Unione dei Comuni della Garfagnana: le risposte di Giannini

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Intervista doppia del Giornale di Castelnuovo a Mario Puppa e Michele Giannini.
Ecco le risposte del sindaco di Vergemoli.

A cosa serve l’Unione dei Comuni?
Per capire a cosa serve l’unione dei comuni della Garfagnana credo sia necessario spendere due parole circa la sua genesi. L’unione della G.  non nasce per spirito volontaristico e per iniziativa dei singoli comuni, come successo in molte realtà del nord Italia molti anni prima: nasce invece per aggirare la norma statale che di fatto aveva cancellato le Comunità Montane. La Regione tramite l’Unione attraverso una Legge apposita dava infatti la possibilità,  che si può anche  vedere come un invito, ai comuni o alle provincie di subentrare nella gestione delle deleghe di cui fino ad allora si occupava la comunità montana. La Regione Toscana naturalmente aveva dei vantaggi dalla creazione dell’Unione, primo dei quali era quello di scaricare il costo del personale delle vecchie comunità montane che erano proprio a carico della Regione al soggetto subentrante  cioè ai Comuni: infatti la Regione stessa garantiva solo due anni di contributi per il pagamento degli stipendi del personale. In questa complessa situazione si inserivano anche tutta una serie di norme statali che imponevano ai comuni montani sotto i 3000 abitanti di portare, entro il 1 gennaio 2014, tutte le funzioni fondamentali in una Unione o in una gestione associata. Queste due procedure comportano esiti diversi:  con l’unione i comuni aderenti danno TUTTO all’Unione e per tutto intendo: far confluire le funzioni fondamentali (ragioneria, tributi, edilizia ecc), dare tutti i beni di loro proprietà, dare tutti i tributi e le tasse riscosse e quasi tutto il personale all’unione: per esempio nei comuni che aderiscono nell’unione il palazzo comunale, municipio, dopo non è più del comune ma dell’unione che ci può fare quello che vuole, così come le tasse per  imu, suolo pubblico, immondizia vanno tutte all’unione e non più al comune; un altro esempio: se c’è bisogno di un’ ordinanza per chiudere una strada si deve andare dal presidente dell’unione e non dal sindaco, un permesso edilizio lo rilascia l’unione e non il comune, il personale dei comuni timbrano il cartellino all’Unione e non al comune, gli operai che puliscono le strade sono comandati dal dirigente dell’unione e non da quello del comune di appartenenza per cui gli operai di Vergemoli possono essere mandati a Careggine e viceversa. Con l’Unione ci troviamo quindi com’è chiaro alla morte sostanziale del comune sacrificato nell’interesse del nuovo soggetto: l’Unione. Con  le convenzioni, invece, i comuni lavorano insieme mantenendo in proprio le funzioni fondamentali ma associando i dirigenti ed i capi area: in questo modo si ottengono grandi risparmi MA una legge statale impone che tali associazioni (convenzioni) abbiamo almeno un bacino di 10.000 abitanti.
Fatte queste premesse dire a cosa serve ora l’Unione dei comuni è più facile: attualmente serve per gestire le vecchie funzioni della comunità montana e l’unica funzione fondamentale che ad oggi le è stata attribuita è quella di polizia municipale che inizierà ad esistere dal 30 dicembre 2012 cioè un solo giorno prima della scadenza imposta per legge.

La struttura ha visto fin dall’inizio la mancanza del Comune di Castelnuovo. Cosa significa in termini politici per le scelte di indirizzo della Valle intera questa sedia vuota?
La sedia vuota di Castelnuovo è stata in questi anni demonizzata in quanto, con una buona campagna comunicativa, si è voluto far credere che incidesse sull’indirizzo della valle e fosse frutto di non si sa quale scelta scellerata: in       realtà non è affatto così. Anzi. Infatti a differenza dell’ex comunità montana che aveva una governance istituzionale l’unione dei comuni è attualmente retta da una chiara maggioranza politica, il centro sinistra; la nuova giunta ne è espressione e gli atti lo dimostrano nei fatti e di questo fatto, Castelnuovo, doveva e deve tenere conto. Come comune di Vergemoli noi aderimmo all’unione per dare un segno di rispetto ai dipendenti che vi lavoravano e che in quella fase transitoria dovevano avere delle rassicurazioni e poi anche perché la dimensione abitativa del comune non permetteva altra scelta; a testimoniare però la nostra contrarietà alla forzatura fatta non abbiamo mai partecipato all’assemblea dell’ente se non per comunicare il nostro diniego ai lavori fatti in sede di approvazione del nuovo statuto.  Castelnuovo ha la dimensione abitativa e la struttura per poter gestire autonomamente le proprie funzioni e non è obbligato dalla legge ad entrare nell’Unione per cui: per quale motivo lo avrebbe dovuto fare? Castelnuovo infatti ha con Careggine (il comune del presidente dell’Unione) e con tanti altri comuni  delle convenzioni che funzionano perfettamente quindi perché avrebbe dovuto abdicare alla propria autonomia?
Ed anche in un’ottica politica, perché avrebbe dovuto farlo proprio ora che dopo tanti anni aveva vinto il centro destra? Perché sia chiaro entrare nell’unione significa abdicare alla propria autonomia come comuni. Un ulteriore esempio: la funzione dei vigili urbani viene portata ad Unione, i vigili non prendono più ordini dal sindaco di Castelnuovo ma dal Presidente dell’unione che può tranquillamente stabilire che i vigili il giovedì, giorno del mercato, siano impiegati a Vergemoli e Gaddi non potrebbe farci nulla; probabilmente il presidente dell’Unione manderebbe i vigili alle uscite delle varie scuole della Garfagnana visto che c’è penuria di vigili (al posto di lasciarli a Castelnuovo) e questo servizio graverebbe comunque principalmente sulle tasche dei castelnovesi. A ciò va aggiunto che le norme in materia stanno cambiano continuamente e lo faranno ancora per cui perché correre a fare l’Unione se c’è incertezza di legge e sopratutto se  non obbligati?! Ha più senso entrare come  ha fatto Gallicano che ha scritto nello statuto che si poteva uscire dall’unione dopo appena 1 anno? E che entra in convenzione dei vigili dal 30 dicembre?  Detto ciò le scelte di indirizzo della Valle si fanno in molti tavoli: alla conferenza sulla sanità, a quella sull’istruzione, all’ato acque e rifiuti oltre che ai normali tavoli di concertazioni. Infine bisogna inoltre tenere conto che l’Unione della Garfagnana è molto diversa da quella della Media Valle che non  ha comuni sotto i 3000 abitanti, con l’eccezione di Fabbriche di Vallico, ed è composta da solo 6 comuni  di cui 5 non portano le loro funzioni fondamentali ad Unione…. E questo la dice lunga!

L’insieme dei sindaci corrisponde al desiderio di molti di avere un consesso che possa disegnare il futuro della Garfagnana in termini di sviluppo, di occupazione, di crescita culturale. L’Unione ha la forza di dettare il futuro della nostra terra?
L’unione attuale non ha sicuramente la forza di dettare il futuro della Garfagnana in quanto frutto di una scelta più obbligata che volontaria e che determina poi in sede di conferenza di Sindaci aspri scontri  ed accordi al ribasso. A testimonianza di quanto affermo, e mi rendo conto che ciò sollevi un velo sull’ipocrisia che oggettivamente c’è stata in questi mesi, porto l’esempio delle nuove funzioni comunali (no ex comunità montana)  che sono state delegate ad oggi all’Unione: per anni si è cercato di fare diverse funzioni associate, un ufficio unico sulle buste paghe: nulla di fatto; una funzione associata  sulla gestione del personale: nulla di fatto; una gestione associata sulla viabilità comunali: nulla di fatto; una gestione associata sull’edilizia scolastica: nulla di fatto; una gestione associata sulle funzioni sociali: nulla di fatto. Dovendo oggi arrivare all’obiettivo imposto dalla legge nazionale di associare due funzioni comunali entro il 1 gennaio 2013 l’accordo è stato trovato SOLO e SOLTANTO grazie alla funzione della protezione civile perché era già gestita dalla comunità montana, e da quella sui vigili urbani perché ormai da anni, 9 comuni avevano associato questa funzione già gestivano insieme. Inoltre devo dire che alla funzione associato dei vigili i comuni di Gallicano, Fosciandora, Giuncugnano e Vergemoli aderiranno da subito SOLO per non far perdere il contributo regionale all’unione cioè per assicurare gli stipendi ai dipendenti della ex comunità Montana. Alla luce degli esempi che ho portato non posso che ribadire con convizione che una Unione che voglia dettare il futuro di un territorio deve nascere per volontà politica e non per necessità dell’ultima ora, si deve basare su trasparenza e correttezza e non su mezze parole.

Di fronte ai continui tagli da parte del Governo l’unione cosa può fare per continuare a sostenere i servizi ai cittadini?
Parto dal principio per cui l’Unione non va misurata per quello che ha fatto bensì va valutata in virtù di quello che avrebbe potuto fare: quando si considera l’utilità di un servizio al cittadino si deve considerare quale sia il suo costo e quali altri benefici si possano ottenere utilizzando le medesime risorse. Detto questo si deve sottolineare che le unioni per loro natura regionale cioè il mantenimento dell’ex comunità montane, e per quella nazionale cioè accorpamento sostanziale dei comuni, nascono solo nel nome per sostenere i servizi, ma in realtà hanno più una natura economica dettata dal fine di rimodellare l’attuale sistema degli enti locali riducendone i costi di funzionamento. Nel lungo periodo sicuramente porteranno dei benefici, ma nell’immediato la questione è diversa. Sicuramente a determinare se saranno utili o meno inciderà il modo in cui verranno forgiate. Per portare servizi in più o mantenere agli attuali livelli quelli già esistenti occorrerebbero risorse che attualmente mancano; in tutte le sedi tecniche è risultato che le unioni hanno un costo di start up (di inizio) importante, per questo la regione ora fornisce dei contributi, ma se noi li usiamo per pagare gli stipendi quando non ci saranno più i contributi cosa avverrà? Per cercare di mantenere  seriamente dei servizi di base, almeno, io ho un idea diversa. Premesso che dopo il 1 gennaio 2014 i comuni saranno svuotati da tutte le loro competenze (a meno che abbiano fatto convenzioni tra loro con un bacino di almeno 10.000 abitanti, quindi 2 in Garfagnana) come ho già detto sia in sede istituzionali che pubbliche,  per cui quindi l’Unione è la MORTE dei comuni, se veramente si vogliono mantenere e magari portare nuovi servizi occorre con sincerità dire alla popolazione dove si sta andando e decidere democraticamente se vogliamo un solo comune in Garfagnana oppure due oppure tre: aspettare che lo Stato decida per noi equivale a dire perdere tutto. Io sono intimamente convinto di ciò tanto che insieme a Fabbriche di Vallico abbiamo inoltrato una proposta alla Regione Toscana per creare un nuovo comune insieme; tagliando effettivamente poltrone ed utilizzando il mezzo del referendum per far esprimere tutta la popolazione.
Noi, per senso di responsabilità, non vogliamo aspettare che altri da Roma decidano per le nostre Comunità e nel contempo abbiamo 3 milioni di euro in 5 anni: allora si che i servizi saranno migliorati ed ampliati. Se questo senso di responsabilità prevalesse sulle logiche di partito e si facessero 3 soli comuni in     Garfagnana potremmo portare sul terriotorio 10 milioni di euro di finanziamenti per     risollevare l’economia ed i servizi ed avremo comuni con una popolazione media     di 10.000 abitanti e territori più piccoli e più facile da gestire …. Non male, vero?

Intervista doppia di
Andrea Giannasi

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