Droga a scuola. Una lettera apre il dibattito

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una mamma abitante nella valle che denuncia la problematica che sta vivendo.
Ci parla di un mondo scolastico, quello della Valle del Serchio, non immune dalla droga.
Sicuramente un argomento attuale quando capace di suscitare reazioni diverse e più o meno accese a seconda del punto di vista da cui lo si guardi.
Per questo assieme alla denuncia della mamma, riportiamo anche il parere dei dirigenti dei due Istituti di Istruzione superiore di Barga e Castelnuovo, Giovanna Mannelli per Barga e Carlo Popaiz per Castelnuovo.

“Ho letto l’articolo “Cinque arresti per droga…”. Mio figlio frequenta una scuola della Valle del Serchio e da qualche anno fuma spinelli. Appena mi sono resa conto del problema ho cercato di aiutarlo ad uscire da questo problema: l’ho accompagnato al S.E.R.T., sono stata più volte a scuola a parlare con gli insegnanti, senza ottenere grandi risultati ma scoprendo una realtà che mi ha semplicemente inorridito.
Il principale luogo di spaccio è proprio la scuola; i professori lo sanno ma con candore ti dicono che loro non possono farci niente. Sanno che i ragazzi a ricreazione vanno in bagno e fumano, tornano sballati, hanno atteggiamenti spesso inaccettabili ma… non possono farci niente. L’unico cambiamento che ho visto, dopo le mie svariate segnalazioni e lamentele, sono stati appesi i cartelli di “vietato fumare” nei muri esterni della scuola.
Purtroppo, a quanto sento dire, alcune scuole della nostra zona sono purtroppo conosciute come le “scuole dello spaccio”, luogo dove i ragazzi sono a rischio.
Quando ho cercato di allontanare mio figlio da amicizie e uscite in luoghi che potevano rappresentare occasione per fumare, lui è andato in crisi e non voleva andare più a scuola, poi ho scoperto il motivo: è la scuola il luogo più facile dove comprare spinelli.
Tutto questo mi inorridisce. Cosa si sta facendo?
La mia sta diventando una lotta contro i mulini a vento. Spero solo che mio figlio esca al più presto dalla scuola che frequenta.
Il pensiero va però a tutti quei ragazzi che la frequenteranno, alle famiglie inconsapevoli che immagino, non essendo mai venute in contatto con il problema, ignorano il rischio che corrono i loro figli”.
Lettera firmata

Ecco la replica di Mannelli e Popaiz:

“Quali persone della scuola, vicine ai giovani ed al loro mondo, ci rendiamo conto di quanto allarmante sia questo problema e forse qualche cosa può sfuggirci dalle maglie. Siamo comunque perennemente in allerta ed in azione.
Nella scuola si sta facendo molto. Per quanto riguarda la prevenzione: sono sempre previsti interventi sul tema; progetti trasversali di educazione alla salute e la prevenzione delle dipendenze (abbiamo proprio una funzione strumentale); centri di ascolto con psicologi ed esperti, attivi da anni; interventi con le forze dell’ordine su questo tema e sulla legalità in genere.
Per quanto riguarda il controllo: almeno due volte all’ anno le scuole vengono visitate dai cani antidroga; regolarmente, i carabinieri vigilano su ingressi ed uscite; tutto il personale è impegnato con attenzione alla questione.
Certo che un problema così grosso e così diffuso nel sociale e nei luoghi di incontro dei giovani può toccare anche la scuola, non però come luogo privilegiato. Questo a nostro avviso avviene altrove”.

Qualche inciso in più lo fa poi la dirigente dell’ISI di Barga:

“Su quanto scrive la mamma vorrei precisare che i professori non possono sapere che i ragazzi fumano, magari lo suppongono, anche perché se ne vengono a conoscenza sono obbligati a riferirmelo ed io a rivolgermi alla procura. I professori a scuola sono pubblici ufficiali e sanno benissimo cosa devono fare”.

La Mannelli rivolge poi un appello ai genitori:

“Vorrei anche che i genitori parlassero con me, in caso di qualsiasi tipo di problematiche che riguarda i loro figli a scuola. Anche perché senza il loro supporto è assolutamente impossibile agire. Quando è successo qualcosa e ne sono venuta a conoscenza abbiamo sempre trovato soluzioni adeguate con i genitori in primis”.

Un inciso infine sui cartelli di divieto di fumo all’esterno della scuola di cui si parla nella lettera:

“Il cartello Divieto di Fumare non è la risposta agli spinelli. E’ la risposta alla legge sul divieto di fumo che impone l’obbligo anche nei piazzali delle scuole”.

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