L’enigma storico dell’organo della Fornacetta di Giuseppe Bonaccorsi (prima parte)

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La Fornacetta è uno dei sobborghi a est di Barga e s’incontra uscendo dal Castello di Barga per la Porta Macchiaia. Si raggiunge scendendo una strada larga circa quattro metri, ricavata con il riempimento di due muri in pietra, un manufatto che ha qualche secolo e collegò definitivamente la Fornacetta al Castello. Prima, in antico, a quel distacco del sobborgo dalla Porta Macchiaia pare, perché non esiste memoria, si ovviasse con un difensivo ponte mobile in tavole poggiante su due spalle in pietra. Dopo aver disceso la strada eccoci alle prime case della Fornacetta che sfilano ai due lati della stessa strada, che risale sino all’antica chiesa di Santa Maria Assunta, che si porge alla vista del passeggero come il termine del suo viaggio, mentre potrebbe proseguire per due diramazioni che fiancheggiano la stessa chiesa. Comunque noi siamo arrivati alla nostra meta ed entriamo per vedere e poi parlare un poco dell’organo che sta nella sua cantoria sopra l’ingresso e anche del suo costruttore.

Iniziamo il nostro racconto con il rilevare che la storia dell’organo, come dal titolo, presenta una storia per certi versi misteriosa, messa in rilievo l’anno 1981 da Pier Paolo Donati, nella sua veste di tecnico e direttore del Gabinetto Restauro Organi di Firenze. Questi, dopo un sopralluogo stimolato dalla Compagnia della chiesa che eseguì nel ricordato anno 1981, attentamente osservatolo, ne stese una relazione da cui si evince che sia stato costruito nella prima metà del XIX secolo, con alcuni importanti pezzi di epoca rinascimentale, forse riferendosi al XVI secolo, arrivando a dire che sia “un unicum nel centro Italia per il ruolo che vi assume la pedaliera”.

A seguire pubblichiamo l’inedito testo di quell’importante relazione fornitami dalla signora Miriam Moretto di Barga, da oltre trent’anni attenta alle sorti dell’organo, in ciò sospinta dal nipote organista insegnante Arturo Pivato di San Donà di Piave. Questi, dopo tanti anni dalla costruzione e relativo “abbandono”, allora le fece presente nel lei ruolo di Governatore la compagnia, l’importanza dello strumento e quanto fosse urgente un restauro per non lasciare ancora spazio al tempo di portarlo al completo deperimento.

“Gabinetto Restauro Organi –Palazzo Pitti. Firenze 26 novembre 1981.
Prot. n. 76/81

Barga, Santa Maria Assunta: Relazione dell’organo ivi collocato in cantoria sopra la porta d’ingresso.

Si tratta di uno strumento della prima metà del XIX secolo attribuibile a costruttori dell’area lucchese-pisana quali Pucci, Bertolucci, Franchini, Biagi ecc; la scarsa conoscenza che oggi si ha delle loro opere, non consente per ora una definizione più precisa. Lo strumento presenta comunque subito caratteri di eccezionalità per una caratteristica che lo distingue da ogni altro della scuola toscana da cui pure dipende.

In quegli anni si possono citare i costruttori pistoiesi Agati e Tronci, i lucchesi Cacioli, i fiorentini Paoli e altri organari formatisi durante l’allestimento dell’eccezionale organo di Santo Stefano dei Cavalieri in Pisa, voluto da Azzolino della Ciaia intorno al 1735 che elaborarono nel corso del Settecento caratteristiche comuni e riconoscibili.

L’organo di Santa Maria Assunta di Barga le segue tutte sostanzialmente per quel che riguarda la composizione fonica basata su un Principale di 8’ che si estende al grave fino al Do -1 con canne di legno dotate di rinforzo in Ottava, un Ripieno esteso fino alla Vigesimanona, cui si affiancano Cornetto a due file, Nasardo, Flauto in VIII, Bordone, Flauto a cuspide (8’), Principale soprano di 16’, Voce Angelica, tre registri ad ancia (asportati e i cui resti si conservano parzialmente in cantoria), presumibilmente Trombe Basse, Tromba Soprano, Clarone nei Bassi, Corno Inglese nei Soprani, Fagotto nei Bassi, Oboe nei Soprani, Campanelli (asportati), Tamburo.

Se ne discosta invece, e questo lo rende a nostra conoscenza un unicum nel Centro Italia, per il ruolo che vi assume la pedaliera dotata di somieri particolari che ospitano canne a lei destinate esclusivamente con i registri di 16’, 8’ e 4’ di canne di legno, un Ripieno a 6 file che raggiunge con canne metalliche la XXXIII e due Ance, probabilmente Bombarda di 16’ e Tromba di 8’.

Purtroppo questa parte dello strumento, la più interessante ed eccezionale, è anche quella che ha subito le più gravi manomissioni. L’incomprensione di qualche consegnatario unita all’insipienza di qualche “organaro” di fine ottocento o d’inizio secolo ha prodotto una sorta di “normalizzazione” dei registri della pedaliera ridotti ai convenzionali Contrabbassi, Ripieno e le due ance distruggendone i relativi crivelli e comandi. (sul pannello dei registri si osserva che sono stati soppressi in tutto i comandi di 9 registri: 6 del manuale e 3 della pedaliera).

È inoltre da notare che l’anonimo artista utilizzò nella costruzione di questo organo eccezionale il materiale fonico di un precedente strumento rinascimentale al quale vanno riferite tutte le canne del Ripieno, Ottava compresa, e del Flauto in Ottava. Un nucleo tanto unitario ed esteso di canne cinquecentesche fa presumere che la qualità fonica e timbrica di un tale strumento debba essere assai alta; d’altra parte la fattura delle canne ottocentesche è assai fine.

L’inedita importanza che viene concessa qui alla pedaliera, notoriamente in Italia assai limitata in epoca classica nel numero dei pedali e nei registri (per solito dotata di soli contrabbassi di 16’), e il ruolo significativo che conseguentemente dovette svolgere al servizio di una letteratura ottocentesca, evidentemente ancora da conoscere in ogni suo aspetto, sollecitano a riservare a questo particolarissimo strumento tutta l’attenzione che merita, anche come documento per gli studi organologici e musicali, ai fini di un ripristino e di un completo restauro.

Tastiera di 62 note, Do -1 -Fa 5’ prima ottava corta; prima ottava corta; pedaliera Do -1 -Sol Diesis (dodici note reali); somiere a vento; divisione fra Bassi e Soprani Mi 3 / Fa 3 ; temperamento equabile non originale; alterazioni gravi alla pronuncia delle canne per incisioni recenziori di “denti” sulle anime; pressione del vento alterata; manticeria a tre pompe e riserva.
Pier Paolo Donati”

Dopo questa lettura ecco ciò che incuriosisce sino al punto da costituire un mistero: veramente la chiesa di Santa Maria Assunta della Fornacetta era dotata sin dal secolo XVI di un organo abbastanza importante? Se la risposta fosse affermativa, è chiaro che l’autore del nuovo organo realizzato nella prima metà del secolo XIX, avesse riutilizzato dei pezzi buoni per la costruzione del nuovo strumento. In favore di questa tesi però non ci sono delle memorie storiche, salvo verifica nell’Archivio di Stato di Firenze, dove sono raccolti i libri delle soppresse compagnie e chiese di Barga che avvenne l’anno 1784, tra cui i possibili libri della Compagnia S. Maria Assunta della Fornacetta.

Nei documenti rimasti in loco, nell’Archivio Storico del Comune, sappiamo che alla Compagnia di S. Maria nei sobborghi di Barga, caduta in quell’anno nella soppressione assieme all’omonima chiesa, furono inventariate dal cancelliere del comune diverse cose, tra cui “Un organo, cantoria sopra la porta”. Le cose inventariate furono prese o lasciate in consegna al proposto di Barga Menchi in attesa della loro destinazione. Questa è l’unica memoria di un organo nella chiesa prima della costruzione del nuovo nel secolo XIX, mentre per quelli precedenti sino al XVI, per ora abbiamo il silenzio.

Ci sono tracce locali che potrebbero dire qualcosa, come la dismissione di un organo nel Duomo di Barga avvenuta nel 1594 e la sistemazione di un nuovo strumento del Todeschini, così come racconta Franco Baggiani nel suo articolo sugli organi del Duomo, pubblicato su L’Ora di Barga n. 59 del 1985, ma qui ci fermiamo per mancanza di memorie sull’eventuale direzione del vecchio strumento, se poi avvenuta.

Nella relazione di Donati, a fronte di memorie locali scritte in libri e altro, ciò che colpisce maggiormente è l’assoluto silenzio su un personaggio locale che si vuole legato alla costruzione dell’attuale organo di S. Maria Assunta della Fornacetta: il prof. Giuseppe Bonaccorsi (Barga 1780-1858). Donati cita come probabili costruttori alcuni organari dell’area lucchese-pisana come Pucci, Bertolucci, Franchini, Biagi, mentre tace di Giuseppe Bonaccorsi che nella sua visita alla chiesa della Fornacetta del 1981 effettuata con Arturo Pivato, senz’altro ne vide il busto nella chiesa come l’epitaffio che illustra i suoi meriti e opere. Veramente strano il suo comportamento, come se ciò che probabilmente vide fosse stato ritenuto irrilevante e non attinente alla visita. Allora ciò che andremo illustrando senz’altro aggiungerà agli elenchi dei costruttori d’organi anche il “misconosciuto” Giuseppe Bonaccorsi di Barga, che vedremo in possesso di doti eccezionali e di una solida e variegata cultura ben sopra la media. (continua)

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