La scomparsa di Floriano Rossi

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BARGA – Stamani ci ha lasciato una figura cara alla comunità barghigiana. Se n’è andato a 86 anni il carissimo Floriano Rossi, uno dei figli di Giuseppe e Flora Rossi, che nel 1966 avviarono al Camberello la bottega che ancora oggi è un punto di riferimento della comunità. Figura che in tanti ricordano anche per le sue gesta sportive negli anni ’50 e poi per il suo lavoro di stimato ed apprezzato commerciante ambulante, attività poi proseguita dai figli Marco e Rossano.

Floriano era una bella persona, una brava persona, molto legata a Barga ed alle sue trasdizioni ed in tanti, ne siamo certi, piangeranno insieme a noi la sua scomparsa.

Tra questi c’è anche Umberto Sereni che per noi, ma soprattutto per Floriano, suo caro amico, come tutta la sua famiglia, ha scritto questo sentito ricordo.

Il Giornale di Barga, nel dare la notizia della morte di Floriano si sente particolarmente vicino alla moglie Cesi, ai figli Rossano e Marco, ai nipoti ed a tutta la famiglia Rossi a cui esprime i sensi del suo accorato cordoglio.

 

Una foto del Barga negli anni ’50. Floriano è il secondo in alto da destra. Sotto, sempre da destra a sinistra, il secondo ed il terzo sono Mario Bilia e Serafino Poli

In ricordo di Floriano

Del gruppo dei quattro giovani amici che vivacizzavano la Barga degli anni 50 Floriano Rossi  è stato l’ultimo ad andarsene. Prima di lui se ne andato  Francesco Nardini, Mario Bilia e Serafino Poli.

Più che per i nomi si conoscevano per i soprannomi: Francesco Nardini, che era mia cugino , era il “Grillo”, Mario Bilia il “Patata”, Serafino Poli il “Fone”. Floriano era il “Topini” , soprannome del quale non ho mai saputa la spiegazione.

Erano  inseparabili. Il loro ritrovo era “La Pergola” , in piazza San Rocco, bar trattoria, ballo estivo, biliardino, pallio delle bocce, che con la gestione della famiglia Moscardini si era conquistata  un bel giro di clienti. Soprattutto, ma non solo, giovani.

I quattro amici la  frequentavano con assiduità: Quando il “Grillo” rientrava da Pisa, dove studiava all’Università, potevi stare sicuro che lo trovavi alla “Pergola “, dove, nei momenti di maggiore affollamento dava una mano improvvisandosi cameriere. E potevi star sicuro che prima o dopo vedevi spuntare gli altri.

La loro passione condivisa era il calcio  e tutti si ritrovarono a giocare con il “Barga”:  per primo  il Grillo, poi il Patata e il Fone e infine anche il Topini, che Italo Fabbri, l’indimenticabile  Chitarrina mago di cabala calcistica, e allenatore dei nostri azzurri schierava all’attacco.

Due erano le specialità del Floriano: un tiro secco e pungente che  piegava le mani ai portieri e il lancio  con le mani della rimessa laterale. Era la sua arma segreta che il Chitarrina aveva saputo sfruttare per scardinare le difese avversarie.  Il fallo battuto dal Topini  era lungo  e teso  e sovvertendo  tutte le regole della balistica, finiva sempre nel cuore dell’area di porta. I difensori, che non se l’aspettavano, sbandavano e lasciavano  al destinatario del pallone di portare a buon fine lo schema inventato dal Ghitarrina: un colpo di testa e la palla finiva in rete.  

Bello, vero ! Per un bimbo, che stravedeva per il “Barga”, come ero  allora, quella scena  valeva come una magia e aspettavo trepidante di vederla ripetere. La ricordo ancora nella sua carica emozionante e ricordo bene di chi fosse la testa  alla quale il Topini spediva il pallone: era di un biondino  che veniva da Cutigliano. Anche lui di cognome faceva Rossi ed allora,  per distinguerlo dal nostro,  fu come ribattezzato il “Rossi di Cutigliano” . Ed il Floriano divenne il “Rossi del Camberello” , titolo che gli spettava  per il fatto che sua famiglia, in quella località di fondo Piangrande, gestiva una bottega di alimentari con annesso bar.

Ma la vera attività che impegnava  i Rossi, sotto la guida del patriarca Giuseppe,  di saldo ceppo garfagnino,  era la conduzione del banco ambulante  di abbigliamento, biancheria  e tanto altro con il quale battevano le fiere e i mercati di tutta la Valle.

Alla domenica , siamo ancora negli anni 50, a Barga il mercato si teneva in via Pascoli. Presenza fissa  il Pierantoni di Fornaci con  l’assortimento di frutta e verdura, un formaggiaio che veniva  dal modenese  e pochi altri. Pochi ma sufficienti per dare un’aria di festa a quelle domeniche. Se poi, come accadeva nelle domeniche vicine al Natale, da Lucca arrivava Marino l’Artigliere che per espresso desiderio dell’onorevole Biagioni  ( così iniziava il suo racconto che imbambolava i paesani) era venuto a portarci dolciumi e cioccolate destinati a procurare qualche spiacevole conseguenza digestiva) allora  il mercato si trasformava in uno spettacolo. Da non perdere a nessun costo:

E così il  solito bimbetto che smaniava per il calcio, scappava dalla casa di via del Giardino  e si intrufolava tra i banchi del mercato. E tra questi preferiva quello del Rossi, dove al suo tempo avrebbe comprato i jeans Rifle e i pantaloni Pecos Bill. Per questa mia assidua presenza fui ingaggiato dal Floriano come aiutante  del banco ed avevo il compito di controllare  i clienti che si avvinavano e poi, a mercato finito, di collaborare a riporre la merce sull’Ape.

Il Floriano mi prese così a buon volere che mi portava con sé alle fiere  e poi al tiro della forma, del quale era un campione.

In quelle chiassose radunate di gente Floriano mi impartiva delle lezioni pratiche di scaltrezza, mi insegnava a riconoscere il vero da falso, mi dava istruzioni di vita che mi sono state molto  utili.

Da quelle domeniche sono passati anni così  lunghi da farle apparire sperdute nel tempo. Eppure quelle domeniche ci sono state e le portiamo ancora con noi.

Grazie Floriano per la tua amicizia e per la tua stima che non sono mai venute meno.

Alla cara moglie Cesarina, ai figli Marco e Rossano, a tutta la famiglia Rossi, alla quale mi sento  molto legato, la testimonianza del mio vivo cordoglio.

 

 

Umberto Sereni

Commenti

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  1. Mi unisco anch’io al ricordo che ha fatto Umberto per la scomparsa del caro Floriano, il Rossi del Camberello, il “Topini” come lo chiamavamo in tanti. Tanti ricordi meravigliosi legati al calcio barghigiano mi sono tornati in mente leggendo le parole di Umberto, ricordi legati a quelli che ,per noi ragazzini di quel tempo, erano degli eroi i: i giocatori del Barga. Riposa in pace Floriano

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