Pass Free

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Ci sono persone che camminano lungo sentieri e carrarecce per trovare l’ispirazione, altre vi cercano il benessere, altre ancora lo fanno per lavoro. Si tratta di quegli strani personaggi che vengono definiti guide ambientali. Lo sono anch’io e so bene come capiti di maledire chi maltratta il nostro territorio e di benedire, al contrario, che ne fa un’opera d’arte.

Camminare a Roccalberti scendendo nella Valle dell’Edron (Garfagnana), inerpicarsi su certi tratti del Monte Pisano, percorrere la Via Francigena tra le province di Pisa e Siena oppure percorrere un sentiero dell’Appennino o delle Alpi Apuane, andare alle scoperta delle colline della Versilia vuol dire concedersi momenti di straordinaria sintonia tra corpo e spirito, vuol dire scoprire l’anima dei luoghi, la loro personalità, il mutare degli umori di posti che sono posti dell’anima.

A volte, purtroppo, si rimane delusi e il nostro cammino si arresta di fronte ad un incomprensibile cancello improvvisamente comparso a sbarrare una strada o un sentiero. Proprio in questi giorni, però, mi è capitato di tornare lungo uno degli itinerari creati anni fa dal Comune di Massarosa (LU) e, dopo la brutta avventura del cancello che mesi fa ha interrotto per alcuni giorni il sentiero “00” del Monte Pisano, mi sono riempito il cuore con un cartello che era scomparso dai cassetti della mia memoria. “Passo libero a volte sbarrato per permettere il pascolo agli asini. Lasciare chiuso per favore”, si legge sul cartello. Segue la traduzione in inglese.

Ecco il senso dell’accoglienza, il rispetto per chi con rispetto cammina sul territorio, spesso su antiche strade che hanno visto passare viandanti e pellegrini per secoli. Ecco cosa dovrebbe campeggiare nella testa di ognuno di noi per restituire il nostro territorio all’uso pubblico. Un uso pubblico che è anche presidio, che un modo per raggiungere una consapevolezza che genera rispetto. “Se mi lasci passare fai un bel gesto nei miei confronti e io ti darò in cambio un bel gesto, come raccogliere una cartaccia abbandonata da qualche maleducato o la cartuccia lasciata in terra da un cacciatore”: ecco cosa mi passa per la testa quando leggo quel cartello. E se la gente torna a camminare si riscoprono marginette (mestaine), nasce l’idea di recuperare antichi manufatti, la domenica un gruppo di amici può andare a ripulire un antico lavatoio o un tratto di strada medievale.

Un cancello che si può aprire e richiudere per passare è davvero una cosa entusiasmante per chi cammina, per qualsiasi motivo lo faccia, ed uno stimolo per riaprire certe finestre della mente, della memoria e di comunità assopite davanti a sfavillanti schermi piatti.

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