La montagna che resiste. In Val di Vaiana la tradizione della battitura delle castagne

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La montagna è viva, la montagna resiste, la montagna ci crede. La montagna barghigiana è viva, grazie a quelle poche famiglie ancora presenti sul territorio; resiste, grazie a questa gente, che ci mette ogni giorno sudore, fatica e tanta passione; ci crede, perché nessuno tra questi abitanti guarda al futuro con pessimismo ed anzi spera che le cose possano cambiare, che ancora si possa fare qualcosa per salvare le tradizioni della montagna e la montagna stessa. Tutto questo abbiamo visto stamattina a Val di Vaiana, nel cuore della più bella montagna barghigiana, dove, grazie alla spinta ed alla passione di quello che qui tutti chiamano il Giovannino, al secolo Giovanni Giovannetti, è stata organizzata una giornata speciale alla scoperta delle tradizioni legate al castagno ed alle castagne che qui per secoli sono stati la principale fonte di sostentamento.

Una giornata dedicata a mostrare come si faceva e come si fa la battitura delle castagne lasciate essiccare per circa 50 giorni in un metato e poi, attraverso una macchina che qui in montagna scoppietta da decenni oramai, procedendo alla loro sbucciatura. Il processo finale prima di avviarle, magari dopo una ultima ripulitura a mano, alla macinazione; per ricavare quella farina dolce che qui è stata la base di tanti piatti fondamentali per la dieta quotidiana.
Assieme al Giovannino gli abitanti della zona, le 8 o 9 famiglie che in una specialissima “comunità montana” (a proposito: di questo aspetto parleremo anche nel prossimo numero speciale del Giornale di Barga in uscita ai primi di dicembre), hanno unito le forze, messo insieme il magro raccolto di quest’anno, forse poco più di venti quintali ed infine sono arrivati alla giornata di oggi, che alla fine è stata giornata di grande festa, proprio come avveniva un tempo. Era da anni che non si faceva questo, soprattutto che non si riuniva tutta la comunità. Con la presenza peraltro dei bambini del gruppo folklorico della Muffrina ad aprire la mattinata, dopo una lauta colazione a base di necci, pane casalingo e formaggi pecorini, con balli della tradizione locale.

Poi alcune dimostrazioni della raccolta della castagna e della pulitura fatta con i sacchi, come si faceva un tempo, ed infine la pulitura tradizionale e la raccolta delle balle di castagne essiccate che poi saranno macinate.
A spiegarci il perché di questa giornata lo stesso Giovanni Giovannetti nell’intervista audio che trovate sotto, mentre l’assessore alle politiche della montagna, Pietro Onesti, intervenuto alla mattinata, ci garantisce che la bella idea di Giovanni e degli abitanti di Val di Vaiana dovrà diventare un appuntamento fisso nei prossimi anni, per raccontare quelle che sono le nostre tradizioni legate.
E’ stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sulla raccolta delle castagne dopo il “disastro” cinipide. Quest’anno, dopo che nel 2013 la raccolta fu 0, si è riusciti appunto a raccogliere qualche decina di quintali. Poco, ma comunque qualcosa, tanto da far tutti sperare che si possa tornare ai decenni scorsi, quanto solo in questa zona, di metati per l’essiccatura, se ne riempivano anche tre o quattro.
Appunto. La montagna vive, la montagna resiste, la montagna ci crede.

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