Altari nel Duomo di Barga tra il sec. XVIII e inizi del XX. La sorte di alcuni quadri?  (seconda parte)

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Torniamo a parlare degli altari che erano presenti all’interno del Duomo di Barga, un cammino affascinante ma anche molto difficoltoso, che ci porterà a riflettere sulla misteriosa fine che parrebbe abbiano fatto alcune opere d’arte che quei religiosi manufatti mostravano al devoto barghigiano. Prima di andare avanti con il nostro excursus teniamo a far presente al lettore che la saggistica locale propone una lettura di quest’argomento anche nel libro Maestri del legno a Barga di Maria Pia Baroncelli che invitiamo a consultare (2).

Intanto, tornando un attimo al passato e primo articolo, dobbiamo dire che i due elenchi di altari presenti nel Duomo, uno del 1739, l’altro del 1747, sono pressoché uguali, salvo alcune varianti. Prima di tutto va detto che uno degli altari che si mostra sul fondo della navata in cornu evangelii ha cambiato nome, cioè, quello che prima era detto dell’Assunzione della Vergine dopo otto anni è detto della Concezione. Altra osservazione e per l’altare di Sant’Andrea Avellino che fu dismesso dopo la citata devastazione dal fulmine avvenuta nel 1740, ma riavrà vita per un certo periodo alla chiesa di San Rocco e alla cappella delle carceri per poi scomparire del tutto dal panorama religioso barghigiano.

Prima di passare alla prossima visione del Duomo circa i suoi altari, che noi vedremo alla data 1813, sessantasei anni dopo la precedente Visita Pastorale presa in considerazione, occorre far notare una cosa molto importante, ossia, che ora non sarà più il Vescovo di Lucca a salire al Vicariato di Barga ma quello di Pisa. Infatti, era successo che l’anno 1789, potremmo dire anche finalmente, Barga era passata sotto una diocesi appartenente allo stato fiorentino.

Perché si è detto finalmente? Semplicemente perché era da secoli che a Firenze storcevano il naso circa l’uscita da Barga di moneta che in pratica andava all’estero, cioè, a una diocesi aliena, quella di Lucca. Questa faccenda aveva fatto decidere di costituire a Barga anche una banca ecclesiastica, pensiamo per il controllo politico ed economico delle uscite. Questo modo operandi andava bene anche al Comune di Barga, da sempre angariato dai maggiorenti lucchesi circa l’esborso della Tratta di Lucca, che costringeva i lucchesi a rendere al Comune di Barga, ogni anno, 100 lire dei pedaggi pagati a ogni passaggio dei carrettieri barghigiani che andavano ai mercati pisani e poi anche livornesi, specialmente per il sale. Ovviamente gabelle ragionate e contrattate con Firenze, che comunque prevedevano questo ritorno economico che Lucca contrastava, ricorrendo anche all’improvviso disturbo dello spostamento delle dogane dove “timbrare” i passaggi. Lucca a ogni piè sospinto era sempre a far beghe con Firenze per il dovuto ai barghigiani, quando anche a ragione ma il più delle volte solo in conformità a un suo principio, quello di non aver mai digerito di aver dovuto cedere sin dai tempi più antichi per via di Barga, l’atavica supremazia in Valle del Serchio. I maggiorenti di Barga si trovarono sempre in una certa difficoltà circa quella riscossione e politicamente parrebbe avessero escogitato un sistema, quello di mettere a bilancio l’entrata della Tratta di Lucca, per poi stanziarla quando per i bisogni dei frati di San Francesco, quando per quelli di Sant’Agostino e così dicendo, socialmente una cosa più che giusta, però imposero una clausola locale: che fossero gli enti beneficiati ad andare a Lucca a esigerla.

Dopo questa digressione storica, tra l’altro poco nota e che ieri creò notevoli attriti, eccoci a osservare la Visita Pastorale che fu fatta al Vicariato di Barga dall’Arcivescovo di Pisa Ranieri Alliata nei giorni dal 6 al 13 settembre 1813 (3) e cosa ci presenta circa gli altari del Duomo.

 

Visita Pastorale al Vicariato di Barga del 1813.

Per la visita agli altari vediamo che l’Arcivescovo Alliata dal primo che è quello centrale passa al secondo, quello della Concezione che è lì di fianco in cornu evangelii, proseguendo per tutta quella navata, dove a circa metà scenderà nel piano inferiore della stessa, così proseguendo sino all’ingresso e sempre a mano destra, per poi arrivare al primo altare che incontra nell’altra navata, in cornu epistolae, quello della Pietà.

1) Altare San Cristofano

2) Altare SS. ma Concezione (Cornu evangeli)

3) Altare S. Filippo Neri e Angeli Custodi

4) San Carlo Borromeo e S. Lorenzo (Patronato Bertacchi arcipretura terza dignità della collegiata)

5) Altare San Giuseppe e Madonna del Carmine (Del Comune rettore Leonardo Bertagna)

6) Altare Santa Caterina (restaurare il quadro sfondato) (Rettore Can. Gio Batta Niccoli. Qui si onorano anche le Sante Brigida, Orsola e Lucia. L’anno 1819 l’altare subisce gravi danni per la caduta di sassi dal campanile a causa di un fulmine ma sarà riattato.)

Subito dopo la visita all’altare di Santa Caterina l’Arcivescovo visitò il Fonte Battesimale che era sotto la volta del campanile, ordinando che ci sia messo un San Giovanni Battista. All’epoca i fonti presenti erano due: uno era l’antico esagonale di marmo coevo del pulpito, con assieme quello realmente usato, una vasca rotonda scolpita nella Breccia di Seravezza che oggi è al Museo Mordini di Barga. Oggigiorno all’antico fonte, da lungo tempo tornato a essere usato, sta vicino, posato su di una colonnetta di marmo di Carrara, un San Giovanni Battista di bronzo della Manifattura di Signa, anno 1846.

7) Altare in cornu epistolae della Pietà con tavola deposizione dalla Croce N.S.G.C.

8) Altare San Paolo con tavola indecente da rinnovare. Padronato famiglia Carrara di Pedona)

9) Altare San Giovanni Battista (padronato Tallinucci)

10) San Giovanni Decollato padronato attivo famiglia Sigismondo Bertacchi, passivo Ciarpi, da ripulire il quadro. (Rettore don Giuseppe Ciarpi)

11) Altare San Pietro. (Padronato rettore di Castelvecchio)

12) Altare Beatissima Vergine del Rosario. (Custode don Giuseppe Ciarpi)

13) Altare Beatissima Vergine dall’Angelo Annunziata. (Padronato del parroco di San Pietro in Campo, 1778)

 

L’elenco finisce con il censimento di 13 altari visitati ma a rivedere questo elenco ci balza all’occhio la mancanza di quello di San Niccolò (San Nicola), detto anche degli “scolari”, cioè degli studenti e così come recita la storia delle fortune del Santo da cui prese avvio la tradizione di Babbo Natale, non ci resta difficile capire cosa volesse dire quell’affascinante devozione barghigiana. Tra l’altro in Barga il Santo era veneratissimo sin dalle antichità e ne fa fede incontrovertibile il bassorilievo che oggi è posto sulla porta di San Cristoforo, dove possiamo vedere raffigurato uno dei suoi miracoli, nel caso tratto dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varrazze (Varrazze 1228 – Genova 1298). Il Varrazze fu un gran domenicano che, guarda caso, era intimamente in sintonia culturale con un suo confratello che veniva da Barga, Fra Salvo del convento dei domenicani di Lucca, ma questa è un’altra storia che ho già raccontato (4).

Comunque l’altare di San Nicola di padronato del Comune e dove c’era un quadro del barghigiano Baccio Ciarpi, riappare nella Relazione della Chiesa Propositura di Barga, anno 1862, eseguita dal sacerdote Valentino Bientinesi proposto di Barga, sulla scorta di un particolare questionario prodotto dalla Diocesi di Pisa retta dall’Arcivescovo Cardinale Cosimo Corsi. Perché non fosse stato censito nel 1813 non lo sappiamo, potendo solo dire che per quell’altare si era instaurata una forte diatriba tra la Parrocchia e il Comune. La prima non ne voleva sapere a livello economico perché ritenuto un altare del Comune di Barga e … chissà se l’Arcivescovo, passandoci in fronte e conosciuta la questione, non abbia tirato di lungo senza guardarlo e di conseguenza, senza essere annotato dal suo segretario?

A seguire gli altari nel 1862 (5), il cui numero è sempre 13, perché, seppur reintegrato in elenco quello di San Nicola, vede mancante quello dell’Annunziata, che comunque nella solita visita si censisce in altro punto, cioè quando si parla dei benefizi ivi esistenti e noi non lo facciamo numero il 14 perché abbiamo il sospetto che sia stato aggregato all’altare della Concezione o viceversa. Qui ripetiamo che in quest’anno 1862, così come recita l’elenco che vedremo, non sia accaduto che si mettesse mano al disfacimento di altari nel Duomo di Barga. Di conseguenza andrebbe corretta qualche pubblicazione abbastanza recente e di prestigio che afferma tale cosa e che l’elenco che faremo smentisce, ma solo degli spostamenti, come vedremo più avanti per l’altare di San Filippo Neri e degli Angeli Custodi.

Per quanto riguarda l’altare dell’Annunziata del Duomo, presente l’anno 1813, va detto che vi era stato unito quello di Santa Maria (il tutto ora sotto la Concezione) a costituire insieme (Annunziata e Santa Maria) un’unica entrata economica a favore del parroco di San Pietro Campo e ciò era accaduto esattamente il 14 agosto 1788. Questi beni erano stati gestiti dal capitolo dei Cappellani dell’Opera San Cristofano del Duomo e, infatti, il Rettore di San Pietro in Campo don Luigi Baldi, beneficiario, era uno di quei cappellani. Questi cappellani dell’Opera di San Cristofano, ogni lunedì di Pasqua, almeno per l’Ottocento, si recavano in processione dal Duomo alla chiesa di San Pietro in Campo perché di quella, seppur parrocchia a sé dal 1723, questi avessero mantenuto la giurisdizione che risaliva a tempi lontanissimi.

Per quanto riguarda ancora l’altare dell’Annunziata nel Duomo, quando l’anno 1595 si costruì in Barga la chiesa della SS. Annunziata, al proposto del tempo Camillo Manni, fu richiesto da parte dei fondanti il Gruppo dell’Annunziata (Angelo e Madonna) che era stato dismesso dall’omonimo altare che era in Duomo, quello di cui stiamo parlando. La richiesta fu esaudita e quel “gruppo” ancora oggi si può ammirare, appunto, alla SS. Annunziata, mentre in Duomo era stato posto all’omonimo altare un bel quadro del pittore operante in Firenze Federico Zuccari (Sant’Angelo in Vado, 1539 – Ancona, 20 luglio 1609). Questo è uno dei quadri che sarà tolto dall’altare e in Barga se ne perderà la traccia.

La storia della Cappella o altare di Santa Maria del Duomo di Barga merita un inciso che ci riporta indietro a quando nel 1390 la Pieve di Loppia dovette cedere ogni titolo e bene al suo alter ego, ossia, al Duomo di Barga. Ebbene, la chiesa di Loppia aveva un’Opera detta di Santa Maria Assunta e questa, con i suoi beni pervenne al Duomo di Barga. Inizialmente e per qualche secolo quei beni furono amministrati in forma separata e oculata con un operaio, poi chissà per quale motivo, forse il tempo che passa e, i propositi diluiti, sino a dimenticarne anche l’origine, questi stessi beni incominciarono a essere confusi e usurpati. Tutto ciò finché non ci fu il cinquecentesco interessamento da parte del Comune di Barga e nelle delibere comunali se ne parla assai di questa faccenda recuperando anche la sua storia, poi, dopo quasi due secoli ecco che ciò che era rimasto fu deciso in favore del rettore la nuova parrocchia di San Pietro in Campo. Si ricordi che le opere erano laiche, dipendenti dal Comune e agivano provvedendo ai bisogni delle chiese.

Altari del Duomo anno 1862

  1. San Cristofano (Dell’Opera, rettore canonico Giuseppe Magri)
  2. San Filippo Neri, Angeli Custodi e SS. Sacramento (Qui si conserva l’Eucarestia – Custode don Ranieri Sanmartini)
  3. La Madonna del Rosario (Uffiziatura Falconi – Custode Can.° Luigi Tommasi)
  4. Conversione di San Paolo (Rettore don Pietro Verzani – Fondatore Paolo Carrara)
  5. San Giovanni Battista (Rettore don Francesco Galgani – Patroni i Tallinucci)
  6. San Giovanni Decollato (Rettore vacante. Uffiziatura Ciarpi)
  7. La Pietà o SS. Crocifisso (Dell’Opera – Rettore don Vincenzo Piacentini)
  8. Santa Caterina e Brigida (Cosimo Niccoli)

Altare Santa Caterina e Brigida (Rettore arcidiacono Raffaello Salvi) Qui c’era anche il benefizio S. Orsola e Lucia (rettore don Groppi). Quest’altare l’anno 1819 era stato distrutto dalla rovinosa caduta di sassi dal campanile a causa di un fulmine ma probabilmente rimesso in essere dalla famiglia Niccoli che comunque, così dalla relazione in oggetto, ora pare ricusare il patronato.

  1. San Pietro Apostolo (Rettore di Castelvecchio)
  2. San Niccolao (Del Comune seppur ricusi)
  3. San Carlo (e San Lorenzo) (Patronato di Francesco Bertacchi e Rettore il parroco di San Pietro in Campo)
  4. San Giuseppe e della Madonna del Carmine (Del Comune)
  5. S. Concezione (Del Comune – Rettore don Raffaello Baldi. Quest’altare è quello precedente dell’Annunziata)

 

In quest’anno 1862 il battistero è sempre sotto la volta del campanile.

Per rafforzare il racconto diciamo che questo secolo XIX era iniziato per il Duomo con una grande novità, la costruzione di una cappella in cornu epistolae accanto a quella centrale di San Cristofano che per l’occasione fu ingrandita. Abbiamo già detto che alla fine del sec. XVII si era costruita una sorta di cappella in cornu evangelii, mentre ora è la volta dell’altro lato.

Intanto diciamo che per fare questi lavori si era chiuso il Duomo l’anno 1823 e solo nel 1825 si ebbe la riapertura (6). Per ingrandire la cappella centrale si era adottato uno stratagemma, consistente nell’ampliarla verso l’interno della chiesa, inglobando la parte finale degli archi, perché ormai il Duomo era giunto all’importante dislivello della Vignola. L’altra cappella detta del SS. Sacramento dovette affrontare il problema del dislivello, cosicché le fondamenta a est della cappella furono fatte nella sottostante Vignola.

Per i lavori alla cappella del SS. Sacramento si ricorse alla riscossione di certe entrate arretrate dell’altare di San Filippo Neri e degli Angeli Custodi. Si faccia attenzione che a quest’altare si conservava il SS. Sacramento e fu che finita la cappella l’altare di San Filippo finisse per essere accolto in quella cappella e allora ecco perché nel 1862 l’altare di San Filippo è censito a mano destra del centrale (quello a San Cristofano). Così facendo e mentalmente, il proposto Bientinesi, che è seduto al suo tavolo a compilare la relazione 1862, continua a elencare gli altri altari e li ravvisa seguendo un giro ben preciso, passando da quello di San Filippo al SS. Rosario e così andando in fondo alla chiesa in cornu epistolae, per poi passare al cornu evangelii e tornare indietro sino a quello della SS. Concezione.

Qui ci fermiamo e con il prossimo articolo ripartiremo dalla cappella del SS. Sacramento per dire, grazie a Mons. Lombardi, delle cose assai importanti e poco note.

(fine seconda parte )

 

(2) Vedi: Maestri del legno a Barga, Maria Pia Baroncelli, Fondazione Ricci Barga, 2013. Pagg. 417-420, dove l’autrice propone un suo studio circa gli altari presenti nel Duomo di Barga nei secoli XVI – XVII – XVIII e XIX.
(3) Vedi: Documenta, Centro Studi Francescani. Barga, n. 3, gennaio 2011. Pagg. 15 – 178: Prima Visita Pastorale nel Vicariato di Barga 6 settembre 1813. Ranieri Alliata Arcivescovo di Pisa.   
(4) Vedi: The Cathedral of Barga – History, art and spirituality in the three centuries after the year 1000. Polisportiva Valdilago Barga. Bandecchi e Vivaldi, Pontedera, 2011.
(5) Vedi: Vedi Documenta, Centro Studi Francescani. Barga, n. 4, giugno 2011. Pagine 11 – 77: Relazione della Chiesa Prepositiura di Barga nell’anno 1862 … Sacerdote Valentino Bientinesi Proposto di Barga.    
(6) Vedi: I lavori al Duomo di Barga verso il 1825. Mons. Lino Lombardi; La Corsonna, A. XXXII, n. 20, ottobre 1932.

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