Tanti, troppi interrogativi sulla Dialisi di Barga

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Torna viva la polemica sullo stato del servizio dialisi all’ospedale di Barga, dopo la lettera inviata alla stampa dal parroco di Albiano, che si fece portavoce del disagio di molti utenti che chiedevano spiegazioni sul persistente stato di chiusura del nuovo reparto dialisi dell’ospedale di Barga, ancora inutilizzato da almeno due anni.

Reparto che potrebbe accogliere  senza problemi i due centri dialisi, con un notevole risparmio in termini economici e di risorse umane, mediche ed infermieristiche.  Stavolta interviene Marcello Moscardini, responsabile sanità del circolo SEL della Media Valle del Serchio che circa l’attuale reparto afferma: “Dal 14 al 16 agosto scorso è stato chiuso il turno del martedì, giovedì, sabato del reparto di dialisi dell’ospedale di Barga, senza perciò rispettare i tempi di concertazione necessari. Mentre sul medesimo reparto presso l’ospedale di Castelnuovo Garfagnana il martedì, giovedì e sabato mattina si dializza senza la presenza del medico. Per quale motivo?

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Forse perché il medico il 31 agosto 2008 è stato dismesso? Con questi cambiamenti l’azienda ha ottimizzato le risorse? Ci chiediamo anche se la coordinatrice infermieristica ha saputo gestire in modo razionale questa situazione?” Sono questi gli interrogativi che si pone Moscardini.

Peraltro l’azienda USL nelle settimane scorse aveva  comunicato che la rimodulazione dei turni della dialisi della Valle del Serchio, sia di Barga che di Castelnuovo, sarebbe avvenuta fino alla fine di agosto e solo per il periodo estivo.

E riguardo al nuovo reparto? La direzione ASL ha rinviato ancora l’apertura ed ha parlato della sua messa in funzione dal marzo 2013, ma a questo punto c’è da ritenere che le intenzioni di andare ad aprire il nuovo reparto siano poche e che anzi in questi mesi si stia assistendo ad una vera e propria cura dimagrante mirata a ridurre al minimo i servizi ed i reparti nei nostri ospedali. Una specie di lenta rivoluzione in negativo che porterebbe a giustificare la chiusura di molti servizi essenziali ed anche di interi reparti. E forse dei due ospedali.

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