A cosa serve l’Unione dei Comuni? Risponde Mario Puppa

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Abbiamo intervistato, in esclusiva per il Giornale di Castelnuovo Garfagnana, Mario Puppa presidente dell’Unione dei Comuni della Garfagnana a proposito delle funzioni dell’organo che presiede.
Le stesse domande sono state fatte anche al Sindaco del Comune di Vergemoli Michele Giannini (la sua intervista la troverete domani).
I due interventi vengono pubblicati anche sul Giornale di Barganews.

A cosa serve l’Unione dei Comuni della Garfagnana?
Voglio cominciare col dire che l’Unione dei Comuni non è frutto di fantasie degli Amministratori dei Comuni della Garfagnana ma bensì rappresenta un modello di organizzazione degli Enti Locali di piccole dimensioni presente nel nostro ordinamento fin dagli anni ’90 per soddisfare l’esigenza di lavorare insieme che si era già manifestata addirittura prima dell’Unità nazionale.
Questo processo di “gestione associata” delle funzioni comunali ha subito negli ultimi anni una forte accelerazione, prima attraverso un percorso di adesione volontaria, poi con norme che hanno imposto di gestire obbligatoriamente assieme una serie di importanti funzioni comunali definite fondamentali.
La nostra regione si è mostrata particolarmente attenta a sostenere il processo di formazione delle Unioni andando verso una loro evoluzione finalizzata al superamento delle Comunità Montane; questo logicamente per non sovrapporre Enti sul territorio. Alla nuova Unione dei Comuni della Garfagnana sono state trasferite tutte le deleghe che altrimenti si sarebbero tragicamente allontanate dal territorio.
I Sindaci che hanno aderito a questo nuovo modello quindi, non solo hanno avviato un processo di razionalizzazione delle strutture amministrative, ma hanno permesso di conservare in Garfagnana l’esercizio di funzioni regionali molto importanti per lo sviluppo della nostra terra; la forestazione, l’agricoltura, la programmazione economica, l’antincendio sono alcune di queste. Hanno potuto inoltre conservare le competenze tecniche e di conoscenza presenti nella ex Comunità Montana e continuare nella gestione di diverse deleghe già conferite dai Comuni: Protezione Civile, S.U.A.P, Catasto.  tanto per citarne alcune.
Gli Amministratori avviando unanimemente il processo di costituzione dell’Unione a livello Garfagnana hanno puntato non solo ad un coordinamento politico delle loro azioni, ma anche ad una razionalizzazione che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie, renderà più adeguati al nostro tempo i servizi resi ai cittadini e alle imprese con un sicuro contenimento dei costi. Nel contempo sarà salvaguardato il patrimonio di identità, democrazia e presidio del territorio garantito a livello dei singoli Comuni.

La struttura ha visto fin dal principio la mancanza di adesione del comune di Castelnuovo. Cosa significa in termini politici per le scelte di indirizzo della valle intera questa sedia vuota?
La decisione del Comune di Castelnuovo, come ho potuto più volte affermare, non può essere condivisibile; ne per ragioni organizzative, ne per la prospettiva politica di sviluppo dell’intera Valle.
Una decisione che penalizza sia l’Unione che il Comune di Castelnuovo.
E’ apparso quasi incredibile che il Comune, che storicamente è stato il punto di riferimento di tutte le Amministrazioni Locali ed ospita i principali uffici amministrativi presenti in Garfagnana, non abbia colto il senso e l’importanza di unirsi agli altri Comuni della Garfagnana per affrontare insieme le importanti sfide che il futuro ci riserva. Si pensi che realtà a noi vicine e di maggiore dimensione di Castelnuovo, hanno invece afferrato la straordinaria opportunità di partecipare ad un tavolo ove vengono prese importanti decisioni politico – istituzionali su temi programmatici di valenza sovra-comunale. Questo al fine di garantire una maggior spinta sui temi di sviluppo nelle sedi programmatiche regionali e nazionali.
Al tempo stesso l’Unione dei Comuni della Garfagnana si trova a gestire le funzioni regionali anche sul territorio del Comune di Castelnuovo, nonché ad elaborare la propria strategia di sviluppo senza il confronto continuo e costante con un’area di fondamentale interesse.

L’insieme dei sindaci corrisponde al desiderio di molti di avere un consesso che possa disegnare il futuro della Garfagnana in termini di sviluppo, di occupazione, di crescita culturale. L’Unione ha la forza di dettare il futuro della nostra terra?
Sono convinto che solo con il vigore rappresentato dai Sindaci responsabili del destino delle popolazioni che li esprimono, si possono affrontare le grandi tematiche che pesantemente incombono: dall’occupazione, alla sanità, dalla scuola alle infrastrutture, dai servizi pubblici alle fonti rinnovabili di energia e l’elenco potrebbe continuare.
C’è un futuro che ci aspetta al quale dobbiamo andare incontro senza indugio, che emerge in particolare dai giovani, svezzati nelle nuove dinamiche in un sistema di relazioni attraverso i moderni sistemi di comunicazione e che vivono rapportandosi con un mondo sempre più piccolo e sempre più bisognoso di servizi e di sviluppo.
Questa ineludibile realtà non capirebbe una classe politica che per piccole esigenze di bottega o ambizioni personali volesse tenere in vita o far rivivere esperienze, ormai superate dalla storia e dai fatti, facendo finta di cambiare per non cambiare nulla.
Ogni passaggio epocale richiede scelte coraggiose e così come tanti stati hanno rinunciato a una parte della propria sovranità per una grande aggregazione europea di popoli, così i nostri Comuni dovranno rinunciare a piccoli spazi di autonomia per grandi opportunità gestite in un contesto unitario di Valle.
C’è il problema dei problemi: il lavoro; per chi non lo ha, per chi lo ha perso, per chi lo sta per perdere e, se una risposta ci può essere a livello locale si può intravedere solo con progetti di area, compatibili con il territorio, sostenuti da adeguati interventi pubblici in infrastrutture che altro non sono che strade, energia, banda larga, servizi generali e autorizzazioni rapide per valorizzare ciò che abbiamo e per costruire nuove opportunità.
Faccio solo due esempi su cui non è possibile non lavorare assieme: la filiera corta in agricoltura ha già compiuto grandi passi ma non basta. Solo con un sistema coordinato nella formazione, promozione ed educazione alimentare potrà dispiegare grandi potenzialità.
Il turismo, un vero motore per la nostra meravigliosa terra, deve trovare un ulteriore momento di sintesi in azioni di promozione globale, valorizzazione delle cosiddette stagioni minori, con un sostegno concreto ed effettivo al settore attraverso gli uffici di informazione turistica e le associazioni degli operatori per sfruttare appieno il brand Garfagnana.

Di fronte ai continui tagli da parte del governo l’Unione dei comuni della Garfagnana cosa può fare per continuare a sostenere i servizi ai cittadini?
L’Unione sicuramente rappresenterà, anche tenendo conto del superamento dell’attuale assetto provinciale, il punto di riferimento per realizzare quelle economie dovute a razionalizzazioni e utilizzo di nuove tecnologie che non devono essere solo ad appannaggio delle aree metropolitane ma sfruttabili soprattutto nei nostri borghi montani; un modo eccezionale per assicurare pari opportunità.
Con l’Unione non si costituisce una nuova sovra-struttura ma bensì si valorizza maggiormente il grande patrimonio rappresentato dal capitale umano della classe politica-amministrativa, dalle strutture amministrative e tecniche dei Comuni, che pur nella limitatezza dei numeri hanno espresso ed esprimono un potenziale progettuale ed operativo che è sotto gli occhi di tutti, per non dire di molte strutture e mezzi che possono essere ulteriormente ottimizzate al servizio delle comunità.
Sicuramente i problemi davanti a noi non mancheranno. Mi sto accorgendo però che, grazie alla responsabilità e al coraggio dei nostri Sindaci, la Garfagnana, con i suo bagaglio di storia e la sua impareggiabile identità, si sta preparando al meglio per affrontare il futuro da protagonista.

Intervista doppia di
Andrea Giannasi

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