La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (terza parte.)

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Lo Statuto del Comitato Pro-Orfani di Guerra.

Ci siamo lasciati con la seconda parte degli articoli sulla genesi dell’Asilo Pascoli di Fornaci di Barga annunciando che avremmo visto cosa diceva lo Statuto del Comitato Pro-Orfani di Guerra. Cosa che subito vedremo prima di passare ad altre notizie sino alla fondazione dello stesso Asilo o Istituto.

Siamo sempre all’edizione de La Corsonna N. 22 del 4 novembre 1917 (*), dove è pubblicato il primo Statuto del sorto Comitato Pro-Orfani approvato nella seduta di domenica 28 ottobre dello stesso anno, mentre quello definitivo sarà approvato in una seduta del Comitato il 4 aprile 1918, che era un giovedì, incontro incentrato sulla Relazione Morale ed Economica dei primi mesi di vita dal 1917 sino allora e che vedremo seguire con gli articoli che pubblicheremo. Questa Relazione avrà anche l’onore della stampa per i tipi dell’Editrice Mariotti di Pisa, 1918.

Intanto, vediamo lo Statuto approntato e pubblicato su La Corsonna nel 1917, il quale, rispetto al seguente e definitivo del 1918, è meno completo. Infatti, si compone di undici articoli, mentre il successivo ne avrà tredici, per l’aggiunta di due parti che riguardano l’eventuale scioglimento e la decretata possibilità di variazioni allo Statuto con il voto dell’Assemblea. Da rilevare ancora che nel secondo sparisce la parte finale dell’articolo N. 9, riguardante la “Direzione” del Comitato, che diceva:

“L’opera dei componenti il Consiglio sarà gratuita. Le donne possono essere elette nel Consiglio”.

Tolta questa parte, resta abbastanza chiara la nostra idea, ammesso sia giusta, che tutti o qualche personalità del Consiglio si è lamentata della gratuita prestazione, forse i più impegnati nelle varie pratiche, mentre per la presenza delle donne nello stesso Consiglio è pensabile che si ritenesse senz’altro naturale potessero essere elette nell’incarico, quindi inutile precisarlo, anche perché da subito il loro impegno era stato molto efficace. Infatti, nel nuovo Consiglio dell’aprile 1918, votato secondo l’allora vigente e nuovo Statuto, troviamo elette ben sette donne, un terzo dello stesso Consiglio.

Andando a esaminare lo Statuto, questo al primo articolo, genericamente, cioè senza una precisa data di costituzione, dichiara che a Fornaci di Barga è sorto un Comitato per l’Assistenza e Patronato degli Orfani di Guerra “affinché le famiglie possano convenientemente mantenerli, educarli … con preferenza agli orfani della regione della media valle del Serchio … Barga, Coreglia e Gallicano”.

Si noti la particolare e interessante definizione geografica del territorio dei tre comuni citati in “media valle del Serchio”, dove compare anche e naturalmente Gallicano, una Comunità che invece negli anni ’70 del Novecento, deliberò il distacco da questa realtà andando a volersi definire come appartenente alla Garfagnana, l’altra realtà politica, sociale, economica, storicamente definibile “gemella eterozigote”, confinante a Nord della Valle, cioè, gemella somigliante come sorella, questo seppur la conformazione territoriale le unisca in un tutt’uno.

Dopo questa digressione si passa a vedere l’articolo due, il quale essenzialmente prevede la convinta idea di non “limitare in nessun modo le forme di assistenza” ma di essere in grado di ampliarle alle speciali urgenze “in qualunque luogo” e “in altri rami”.

Andando avanti eccociall’articolo tre,la parte più interessante dello Statuto, perché ci introduce alla riscoperta di come nacque l’Asilo Pro-Orfani di Guerra, a capire con quanta lucida convinzione si mosse l’idea, quale il percorso seguito. Infatti, qui si dice che secondo i mezzi non si sta solo pensando all’assistenza presso le famiglie e gli istituti esistenti, bensì si fa un chiaro riferimento alla possibilità di far nascere dall’interno del Comitato “asili e nuovi istituti professionali, che … il Comitato, riunito in assemblea, trovasse opportuno istituire”. Ovviamente questo intendimento dimostra con quale e quanta lungimiranza si proiettassero le idee del Comitato tra i reali bisogni di un popolo afflitto dalle disgrazie familiari che la guerra causava.

All’articolo quattro, invece, si definiscono i mezzi finanziari del Comitato, i quali saranno costituiti da:

“a) dai fondi che saranno subito messi a disposizione da enti, comitati, e istituzioni aderenti;

b) dai contributi dei soci che sono distinti nelle seguenti categorie:

· Soci ordinari che si obbligano di versare almeno £ 12 all’anno per un triennio.

· Soci perpetui che versano almeno £ 100 una volta tanto.

· Soci benemeriti: enti, comitati e privati che sussidiano annualmente e per un triennio il Comitato di assistenza degli orfani di guerra con una somma non inferiore a £ 300, o che versano un contributo di almeno £ 1.000 per una sola volta;

c) da sussidi straordinari;

d) da donazioni, lasciti, elargizioni e redditi straordinari in genere.”

Conl’articolo cinque si definisce a chiare lettere da chi prese avvio l’idea fondante del patriottico Comitato Pro-Orfani a Fornaci di Barga, ossia dall’Ing. Luigi Orlando, cui l’articolo ritaglia permanentemente l’incarico di presidente onorario il sodalizio:

è Presidente onorario del Comitato il Comm. Grande Uff. Ing. Luigi Orlando, sotto il di cui auspicio, e per le cui benemerenze generose è sorto questo Comitato, che da lui ha preso vita, avrà impulso di azione, e vita feconda di utile beneficenza.”

Gli articoli sei e sette riguardano invece la “Gestione” del Comitato, il cui primo organo è l’Assemblea, da convocarsi ordinariamente almeno due volte l’anno, che sarà diretto dal presidente onorario Ing. Orlando, o suo delegato; le assemblee straordinarie saranno convocate solo con l’approvazione di 1/3 dei soci. Tutti gli incontri avranno immediato svolgimento con la presenza di 1/10 dei soci e dopo un’ora con qualsiasi numero presente. Il voto si svolgeva a maggioranza per alzata e seduta e obbligatoriamente segreto nel caso di persone.

Gli articoli dall’otto all’undici riguardano la “Direzione” del Comitato, il cui maggiore organo è il “Consiglio d’Amministrazione”, eletto dai soci, che svolge funzioni direzionali in tutto ciò che riguarda la vita dell’Ente. Il Consiglio d’Amministrazione sarà composto di un Presidente e un Vicepresidente, un Economo-Provveditore, un Cassiere, un Segretario e Vicesegretario Contabile. Tutti restano in carica tre anni e possono essere rieletti. Questi avranno a disposizione ventuno Consiglieri eletti e rieleggibili dai soci, per 1/3 da rinnovarsi ogni anno a sorte nei primi due e al terzo per anzianità. A ogni incontro del Consiglio d’Amministrazione dovrà essere invitato il Presidente Onorario. All’articolo undici si dice che il Delegato del Consiglio d’Amministrazione ha in mano tutte le carte per far riconoscere legalmente il Comitato e possa così valersi dell’ausilio del Comitato Provinciale istituito a norma di legge a Lucca, affinché questo gli possa consentire il miglior raggiungimento dei prefissi scopi.

L’articolo dodici riguarda l’eventuale o pensato scioglimento del Comitato e nel caso, come e a chi andranno le risorse e le cose, mentre l’articolo tredici tratta della possibilità di attuare modifiche allo Statuto, discussione possibile su richiesta di almeno cinquanta soci.

Questi i contenuti essenziali dello Statuto stilato nel 1917, in piccole parti poi corretto e pubblicato nel 1918, all’indomani dell’Assemblea sociale del 4 aprile che vedremo nel resoconto che ne fece La Corsonna, unitamente alla varia composizione del Comitato e tutti gli aderenti, cosa che tratteremo con il prossimo e quarto articolo.

Intanto restiamo a questo fine 1917, precisamente, ancora a leggere La Corsonna in cui è pubblicato lo Statuto del Comitato Pro-Orfani, dove si ha uno spaccato sulla vita nella Fabbrica di Munizioni di Fornaci, sul patriottico e tassativo richiamo che nel triste momento della disfatta di Caporetto attua l’Ing. Orlando ai suoi operai, facendo seguito a un telegramma ricevuto dal Ministero Armi e Munizioni, che dice:

“Date speciali condizioni attuali interessasi codesta Metallurgica massima produzione bossoli a qualunque costo. Rifornimento carbone materiale verrà assicurato. Pregasi confermare rassicurando. Ministro Clavarino.”

A queste parole resta ovvio rilanciare ancora la visione, descritta nei precedenti articoli, circa la particolare e interessante situazione di Fornaci di Barga ospitante una Fabbrica chiaramente importante per i destini dell’Italia in guerra. Tramite La Corsonna ecco come Orlando si rivolge pubblicamente ai suoi operai:

“Vi comunico il telegramma ricevuto dal Ministero il 29 ottobre (n.d.r. –quello esposto in precedenza). Come vedete sono poche parole, ma da esse traspare l’ansietà e la preoccupazione che possano ai nostri soldati, venire a mancare le munizioni necessarie a ricacciare in gola al nemico il grido orgoglioso del suo momentaneo successo … Io ho telegrafato che gli operai tutti non risparmieranno nessun sacrificio … non dubito affatto della vostra incondizionata approvazione … so che … non uno solo di voi mancherà al compimento del proprio dovere intero e grande quando anche dovesse costargli i più dolorosi e gravi sacrifici. OPERAI! … Voi sapete che i soldati italiani, quando un solo lembo del sacro suolo della Patria viene calpestato … centuplicano il loro innato valore … tutto spazza e travolge … Serriamo dunque le file e imponiamoci di compiere intero il nostro dovere come intero e grande, non dubito, lo compiranno i nostri soldati …”

Il Giornale sunteggiava che l’appello era stato accolto e ogni operaio aveva rinunciato ai due giorni di festa quindicinali e l’accorciamento in qualità del vitto, nel senso che un giorno lavorativo alla settimana alla solita razione di pane aveva accettato la polenta. Ciò che maggiormente colpì tutti, è pensabile, fosse stato l’utilizzo nel messaggio di Orlando delle parole, “Serriamo dunque le file”, citazione tratta da quel brano poetico di Giovanni Pascoli che ora è scolpito sul monumento del patriota barghigiano Antonio Mordini: “Io vi dico di serrare le file”, frase rivolta dallo stesso Patriota agli ottocenteschi italiani alle prese con l’Unità d’Italia. Questa citazione, che lega in un attimo i destini dell’Italia dal Risorgimento a questa IV Guerra per l’Indipendenza, non poteva sfuggire ai lettori e maggiormente a La Corsonna, che nel successivo N. 23 del 18 novembre 1917, ne fa addirittura il titolo d’apertura del giornale “Serriamo le file: per la resistenza, per la vittoria, per l’onore.”

Abbiamo già accennato nel precedente e secondo articolo a quanto dovesse essere presente tra i cittadini, nell’attuale momento dell’Italia in guerra, l’opera patriottica profusa da Antonio Mordini (Barga 1819 –Montecatini 1902), infatti, si è già iniziata tramite La Corsonna il lancio dell’idea commemorativa nel centenario della sua nascita, il 1919, e che avverrà proprio legando il suo nome alla futura vittoria. Per questo non riteniamo casuale che il Bollettino firmato Diaz, scolpito nel bronzo, si trovi proprio sulla facciata del Palazzo Mordini a Barga, come a Fornaci di Barga, all’interno dell’allora Asilo Pascoli per l’impegno tenace e fattivo dell’Ing. Orlando: “Pensiero e Azione”.

Tornando all’argomento, sul ricordato numero de La Corsonna si torna a parlare anche del Comitato Pro-Orfani di Guerra, dicendo che l’iniziativa in pochissimo tempo ha riscosso un consenso plebiscitario, tanto che i dipendenti della Fabbrica si sono unanimemente iscritti, come parte della Valle nostra. Inoltre si parla anche di un costituito Comitato per la Resistenza Interna, invitante al “Dovere della resistenza” tra dirigenti e maestranze, con propensioni d’esempio e incoraggiamento per tutti i cittadini e non solo del Comune di Barga, così composto:

“Grande Uff. Comm. Orlando Ing. Luigi, Presidente –Ing. Corrado Scolastico, Vice Presidente –Signor Garetti Riccardo –T. Colonnello Cav. Avv. Giuseppe Cerrai –Ing. Gian Filippo Del Bono –Ing. Silvio Gregrotti –Dott. Erasmo Federico Gower –Cassinari Umberto –Geppetti Angelo –Davini Claudio –Picchi Umberto –Lupichini Guglielmo –Alessandroni Bernardo –Nardi Sirio –Gaggini Torello –Pellegrineschi Vittorio –Fraschetti –Bailetti Benedetto –Salvatore Orlando –Luigino Orlando –Ing. Emilio Senigallia –Morelli Giuseppe –Ferrante Giuseppe –Coletti Enrico –Fusco Umberto –Piscaglia Silvio –Orsucci Ernesto –Nutini Aristemo –Pellegrineschi Giuseppe –Fierli Pietro –Pecchioli Otello –Palandri –Gargini Isoliero –Poli Aristide –Menigagli Omero –Pardini Narciso –Pagliai Pellegrino –Bonfanti Onesto –Valgiusti Giovanni.”

Intanto si attendono a Fornaci i profughi dalle terre venete e non si sta perdendo tempo all’idea dell’accoglienza. Infatti, presso alcune sale della Signora Irma Orlando, moglie dell’Ingegnere, si stanno ritrovando molte donne del comune per preparare lenzuoli, coperte, materassi e altro. Su La Corsonna, nell’articolo “L’opera delle Signore per i profughi”, si fanno anche dei nomi, che oltre a Irma Orlando, leggiamo la figlia Maria, poi le mogli dei dirigenti, la Fabbrica: Lucia Scolastico ed Emma Garetti, con loro Cesarina Baulina, Ester Coletti e Bianca Geppetti. Da Barga scende Ilda Sacchi con la figlia Anna, Ida e Zaira Nardini, Teresa Iacopetti, le sorelle Caproni, Giuseppina Carradini, Adelina Piacentini e altre. Nota poi il giornale che alcune, non potendo abbandonare la famiglia, svolgono il loro lavoro a casa: Calfassi, Coletti, Tretti, ecc.

La resistenza comunque non riguarda solo gli italiani in Patria ma anche quelli che sono emigrati all’estero, i cui incitamenti, confortanti parole, l’impegno anche economico, puntualmente trovano spazio su La Corsonna. Ecco allora un breve ed esemplificante stralcio di parole con cui si rapportano con i compaesani e con chi è al fronte, cui arriva, oltre alle utili cose raccolte dai comitati, anche La Corsonna:

“Una ultima parola, o Fratello, il nostro cuore, il nostro tutto è con te. Evviva l’Italia oggi e per sempre fino alla morte! Gli italiani della Scozia.”

(continua –Pier Giuliano Cecchi)

(*) Per questa serie di articoli sulla genesi dell’ex Asilo Pascoli di Fornaci di Barga mi corre l’obbligo di ringraziare la prof.ssa Lucia Stefani, per avermi favorito la consultazione della raccolta La Corsonna, giornale barghigiano nato nel 1903 per l’impegno di suo nonno Italo e di suo fratello Alfredo Stefani.

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