Tempo di bilanci per il Bargajazz Festival 2015 conclusosi sabato 29 agosto con il concorso di arrangiamento e composizione per orchestra jazz. Un’edizione che conferma l’alto livello raggiunto dalla manifestazione nel panorama internazionale ed una partecipazione sempre in crescita negli ultimi anni.
Il direttore artistico Alessandro Rizzardi nel corso dell’ultima serata ha tenuto a ringraziare oltre agli enti sostenitori pubblici e privati anche i tanti volontari del festival senza i quali non sarebbe possibile la realizzazione di questo evento. Un successo sottolineato anche dalla Vice Sindaca Caterina Campani che conferma il BargaJazz Festival come evento strategico della politica culturale dell’Amministrazione che nel 2016 festeggerà i suoi 30 anni di attività!
Ma non tutto è rose e fiori però nel giardino del jazz barghigiano. Pesa come un
macigno la notizia arrivata a festival iniziato dell’esclusione dai finanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività culturali nonostante il grande sforzo fatto dall’organizzazione per rientrare nei selettivi parametri del bando 2015 (un minimo di 15 concerti a pagamento). Sul fronte invece dei finanziamenti regionali a chiusura del festival è ancora nebbia fitta sulle assegnazioni per l’anno in corso con una sola certezza un taglio complessivo del 30% sui Festival. Mantenuto per ora solo il sostegno del Comune di Barga che tuttavia non può da solo sostenere il peso di un festival di questa entità.
Il direttore artistico lancia un appello alle istituzioni ed ai privati: “La situazione finanziaria del Festival è a rischio. L’Associazione Polyphonia in questi anni è riuscita a far fronte agli impegni grazie soprattutto al ricorso all’autofinanziamento ed al volontariato nell’organizzazione ma le risorse umane e finanziarie sono oramai spremute al massimo – continua Rizzardi – E’ prima di tutto necessaria una maggiore certezza per quanto riguarda le risorse a disposizione. Non è possibile realizzare un Festival, fissare gli artisti i tecnici e realizzare gli allestimenti senza sapere su quanto possiamo contare. L’edizione 2015 rischia di far indebitare l’organizzazione oltre il limite di guardia. In un momento economico di crisi capisco che possa essere difficile per gli enti reperire le risorse per gli eventi culturali, ma è sempre una questione di scelte. In ogni caso è urgente una riorganizzazione nei meccanismi che assegnano le risorse a livello regionale e statale: è paradossale che le risorse per l’anno 2015 vengano assegnate a Festival ormai conclusi. Nella migliore delle ipotesi gli organizzatori sono troppo prudenti e non investono come dovrebbero, nella peggiore si indebitano confidando in risorse che non arriveranno mai
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