Pascoli ed il Doppio Tramonto. Ecco l’iniziativa di Fondazione, Istituto Storico e Pro Loco

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BARGA – Per tutti i visitatori che salgono in Duomo a Barga, dal cui sagrato si ammira un panorama mozzafiato delle Apuane ora c’è una targa che fa sapere a tutti che da qui, in alcuni giornate, si può assistere ad un fenomeno naturale unico che sta di nuovo per ripetersi.  Il 10 e 11 novembre prossimo Barga rivivrà lo spettacolo naturale del “Doppio tramonto” con il sole che dopo essere tramontato torna a spuntare ancora dietro il ciclopico arco del monte Forato sulle Apuane, regalando uno spettacolo veramente unico ai tanti appassionati che si ritrovano nella cittadina per questa occasione ogni 10 e 11 novembre e poi quando il fenomeno si ripete, il 30 e 31 gennaio.

Per raccontare a tutti il “doppio tramonto” la Fondazione Ricci e la sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese, con l’appoggio della Pro Loco di Barga, hanno installato sulla spalletta del sagrato una bella targa in ottone che spiega, in italiano ed in inglese, che cosa è il “Doppio tramonto” barghigiano. La targa è stata inaugurata questa mattina dalla presidente della Fondazione Cristiana Ricci, dal vice presidente della Pro Loco Roy Santi e dalla direttrice della sezione di Barga dell’Istituto Storico Sarta Moscardini. Era presente a salutare questa bella iniziativa anche l’assessore del comune di Barga, Lorenzo Tonini.

La targa è arricchita da una frase di una intervista rilasciata da Giovanni Pascoli a “Il secolo XX” nel maggio del 1903 e riscoperta poco tempo fa dalla direttrice dell’istituto storico Lucchese sezione di Barga, Sara Moscardini. Pascoli parla così del doppio tramonto: “Barga ha due tramonti. Quando il sole è disceso oltre la linea delle montagne, ricomparisce improvvisamente e getta ancora un fascio di raggi attraverso l’apertura del monte Forato… Io passo sovente le sere su questa terrazza; guardo Barga che va a letto e la vedo lassù, sul colle, rifulgere come un altare”

“Unire la bellezza della natura con la bellezza dea poesia, che sono tra le cose edificanti a cui l’uomo dovrebbe sempre tendere – ha detto in proposito Cristiana Ricci –  sono alla base di questa nostra iniziativa che rinnova una magia raccontata cento anni fa dal Pascoli ma che vuole anche fissare tutto questo nella memoria  di chi salirà fino quassù. Oggi come nei prossimi cento anni”.

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