In consiglio la delicata questione KME. Necessari il supporto e la vigilanza del Governo

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“Un’operazione di riconversione produttiva di tale radicalità necessita di un approfondimento puntuale dei contenuti del piano industriale – al momento ancora non reso pubblico – nei suoi più minuziosi dettagli da parte tanto dei lavoratori e delle loro rappresentanze di categoria quanto del sistema istituzionale locale, provinciale e regionale nel suo insieme;

Per questo si sollecita la Giunta Regionale ed il Governo Nazionale a dare la massima considerazione alla situazione complessiva di KME e di quella della Valle del Serchio in particolare e quindi ad assumere una iniziativa che stabilisca una relazione con la proprietà di KME in modo da intervenire in coesione con i loro ruoli nel processo di definizione del piano proposto dalla proprietà;

Sui impegna il sindaco a promuovere l’immediata costituzione di un tavolo istituzionale permanente di monitoraggio del quale facciano parte tutte le istituzioni del territorio oltre alla Giunta Regionale, Consiglieri Regionali, ai parlamentari nazionali della lucchesia) capace d’avviare fin da subito: un’azione di verifica in merito ai contenuti del piano imprenditoriale predisposto dalla proprietà in termini di consistenza e sostenibilità del progetto sul piano economico e finanziario, di bonifica e riconversione delle aree produttive, ma soprattutto nell’ottica del mantenimento e della riconversione professionale delle maestranze impiegate attualmente tanto nello stabilimento quanto nelle aziende “satelliti” dell’indotto; una fase di confronto ed ascolto quotidiano con i lavoratori interessati, le rappresentanze sindacali unitarie oltre che ai referenti delle varie sigle sindacali provinciali, regionali e nazionali; un’interlocuzione, attraverso questa “cabina di regia istituzionale” permanente, con la proprietà e con il Governo nazionale e regionale tale da poter consentire di fruire dei massimi strumenti di analisi scientifica capaci d’assicurare un positivo esito di questo progetto dalla portata estremamente innovativa e che proprio per questo motivo necessitante della messa in campo di un’azione straordinaria da parte dell’intera “filiera” delle istituzioni pubbliche.”

Si è concluso con l’approvazione di questo ordine del giorno, che alla fine riporta le idee sia della maggioranza che dell’opposizione, il punto relativo alla discussione della situazione KME che ieri sera ha quasi per intero occupato il consiglio comunale.

Come era prevedibile l’argomento scottante legato alle notizie della proposta presentata da KME sono stati il primo punto all’ordine del giorno del consiglio, dove già era previsto di parlare del futuro della fabbrica, grazie ad una interpellanza presentata dal consigliere Luca Mastronaldi che nelle settimane scorse era intervenuto sulla stampa lanciando le sue preoccupazioni sul futuro di KME.

E’ stato in apertura il sindaco Marco Bonini a riassumere la questione e soprattutto a fissare meglio la notizia shock comunicata dall’azienda ai sindacati solo il giorno precedente, ovvero la dismissione di fatto di tutta la lavorazione del rame, con il suo trasferimento in Germania e la trasformazione della fabbrica di Fornaci un un’azienda di agricoltura idroponica.

Proprio la mattina del confronto con i sindacati Bonini è venuto a conoscenza direttamente dal presidente di KME Vincenzo Manes, delle intenzioni del gruppo; decisioni legate alla forte crisi che ha investito l’azienda negli ultimi dieci anni. A Fornaci sarebbe toccata la stessa sorte degli stabilimenti spagnoli e francesi del Gruppo, ma qui l’azienda, a differenza che nelle altre occasioni, ha deciso in una radicale riconversione.

Bonini non ha nascosto il suo sconcerto e quello della sua Amministrazione all’apprendere la notizia, ma vuole vedere in tutta la vicenda il bicchiere mezzo pieno grazie anche alle assicurazioni di Manes che nei tre anni di riconversione dell’attività i lavoratori usufruiranno degli ammortizzatori sociali e che si farà il possibile per garantire un livello accettabile degli stipendi che verranno percepiti.

Ha illustrato anche le decisioni di KME circa la riassunzione dei lavoratori: le assunzioni avverano in tre gruppi, uno ogni anno per un totale di 400 dipendenti; 50 dovrebbero rimanere impiegati nel settore del rame e per altri 70-100 la possibilità di reimpiego nelle nuove attività previste a Campo Tizzoro.

Secondo il primo cittadino ora bisogna vigilare e vagliare bene il piano industriale e guardare comunque al futuro, sperando nelle parole e negli investimenti presentati dal gruppo pari a 50-60 milioni di euro ed alla volontà di credere a fondo in questo nuovo progetto espressa dallo stesso Manes.

Il tavolo istituzionale auspicato dal consiglio comunale è già stato aperto dal sindaco , per seguire la vicenda insieme alle istituzioni locali, provinciali regionali ed ai rappresentanti in parlamento
E’ necessario ora, secondo Bonini, che istituzioni, sindacati e lavoratori vadano avanti uniti nel seguire la situazione ed ottenere la garanzie necessarie per salvaguardare l’occupazione ed il sistema degli ammortizzatori sociali.

Per l’opposizione gli interventi sono stati di Luca Mastronaldi e di Umberto Sereni per il gruppo “Con Sereni per un nuovo inizio”.

L’ex primo cittadino di Barga ha fissato anche il momento epocale che sta vivendo tutta la nostra comunità, sottolineando quello che la “Metallurgica” ha rappresentato nella storia e nella crescita di questa Valle divenendo perno indiscusso dell’industria toscana e lucchese e trasformando Fornaci in un centro industriale ed economico tra i più importanti della Toscana, ma che oggi, con questa decisione, siamo a registrare l’atto conclusivo della storia industriale della nostra comunità ed anche della stessa grande fabbrica.

Ha giudicato comunque un elemento positivo le intenzioni del gruppo di salvare Fornaci ma ha ricordato che la questione è di una portata che non può gestire solo il comune di Barga e che ora si necessita di garanzie importanti con il supporto anche di Governo e Regione per favorire questo processo di riconversione.

Luca Mastronaldi si è detto sconcertato e sorpreso dalla inaspettata svolta della situazione; che si aspettava sviluppi negativi, ma non un così diverso cambio di rotta; ma a sua volta non nasconde la speranza che ci siano ancora la possibilità di andare avanti.

Ha duramente criticato le scelte dell’azienda in questi anni, fatte di investimenti sbagliati che di certo non hanno favorito il futuro della fabbrica, ha detto; ora resta difficile fidarsi di chi ha favorito la morte dello stabilimento, ha aggiunto ed in questa fase le preoccupazioni e gli interrogativi che riguardano il futuro dei lavoratori sono davvero tanti: come verrà gestita la cassa integrazione, che cosa succederà al notevole indotto della fabbrica, come saranno trasformati i contratti?

Anche per lui comunque non si può comunque che guardare al futuro, nella speranza che le assicurazioni di Manes e del Gruppo sul nuovo sviluppo della “Metallurgica” corrispondano ad una reale nuova occasione e non ad un diversivo per poi decretare la fine di questa nostra realtà.

Alla fine della discussione, a cui hanno dato il proprio contributo anche l’assessore Giampiero Passini ed i consiglieri di maggioranza Lorenzo Tonini e Sabrina Giannotti, è stato proposto ed approvato l’ordine del giorno. Primo passo ufficiale istituzionale di una fase lunga e delicata di confronto e di vigilanza su quello che sarà il futuro di Fornaci e della sua fabbrica.

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