Il futuro di KME Fornaci. Allo studio anche soluzioni alternative?

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Ci potrebbero essere sviluppi alternativi attorno alla vicenda della possibile riconversione dello stabilimento KME di Fornaci di Barga? Probabile, anche se non è detto e fin qui niente di ufficiale si sa se non che va avanti il discorso idroponica.

Certo è comunque che nel resoconto intermedio di gestione approvato dalla Intek Gruop, che gestisce la controllata KME partecipazioni, a metà novembre, per quanto riguarda le attività nel settore rame viene ribadito che è stato presentato un progetto che prevede la cessazione con il 2016 delle attività “rame” nello stabilimento di Fornaci di Barga (Lucca), le cui produzioni, laminati e prodotti speciali, saranno concentrate in altre unità del Gruppo (Germania in particolare ndr) e che: “È allo studio un progetto di riconversione dell’intera area con quello che potrebbe diventare il più grande impianto europeo di agricoltura idroponica, il cui risultato sarebbe anche quello di ridurre al minimo gli impatti sociali della ristrutturazione di cui sopra. Il dialogo con le rappresentanze sindacali è avviato”.

A far pensare che potrebbero esserci anche sviluppi diversi dal futuro nell’idroponica sono le successive parole. “Si continua tuttavia, nel contempo, a studiare anche scenari di ristrutturazione alternativi”. Ci sono insomma altre ipotesi allo studio di KME e non è detto che alla fine lo sviluppo nell’idroponica sia l’unico possibile per Fornaci.

Girano già tra i lavoratori anche alcune voci in questi giorni che comunque non vengono confermate dai sindacati e che quantomeno non sono mai state confermate o rese note anche solo in parte dall’azienda. Una di queste parlerebbe di una joint venture, nella quale KME resterebbe comunque leader, con l’ingresso nella produzione rame di KME Fornaci del Gruppo Eredi Gnutti Metalli, tra i leader in Europa nella produzione di barre in ottone e laminati in rame e sue leghe, dall’ottone al bronzo e leghe speciali.

Un’ipotesi che in fabbrica gira ma che per il momento non ha conferme concrete. Si parla comunque di un confronto tra le parti che sarebbe legato anche al mantenimento dei posti di lavoro. Si dice anche che entro la fine di questo mese ci potrebbero essere sviluppi in proposito e che quindi le prossime settimane potrebbero essere quelle giuste per capire se il futuro di Fornaci possa essere ancora nel rame o invece nell’idroponica, strada per la quale comunque l’azienda starebbe continuando a fare il suo corso come confermano anche i sindacati.

“Che ci possano essere soluzioni alternative qualcosa era già emerso nell’ultimo incontro avuto a Firenze con i sindacati – conferma comunque Emilio Cecchini della RSU di KME Fornaci – ma mai è emerso il nome di qualsivoglia società interessata a rilevare lo stabilimento, mentre casomai sarebbe emerso che intanto con la Regione Toscana erano in corso gli sviluppi degli iter autorizzativi per avviare l’idroponica a Fornaci. Di più non è stato detto.

Certo è che il nome di Gnutti all’interno degli sviluppi alternativi più o meno probabili per lo stabilimento di Fornaci, non stupirebbe più di tanto , visto che di questo nome si parla già dal 2013 e visto che il gruppo opera nello stesso settore.

Non resta da capire quindi che strada verrà intrapresa. Se andrà avanti il progetto idroponica o ci saranno vie alternative. A noi in questa fase interessa particolarmente che l’impegno sociale assunto dallo stesso Manes di garantire 0 esuberi venga mantenuto in caso di qualsivoglia strada si intenda percorrere. Ma è chiaro che se si decidesse di mantenere la strada del rame a Fornaci bisognerà che qualcuno ci spieghi quanto si intende investire su Fornaci, quale sarà il piano industriale di rilancio. Ci vogliono investimenti per fare ripartire tutta la produzione. Ai laminatoi è un anno e mezzo che non si fanno manutenzioni importanti ad esempio. Quanti milioni di euro si investirebbero insomma su Fornaci se andasse avanti la produzione del rame?”.

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