OperaBarga per la cinquantesima volta, nonostante la miopia…

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Un nuovo caso di miopia istituzionale interrompe una preziosa consuetudine, ch’è sempre stata l’intenzione prima di Opera Barga: quella di riportare alla luce composizioni del ricchissimo giacimento barocco, con particolare riferimento alle opere vivaldiane. Negli scorsi decenni Opera Barga ha collaborato strettamente con grandi specialisti del periodo, primi fra tutti Federico Maria Sardelli e il suo Modo Antiquo e Jean Claude Malgoire, per il recupero e l’esecuzione di opere inedite di Vivaldi e del Barocco (ricordiamo fra le altre l’Arsilda e Motezuma, poi registrate in disco e ormai entrate con successo nella programmazione internazionale). Nella presente edizione data la mancanza di sostegno istituzionale, questa preziosa specificità del Festival, è stata purtroppo sospesa.

I 50 anni di un festival musicale fra i più stimati in Europa sono stati festeggiati dallo Stato Italiano con un tentativo di soppressione. Questanno infatti il Mibac ha deciso di non confermarci il suo fondamentale contributo, mettendoci a rischio di chiusura. Rischio chè stato evitato solo grazie alla sensibilità di alcuni grandi musicisti, in passato già collaboratori del festival, che suoneranno solo per il piacere di fare musica, senza ricavare un soldo dal loro lavoro” commenta Nicholas Hunt, Presidente del Festival Opera Barga che da decenni lavora alla conduzione di questa rassegna estiva costantemente rivolta alla riscoperta e al rilancio della musica antica e barocca.

Il Festival 2016 si avvierà con una celebrazione della letteratura sacra di Vivaldi. Il 27 luglio infatti si aprirà col Magnificat RV610 e il Gloria RV 589, pagine corali piene di quel ‘fuoco gentile’ che caratterizza le composizioni più felici del grande veneziano; l’orchestra dell’Accademia degli Invaghiti e il coro Ricercare di Mantova saranno diretti da Federico Sardelli, ormai un autentico riferimento internazionale per ciò che attiene alla filologia musicale antica e barocca. Poi il programma si allargherà verso il classicismo (28 luglio) con una serata dedicata ad Haydn, di cui sarà eseguita la versione per quartetto d’archi de Le ultime parole di Cristo sulla Croce, un testo introspettivo e complesso dove si insinuano sonorità anticipatrici in un clima di sofferta e devota meditazione. Segnaliamo anche il concerto del 29, dove Bettina Hoffman, viola da gamba, affronterà un programma per palati finissimi che partirà da autori cinquecenteschi, per toccare il seicento francese e poi, con Telemann e Schenck, quello tedesco.

I concerti della prima settimana di agosto si inoltreranno invece nell’Ottocento e talvolta nel grande repertorio novecentesco, con esecuzioni di Schumann, Mendelssohn, Schubert (le cui composizioni di quest’ultimo accompagneranno l’intero corso del Festival in una sorta di lunga schubertiade) e Chopin fino a giungere a Ravel, Debussy, Janaceck, Prokofiev. Notevole sarà l’apporto dei solisti, da Simone Bernardini, primo violino dei Berliner Philarmoniker, ai pianisti Andrea Bacchetti, Yannick Van de Velde, Federico Gianello, Lucija Majstorovic, Jan Latham-Koenig e Simone Soldati.

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