Le memorie della Grande Guerra nel Comune di Barga (Quarta parte)

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Fornaci di Barga:

1) La S. M. I. e le sue lapidi.

Siamo a Fornaci di Barga,alla quarta tappa del nostro intrapreso percorso diretto alla riscoperta delle memorie che ancora oggi ci parlano della Grande Guerra nel Comune di Barga.

Fornaci di Barga! Per parlare di questo paese, cosa volle dire e ancora oggi ci ricorda di quella Guerra, ci vorrebbe un libro dedicato espressamente all’argomento, solo pensando che con l’installazione nel 1915 di una fabbrica, la S. M. I., espressamente voluta dal Governo Italiano per la fabbricazione delle munizioni utili al conflitto. Seppur distante dai fronti centinaia di chilometri, con gli operai che qui lavoravano indefessamente per il fine della vittoria, Fornaci di Barga e quelle migliaia di maestranze le possiamo vedere lì a condividere con i nostri soldati i destini d’Italia.

La costruzione della fabbrica fu affidata al patriottico industriale Ing. Luigi Orlando, che ebbe da subito l’appoggio dell’Amministrazione Comunale di Barga retta dal sindaco Prof. Cesare Biondi, che seppur dovesse lasciare a un prosindaco la conduzione amministrativa perché partì volontario per quella guerra, disegnò da subito al suo successore, il genero Alfredo Bonaccorsi, l’iter da percorrere per facilitare la vita all’insediamento industriale.

Questa storia, con l’ottica diretta alla fondazione dell’Asilo Pro-Orfani di Guerra, è accolta su questa testata in dieci articoli stilati dallo scrivente e che hanno per titolo “La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli”.

Oggi, con quest’articolo, desideriamo rivisitare ciò che resta a Fornaci di Barga di questa sua straordinaria pagina, che la pone tra i luoghi sacri della Grande Guerra in Italia.

Questo pensiero, che qualcuno potrebbe pensare esser nato oggi, seppur ci crediamo, non è solo dei nostri giorni ma ha radici che affondano nello stesso Paese, a quando il cappellano don Giuseppe Scali (Riparbella 1878 – Fornaci di Barga 1931), designato dall’arcivescovo di Pisa Card. Maffi per condurre spiritualmente questo popolo, allora parte della parrocchia di Loppia, era il 1922, già pose in evidenza questo particolare stato del luogo della sua missione apostolica.

Intanto, con don Scali ha inizio l’idea di elevare Fornaci di Barga a parrocchia autonoma da Loppia, che avverrà definitivamente l’anno 1924. In tale frangente si pensa necessaria una nuova chiesa, che subentri nelle funzioni parrocchiali all’oratorio di Fornaci Vecchia, danneggiato nel 1920 dal terremoto che aveva investito disastrosamente la Valle del Serchio. Nell’idea di don Scali la nuova chiesa avrebbe dovuto aver nome Tempio della Rimembranza. Chiaro il riferimento a qualcosa di ben preciso, Fornaci e la Grande Guerra, che indubbiamente ci fa capire che il sacerdote ha compreso in pieno lo status particolare del paese. Da qualche anno, infatti, è in funzione nel paese un Asilo Pro-Orfani di Guerra e Anormali Psichici intitolato a Giovanni Pascoli, fondato con questi intendimenti, come dice la cronaca del tempo, dal Generale Giardino, ma che sappiamo deliberato esattamente lunedì 4 novembre 1918, tramite il Comitato Pro-Orfani di Guerra che aveva sede all’interno della S. M. I. e retto dall’Ing. Luigi Orlando.

In altre parole, ci pare di capire che don Scali per l’erezione della nuova chiesa, coadiuvato in ciò da un comitato sorto ad hoc, quale conduttore dell’idea, tende a inserirsi in quel filone patriottico, sperando di incontrare favori e risorse per l’ambizioso progetto, che avrebbe dovuto aver luogo nel centro del paese, forse e circa, vicino all’ex cinema S. M. I..

Di là da questa storia che non vide la realizzazione, ben descritta in un libro di don Silvio Baldisseri “Tre –Comunità Viva –Documenti –Oltre la Memoria” (1), a noi interessa quale profondità d’intenti raggiunse la questione, già allora tracciando a chiare note la singolarità di Fornaci di Barga nel suo contributo alla vittoria, che ora, secondo l’idea di Don Scali, si sarebbe dovuta celebrare con l’erezione di un Tempio della Rimembranza Nazionale al Combattente Italiano.

Si scrisse anche una lettera al Re nel nome del Comitato Cittadino e Sindaco di Barga, dove quanto vogliamo far capire con questa nota, è scritto vivo e chiarificatore ciò che era stato e che ancora e da sempre è rimasta questione disattesa. Allora leggiamo alcuni passi di questa lettera:

“Maestà. Dopo un periodo non breve di seria preparazione e di attento esame, il 30 marzo u.s. in Fornaci di Barga si è costituito un Comitato per l’erezione di un Tempio Nazionale al Combattente Italiano.

L’idea … è sorta dal fatto che la terra del Barghigiano … ha uno stabilimento Metallurgico che tanto cooperò con gran copia di materiale bellico alla vittoria delle nostre armi. Durante quel periodo migliaia e migliaia d’operai giorno e notte lavorarono con ardore a preparare metalli e materiale da guerra … Il Paese, col sorgere dello Stabilimento allo scoppiar della guerra andò rapidamente sviluppandosi.”

Si parla nella lettera ancora dell’idea dell’Asilo Giovanni Pascoli, sospinta dal governo all’Ing. Luigi Orlando, proprietario dello stabilimento S.M. I., che ricordiamo, fu deliberato dal Comitato Pro-Orfani sorto dopo Caporetto, lunedì 4 novembre 1918 (2) e che ora, anno 1925, si raccolgono nel suo seno 50 orfani di guerra anormali psichici.

Si pone in evidenza che se il Comune di Barga era già all’attenzione nazionale per essere stato la patria di precursori l’Unità d’Italia, soprattutto di Antonio Mordini, ora in modo speciale Fornaci è sacra e cara al cuore di ogni Madre Italiana e a ogni Vedova di Guerra, perché in questa terra, accanto allo stabilimento, è sorto un Asilo dove gli infelici giovani orfani di guerra sono curati e educati.

Per tutte queste ragioni e perché Fornaci abbisogna di una nuova chiesa, ravvisato che il paese ha molto contribuito per la vittoria, vorremmo costruirla dedicandola nel nome di Tempio del Combattente Italiano, ma l’opera che immaginiamo “Maestà, non potrebbe essere portata a felice compimento se non fosse posta sotto la Vostra Augusta protezione.” Come detto, però, tutto rimase un pio desiderio mai esaudito.

Abbiamo parlato della S. M. I. e allora entriamo nel suo interno per riprendere, dopo questa doverosa premessa, la nostra strada andando incontro ad altre memorie della Grande Guerra che vediamo sulla facciata dell’attuale direzione aziendale, esattamente due lapidi.

 

1) La ex S. M. I. e le sue lapidi.

 

  1. a) La prima lapide che esaminiamo è di travertino con una grande cornice di pietra serena e fregio di bronzo posato su una stretta lastra, sempre di travertino, che attraversa verticalmente e oltrepassa un poco il lato sinistro. Il bronzeo fregio raffigura vari simboli: Stemma Savoia coronato, in basso, stella che raggia al merito, in alto, corona d’alloro che pende da un’aggettante mensola su cui posa una lampada votiva, il tutto poggiante su un grande ramo di palma che sua volta finisce per appoggiarsi in alto su altra lastra posta ad angolo retto rispetto alla precedente e sempre di travertino. La lapide, sul lato sinistro, ricorda 10 operai della fabbrica che dettero la vita per la Patria elencati sotto la dicitura “Operai Caduti in Guerra”; mentre sul lato destro 5 operai morti sul lavoro durante la produzione bellica nella fabbrica “Operai Morti sul Lavoro”. Su questa linea, in basso, c’è il ricordo di un caduto O.M.S. (oltre mare in Spagna), nel 1937. L’opera fu eseguita dallo scultore di Livorno Ugo Bini e inaugurata il 12 ottobre 1924.

La lapide è introdotta dalle seguenti parole:

 

Perirono gli uni da prodi

Sui campi di battaglia

Perirono gli altri

Uomini e donne

Apparecchiando ai prodi le armi

Parimenti la patria

Li ricorda e li onora

 Il tutto si chiude con: 1915 – 1918.

 

  1. b) La seconda lapide di marmo apposta sulla facciata della direzione ex S. M. I. vi fu messa il IV novembre 2007, in ricordo delle persone che durante lo sforzo bellico dettero il loro meglio per la Patria e per i fratelli impegnati sui campi di battaglia. Lo scritto dice:

Nel giorno

Che festeggia la fine della

Ia Guerra Mondiale

Si vogliono ricordare

L’impegno e il sacrificio

Delle operaie e operai

Della Metallurgica

Che contribuirono

Allo sforzo bellico

Per la Vittoria Italiana

IV novembre 2007

L’Amministrazione Comunale di Barga

 

Altra Lapide –Qualcuno ci ha detto che sempre su una facciata della direzione ex S. M. I. o all’interno, ci sia esposto il Bollettino della Vittoria, ma durante una nostra visita, compiuta su autorizzazione dell’attuale Direzione, oltre alle immagini a) e b) ci è stato assicurato non che vi erano altri ricordi della Grande Guerra, però abbiamo ritenuto di riferire questa notizia. Tra l’altro, la notizia del Bollettino Diaz all’interno dell’ex S. M. I., potrebbe esser vera ma per ora, in assenza di nostra documentazione, resti solo una supposizione.

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