezzi per sostenersi economicamente che la generosità cittadina. Prezzo del biglietto d’ingresso Centesimi 40. Le chiavi dei palchi si vendono dal Sig. Giuseppe Rocchiccioli. Questi era imparentato con la famiglia Capretz che gestiva l’omonimo locale, il più bello di Barga, nell’allora cosiddetta Piazza, quella attuale del Comune o Salvo Salvi, che come vedremo era molto interessata al Teatro, che per anni prenderà in gestione, specialmente nel periodo del Carnevale.

 

Circa le due serate si fecero anche i nomi di chi si dette da fare per arrivare ad allestirle nel migliore dei modi e questa fu una sorta di Commissione i cui nomi erano:

Valentino Bonaccorsi presidente – Solferino Rocchiccioli segretario – Luigi Biagiotti – Antonio Castelvecchi – Gio. Batta Rocchiccioli – Luigi Fiesoli – Giuseppe Marchetti – Giuseppe Iacopetti – Vittorio Picentini – Italiano Capretz.

 Quando si arriva al 1889 le cronache teatrali del Differenti sono più cospicue. Si inizia a sapere qualcosa a febbraio, quando vediamo che al Teatro, si annuncia che per la sera di domenica 3 febbraio si darà il dramma Il Lupo di Mare. (43)

Questo dovrebbe essere un racconto incentrato sui viaggi marini con tutti i loro pericoli e ciò ci porta a considerare il momento vissuto dai barghigiani, che ai viaggi sul mare affidavano la loro speranza.

Poi si arriva a una delle solite occasioni con cui il barghigiano potrà dimostrare quanta buona volontà, si sentirà di mettere in aiuto alle belle iniziative sociali, in questo caso si tratta dell’Ospedale di Barga, che allora, gestito da un consiglio amministrativo, viveva autonomamente. Ovvio, anche se a questo punto è quasi scontato dirlo, che con questo lavoro incentrato sul Teatro, abbiamo toccato un poco di storia di Barga e continueremo a farlo. Detto questo, ora sentiamo come si presentò la beneficiata per l’Ospedale, da loro appellato spedale.

 

BARGHIGIANI! Le limitate finanze del nostro Spedale e le cresciute esigenze della chirurgia e dell’igiene, hanno costretto il Consiglio di amministrazione di aprire il Teatro dei Differenti con cinque Veglioni che avranno luogo nei giorni 24 e 28 febbraio e 3, 4 e 5 marzo a totale benefizio dello spedale di San Francesco.

Il Consiglio sottoscritto crede inutile ogni raccomandazione perché da lungo tempo conosce, non solo la vostra filantropia, ma ben’anche l’amore che tutti portate a una delle più belle e delle più civili istituzioni, che abbia eretto in questo paese la carità e la pietà dei nostri antenati.

BARGHIGIANI – Accorrete numerosi e siate certi che il vostro obolo versato per un divertimento tornerà sollievo gradito alla sofferente umanità. 

Il Consiglio di Amministrazione: Fiesoli Luigi Presidente – Dott. Luigi Stagi Vice Presidente – Castelvecchi Antonio Maestro di Casa – Rocchiccioli Gio. Battista Consigliere- Castelli Vincenzo Consigliere – Capretz Giuseppe Consigliere – Iaccheri Iacopo Cassiere – Rocchiccioli Solferino Segretario. (44)

 

Poco tempo dopo il Teatro si trova a ospitare la compagnia di Ferruccio Petroni, che già fu a Barga l’anno 1884 e si dice fosse stata di buona levatura, ora meritando gli auguri di buoni affari. Sulle tavole del quasi centenario nuovo Teatro dei Differenti fu portata la commedia di Ludovico Muratori Virginia, dove si fece notare la moglie di Petroni, Lucia. Tutto andò benissimo e ci fu un buon successo, mentre riuscì un po’ freddina, la farsa per soli uomini La Consegna è Russare che aveva come primo titolo Le mutande del Governo, autore Vito Acocella, comunque, si dice che il pubblico si divertì assai. (45)

La cosa più bella per noi che siamo sulle tracce dei barghigiani e il loro Teatro, si ebbe quando la Compagnia rappresentò Il Ballo degli Angioli, dove: si esibirono tante bambine di Barga che molto gentilmente si prestarono, tutte eseguendo la parte a puntino. Si dice che il culmine si ebbe con il valzer finale delle stesse bambine: ballato ad una ad una, fu di un effetto magico, se consideriamo l’età delle bambine e le poche prove fatte. 

 

Largo Roma

Circa la vita sociale di Barga va detto che in questi anni di fine Ottocento, esattamente nel 1891, nasce a Barga una società cattolica che fu dedicata alla memoria del letterato barghigiano Pietro Angeli detto il Bargeo, appellato anche Angelio. In effetti, alla nuova società, che aveva fini mutualistici, fu imposto il nome di Società Angelio – Fede e Azione e sorse in contrapposizione alla massonica Fratellanza Artigiana. L’opera fondante fu svolta dal barghigiano don Carlo Nanni, realizzando al suo interno anche il Circolo Pio X. Questo allestì un teatrino subito all’inizio della via che dal Cedro che è al Largo Roma va al Cimitero e dove il cappellano di Barga don Gambassi, svolgeva la funzione di direttore di una giovanile compagnia filodrammatica di cui non abbiamo altre notizie. Il teatrino fu attrezzato in un capannone, dove era esistita una segheria per il legno. Nel 1927-8 lo stabile del teatrino fu acquistato per essere trasformato nel villino di Pietro Da Prato e Amelia Cecchini, oggi di Maria Pia Baroncelli.

Anche in altri luoghi s’inizia a fare spettacoli tra teatro, cabaret e musica, specialmente entrando nel Novecento, luoghi di appuntamento i caffè Moscardini a San Rocco e Capretz alla Piazza di Barga, senza tralasciare gli occasionali incontri nel cortile di Palazzo Balduini, divenuto Tallinucci e poi Nardi. Sono anche anni questi che sempre più si sente parlare d’incredibili immagini proiettate in movimento, prima mute ma potenti, che pian piano fanno concorrenza anche al Teatro, una novità che assomiglia alle produzioni teatrali di commedie e altro ma con un grande vantaggio, che se a chi filma non piace una scena la cancella, mentre sulle tavole polverose ciò che si produce, salvo le preventive prove, è irrimediabilmente un fatto accaduto. Il cinema avrà una vita solo e unicamente sua e i teatri non potranno far altro che ospitare le sue produzioni tra le sua mura.

L’Ottocento traccia e il Novecento esegue, cosicché nasceranno, per ora sempre da venire, ne parleremo negli anni Trenta di questo nuovo secolo, sale cinematografiche che inizialmente avranno il loro palco come fosse un teatro. Il fatto che avessero un palcoscenico, si lascia il forse, si deve ricondurre al fatto che il glorioso Differenti iniziò a sentire sulle spalle il peso del tempo che era passato dal 1795 della sua inaugurazione e a soffrire l’incuria dell’Accademia che sempre più non aveva il sufficiente slancio associativo per fare fronte ai necessari restauri che portarono alla sua chiusura da lì a una trentina d’anni.

Questa è una storia che vedremo più avanti mentre per ora stiamo al nuovo secolo che si apre, dove la parte del leone la fa la commedia mentre la musica lirica, come già abbiamo avuto occasione di osservare, da qualche tempo era quasi sparita, salvo ascoltarla prodotta dagli strumenti della Banda Comunale, cui si era aggiunta la cattolica Fanfara della Società Angelio, o eseguendo operette frutto del genio loci di qualche direttore bandistico. La parte maggiore a Teatro lo avranno i filodrammatici locali, alternandosi con compagnie professionistiche di non comune qualità. Intanto, a Castelvecchio di Barga, sin dal 1895, si è insediato un personaggio che ha una sorella con sé ed è conosciuto in tutta Italia, del quale faremo un capitolo per aver avuto una parte importantissima nella vita del secolare Teatro di Barga. Chi era? Si potrebbe giocare con l’indovinello ma oramai è pleonastico farlo e diciamo il nome: Giovanni Pascoli. (continua)

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42) L’Eco del Serchio. Domenica 4 dicembre 1881 –Anno II – N° 49.
43) L’Eco del Serchio. Domenica 3 febbraio 1889 – Anno X – N° 4.
44) L’Eco del Serchio. Domenica 10 marzo 1889 – Anno X  – N° 9.
45) Nell’anno 1884 si dice che compagnia di Castelnuovo di Garfagnana, rimasta anonima, si fosse esibita al Differenti di Barga. Lo dice Antonio Nardini nel suo libro Storia del Teatro Differenti, dell’anno 1983 e poi riedito nel 1998, ma di più non possiamo dire perché la citazione è priva di un riferi

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