Alla Nardini Liquori: “Come sopravvivere alla crisi economica causata dal covid? Puntando su quello che sappiamo fare bene”

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FORNACI – Un nuovo macchinario per la produzione  dei propri liquori alla Nardini di Fornaci di Barga, realtà artigianale che affonda la sua storia alla fine dell’800 quando Enrico Nardini aprì a Barga, in un capannone fuori da Porta Reale, questa azienda. Il nuovo macchinario è giunto la settimana scorsa e presto sarà operativo al 100%.

L’azienda fa parte della storia della nostra comunità. Passò da Enrico al figlio Emilio che potenziò la fabbrica di liquori e sciroppi  che è anche distributrice di bibite ed alcolici in tutto il territorio), creando peraltro l’adesso davvero famoso rhum “Leone ’70” che un tempo si chiamava Demerara Rhum. Un liquore per la correzione che va per la maggiore nei bar e ristoranti della provincia di Lucca, che ha un buon mercato anche in Emilia e che ora si sta aprendo al mondo, grazie anche alle campagne social che lo stanno facendo “esportare” in giro per l’Italia. Oggi, solo la produzione per la provincia di Lucca, nei tempi extracovid, arriva a 50 mila bottiglie.

Dopo Emilio il figlio Enrico, l’Enrichetto Nardini, che ha portato avanti la fabbrica fino al 1988 quando, alla sua morte, subentrarono in questa realtà i fratelli Rosiello, Giovanni e Augusto in particolare. Nel 1984 l’azienda è presente nella zona artigianale della Loppora a Fornaci dove ha trasferito magazzino e produzione dei propri prodotti e qui ora la società che la porta avanti vede Francesco Rosiello amministratore e soci Ivano Pieroni e Massimo Martini Adami.

Non è stato facile per questa azienda, che lavora molto nella distribuzione appunto di birra, alcolici e bibite nei locali della provincia, sopravvivere ai mesi difficili delle chiusure dei locali per il coronavirus, ma se questo è stato possibile lo si deve proprio alla sua produzione, a prodotti come il Leone 70, il punch al mandarino ed il Lymoncito, ma non solo a questi .

“Come azienda ne abbiamo visti di periodi complicati, ma questo è stato drammatico – ci racconta uno dei soci, Massimo Martini – Il fatturato perso negli ultimo anno  equivale a quanto avevamo incrementato nelle vendite commerciali (forniture di bibite, birre, vini e liquori vari) negli ultimi dieci anni. Un disastro insomma. Se ce l’abbiamo fatta, se abbiamo limitato i danni, ci siamo resi conto che è stato determinante il contributo della nostra produzione interna. Negli anni passati forse siamo stati presi troppo dal commerciale per riflettere adeguatamente sulle potenzialità che ci venivano invece dall’interno, ma questi mesi il tempo non è certo mancato per pensare…  Da qui l’idea di puntarci sulla nostra produzione e nei e ora è arrivata la nuova linea di imbottigliamento”

Un intervento non da poco quello realizzato dall’azienda e che dovrebbe entrare a regime nelle settimane prossime.  Una scommessa?

“No – ci dice – Massimo con Ivano Pieroni – una strada che dovevamo percorrere  per valorizzare al meglio i nostri prodotti.  Insomma, un investimento che vuole proiettarsi nel futuro della Nardini per il prossimo decennio, puntando su quello che sappiamo fare bene. I nostri liquori.

La nuova linea di imbottigliamento ci permetterà di dare una svolta di qualità anche al packaging, all’immagine dei nostri prodotti. La Nardini si è sempre distinta per la qualità di Leone ’70 & c., ma indubbiamente avevamo bottiglie e confezionamento un po’ obsoleto . Fino a che rimaniamo in zona, dove tutti conoscono la qualità della Nardini, questo non rappresenta un problema, ma vogliamo affrontar e con la nostra produzione nuovi mercati e questo intervento ci permetterà di essere più competitivi.”

Va detto che questa azienda dallo scorso anno si è aperta anche al mercato estero con una prima fornitura un anno fa nel Massachusetts dei propri liquori; adesso in America è in arrivo il secondo container di 30 mila bottiglie, soprattutto Limoncyto e sambuca Nardini. In Italia la “Nardini Liquori” si è aperta anche al mercato nazionale grazie soprattutto alle campagne social che hanno portato anche tanti privati ad interessarsi ed a conoscere prodotti di spicco come il Leone 70 e non solo quello.

“Il nostro prodotto principale è ovviamente il Leone 70  – ci dicono ancora Martini e Pieroni – ma ormai non è più solo quello. Nell’autunno del 2019, confrontandosi con un’altra realtà storica del comune, la Pasticceria Fratelli Lucchesi di Barga, nacque, suggerito proprio dal pasticcere Paolo Lucchesi, un  nuovo progetto: il babà al Leone ’70: “All’inizio – dice Massimo – eravamo  un po’ scettici – ma poi Paolo venne da noi e ci fece assaggiare i suoi babà aromatizzati con il nostro liquore e ne rimanemmo estasiati. Così è iniziata la commercializzazione di questo nuovo  prodotto che in questi anni ci sta dando tantissime soddisfazioni. Circa sei mesi fa abbiamo anche triplicato la linea Babà con le altre due linee LimonBabà e CastanBabà, ovviamente anche questi prodotti con il nostro Lymoncito e con il nostro liquore alla castagna”.

Massimo ed Ivano, non senza una punta di orgoglio, ci raccontano che l’azienda è l’unica a produrre in tutta Italia un liquore alla castagna  che nasce dall’infusione e macerazione di castagne secche affumicate ed essiccate come da tradizione. Castagne essiccate peraltro nei metati della Garfagnana. Ad assaggiarlo, questo liquore, in effetti è come assaggiare un po’ della nostra farina di castagne…

Comunque sia, tornando al Leone ’70 ed al suo impiego nei babà, l’azienda ha scoperto le potenzialità di questo prodotto e prima di ferragosto ci saranno sviluppi anche su altre vie…  usciranno in collaborazione con un birrificio artigianale due birre (una chiara ed una ambrata) con sentore di Leone ’70. Altre novità sono previste in autunno ed ancora una volta ci sarà anche una collaborazione con la pasticceria Lucchesi di Barga. Altro evento importante è in programma alla fine dell’anno, con un restyling della bottiglia del Leone 70 con anche una nuova etichetta.

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