Per il miglioramento dei sentieri appenninici del territorio di Barga

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MONTAGNA – Con lavori per 24 mila euro, finanziati grazie un contributo comunitario (Misura 8.5) tramite la regione Toscana, l’ASBUC di Barga ha completato nelle settimane scorse gli interventi per migliorare i sentieri montani Caciaia – Porticciola (sentiero 20 del Cai) e Caciaia – Basserella lungo il tracciato 00 di crinale appenninico. Due tratti di sentieri montani che si trovano nel territorio barghigiano e che sono molto frequentati dagli escursionisti.

Come ci spiega il presidente ASBUC Giuseppe Nardini, si è provveduto alla ripulitura di alcuni tratti, alla riprofilatura ed il ripristino dei vecchi gradoni in pietra, intervento importante per scaricare l’acqua piovana nei punti più pendenti e limitare quindi i danni sul tracciato dovuti all’erosione. E’ stato inoltre sistemato il noto passaggio difficile nella zona di Porticciola dove sono stati creati alcuni gradoni. I lavori sono stati eseguiti  dalla coop. Pania di Corfino con  la supervisione del direttore dei lavori Pierangelo Biagioni.

Gli interventi sono stati notati ed apprezzati dai tanti appassionati di montagna che in special modo nel periodo di Ferragosto hanno attraversato questi tratti. Peraltro da Porticciola con il sentiero 20 del Cai, si prosegue per raggiungere il Giovo ed il Lago Santo.

Visto il buon esito dell’iniziativa, fa sapere sempre Nardini, è stata presentata da ASBUC un’analoga domanda per il finanziamento dei lavori di sistemazione del tratto del sentiero 20 che dalla Vetricia raggiunge la Caciaia, il che andrebbe a completare l’intervento su tutto il “20”. Il finanziamento richiesto servirebbe anche pe la sistemazione del tratto Bacoleta-Pian dell’Altare del sentiero 28 (Colle Bacchionero – Pian Bacoleta – Porticciola) che permette di raggiungere anche la zona di Baita Morena e di collegarsi anche con il sentiero 26 verso Pian dell’Altaretto.

A proposito di interventi sui sentieri appenninici nei territori di Barga, è previsto anche, fa sapere ASBUC, il posizionamento di alcuni tratti di cavo per una maggiore sicurezza: uno nella zona dopo il Passo del Terzino, sullo “00” nel tratto  Caiaia  – Basserella ed uno sempre sul sentiero 20 in zona Porticciola.

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Commenti

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  1. Complimenti. Ottimo lavoro! Colgo l’occasione per chiedere all’ASBUC un maggior controllo di chi va nelle nostre montagne e frequenta i vari bivacchi…è inguardabile la.sporcizia e il ‘casino’ lasciato. Perchè non fermare le auto alla Vetricia e chiedere il permesso di transito ed annotare il.numero identificativo oppure impedirne il passo se sprovvisti e prendere i nominativi anche di chi va a piedi? Oltre ovviamente a controllare spesso i vari bivacchi?

  2. Mariarosa Renucci


    Sembrerebbe che il finanziamento originale fosse stato approvato per circa il doppio dai progetti presentati delle precedenti amministrazioni, ma l’attuale amministrazione con variante ha rinunciato e oggi annuncia che vuol ripresentare nuova domanda di finanziamento per parte dei sentieri che erano già stati approvati e cantierabili….. se questo risultasse vero non si capirebbe il perché di tale operazione.

  3. Giovanni Verzani


    In montagna ed in mare il rischio zero non esiste, chi li frequenta lo sa.
    Lasciamo spazio all’interpretazione del percorso che facciamo, ma così com’è, come si trova in natura.
    La vera sicurezza sta in noi, e nel modo con cui agiamo.
    Piazzare dei cavi sulla breve cresta dopo il Passo del Terzino, penso sia un eccesso che genera falsa sicurezza.
    Non rendiamo tutto scontato, al limite del noioso e del banale.
    Percorrere un sentiero di cresta richiede attenzione e ricerca dell’equilibrio, che mai deve mancare.

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    • Percorrere un sentiero di cresta richiede attenzione e ricerca dell’equilibrio, che mai deve mancare. Giustissimo. Ma in alcuni tratti avere una sicurezza in più non la vedo come una falsa sicurezza. Lo dico a livello personale e per come mi sento io di vivere la montagna.
      Luca Galeotti

  4. Giovanni Verzani


    Luca, falsa sicurezza è il pensiero ” tanto c’è il cavo, mi ci attacco!”.
    L’intelligenza motoria e la capacita di adattamento, contribuiscono ed abituano a praticare un escursionismo con mezzi leali, senza artifizi, scorciatoie e facilitazioni di ogni genere.


    • Io, ripeto, parlo solo di impressione personale. Ma quando passo dal Terzino, per intenderci, se avessi un cavetto a cui aggrapparmi sarei più tranquillo. Poi la sicurezza e l’attenzione sono indispensabili, fondamentali. In montagna come al mare non si scherza mai.
      Luca

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