KME, sindacati divisi sulla questione della gestione degli esuberi.

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Nella difficile situazione che sta interessando la KME di Fornaci sicuramente è ormai chiaro che le posizioni delle sigle sindacali non sono più unitarie, ovvero hanno i loro distinguo.

Proprio oggi la UILM, per bocca del segretario area nord Giacomo Saisi, ha fatto sapere che sulla questione della gestione degli esuberi una intesa vada ricercata.

In scontro con l’azienda pare invece più orientata la posizione della FIOM che ieri per bocca del coordinatore nazionale FIOM KME, Mauro Faticanti fa sapere che per FIOM a questo punto non ci sarà nemmeno al tavolo nazionale del coordinamento sindacale previsto per il 12 ottobre, ma non solo.

Partiamo dalla UILM. Ecco che cosa scrive Saisi:

“In merito alla trattativa tra sindacati e KME Italy siamo consapevoli che per raggiungere l’accordo del 22 giugno 2016 sia stato fatto un percorso duro e difficile e, che ancor più complicata sarà la gestione dello stesso, ma come organizzazione sindacale firmataria dell’accordo non possiamo tirarci indietro e non assumersi queste responsabilità.

Fin dai primi incontri, avuti con l’azienda, sapevamo che ci sarebbero stati esuberi strutturali e non lo abbiamo mai negato nemmeno ai lavorati, infatti prima di tutto abbiamo trattato perché nessun lavoratore venisse licenziato, attivando i contratti di solidarietà e ricercando misure alternative per una possibile ricollocazione, concordando l’attivazione di percorsi formativi mirati ad una riqualificazione del personale da adibire a nuove mansioni, da utilizzare sia all’interno sia all’esterno dello stabilimento, corsi che necessitano di un accordo sindacale a livello di sito, così come previsto dall’accordo del 22 giugno 2016

Precisiamo che come UILM ricercheremo un intesa e andremo agli incontri con l’azienda con lo spirito di trovare il miglior accordo possibile, a partire dal ridurre quanto più possibile il numero dei lavoratori messi al massimo degli ammortizzatori sociali, dobbiamo anche cercare di garantire al personale che andrà a far parte di questa nuova avventura tutte le tutele e i diritti dei colleghi che rimarranno in KME, inoltre alla fine di questo percorso formativo dovremmo tutelare tutti coloro che avranno trovato una ricollocazione nella nuova realtà, ma soprattutto salvaguardare quei lavoratori che torneranno a lavorare in stabilimento, garantendogli la parità di trattamento nei confronti dei colleghi che per due anni sono rimasti a Fornaci di Barga.

Quello che succederà a settembre 2018 ( scadenza degli ammortizzatori sociali) non possiamo saperlo oggi, ma sicuramente ci impegneremo perché quando arriveremo a quella data tutti i lavoratori abbiano un ricollocazione, (a tal proposito in questa fase sarebbe auspicabile un azione di monitoraggio continuo che coinvolga anche tutte le istituzioni politiche del territorio) perché la KME Italy è di primaria importanza per l’occupazione di tutta la Garfagnana e la Valle del Serchio”.

Faticanti della FIOM invece ieri aveva scritto, riferendosi in special modo al comunicato affisso da KME agli ingressi della fabbrica:

“Nel prendere atto di quanto scritto nella lettera ai dipendenti di Kme, che consideriamo sbagliata nella forma e nel merito e totalmente inaccettabile nella modalità ricattatoria con la quale si conclude – scrive Faticanti – viene meno la nostra richiesta di incontro al tavolo nazionale che, nelle nostre intenzioni, avrebbe dovuto e potuto trovare mediazioni tali da consentire il proseguo di un efficace e strutturato rapporto positivo di relazioni industriali.

In virtù di ciò nel confermare la nostra presenza alla commissione economica congiunta della mattina del 21, vi informiamo che per parte nostra la trattativa in merito ai corsi di formazione riferiti, a nostro giudizio a non realistiche ricollocazioni ma a semplici espulsioni dalla fabbrica, può continuare così come recita l’accordo, a livello di sito con le Rappresentanze Sindacali Unitarie”.

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