FORNACI – Come rende noto Giacomo Saisi, Segretario Uilm area nord Toscana, Kme torna ad assumere dopo 13 anni: in arrivo 6 giovani operai in azienda
“In occasione della festa dei lavoratori, il Primo Maggio, dalla Kme Italy arrivano ottime notizie. L’azienda torna ad assumere nuova forza lavoro: nei prossimi giorni entreranno i primi 3 giovani operai di 6 che sono stati assunti e che saranno inseriti nei reparti di produzione, a ricoprire ruoli attualmente non presenti in azienda. Per ora sono solo sei assunzioni ma l’auspicio è che sia solo l’inizio di un necessario ricambio generazionale”.
Lo sostiene appunto la Uilm area nord Toscana con il suo segretario Giacomo Saisi, che oggi vede prospettive positive per lo stabilimento, dopo anni di crisi e di stallo.
“Abbiamo sempre sostenuto che un’azienda che non investe e non assume sia destinata alla chiusura- Finalmente dopo 13 anni si rivedono facce nuove tra gli operai, le ultime assunzioni sono datate 2008. Arrivano dopo anni di sofferenza e di accordi difensivi. Si rivede un po’ di luce”. Una ripresa che è iniziata lenta ma che è stata quasi costante:
“Da qualche anno la situazione è andata lentamente migliorando – prosegue la segreteria Uilm -. L’afflusso di ordini è sempre stato in aumento anche nel 2020, anno difficilissimo dovuto alla pandemia: l’azienda è riuscita a fare ugualmente un ottimo risultato. Crediamo che ad incidere positivamente su questa lenta ma continua fase di crescita siano stati anche i lavoratori e il loro impegno profuso, dimostrazione di alta professionalità e soprattutto massima flessibilità sulla gestione degli orari. Fattore importante di questa fase è stata anche la politica sindacale messa in campo dalla Rsu, sempre attenta per cercare di far cogliere all’azienda ogni opportunità che gli si è presentata davanti per incrementare i quantitativi da produrre. Una gestione che ha consentito il reintegro di molti lavoratori posti ai massimali. Ed è da rimarcare come la gestione condivisa e concordata fra azienda ed Rsu nella fase della pandemia per la stesura dei protocolli anti contagio abbia permesso di lavorare in sicurezza anche nel periodo di piena emergenza”.
Con l’inizio del mese di maggio sembra poter iniziare una nuova fase per Kme:
“Oggi si torna a respirare aria nuova, da un adattamento di sei o sette giorni di cassa integrazione al mese si è passati a lavorare a pieno regime e a incrementare i turni di lavoro, con alcuni impianti che viaggiano a 21 turni – continua il sindacato – ma soprattutto ad assumere nuove leve. Dopo anni che non venivano fatte assunzioni l’età media dei lavoratori si è alzata e quindi una rinfrescata all’organico non può fare altro che bene. Non dimentichiamo però gli anni difficili e i sacrifici fatti per salvare il posto di lavoro: nel 2013 per evitare 175 licenziamenti i lavoratori hanno rinunciato a tutta la parte variabile del salario, nel 2015 l’annuncio shock della riconversione dello stabilimento all’agricoltura idroponica, nel 2016 ancora un accordo difensivo con molti lavoratori messi ai massimali degli ammortizzatori sociali e ancora oggi ci sono maestranze in cassa integrazione. A settembre scade l’accordo che in tutti questi anni ci ha permesso di gestire la difficile situazione – conclude la segreteria Uilm -. Chiediamo all’azienda che a stretto giro si apra la trattativa per il rinnovo, che sia mirato a rinnovare il contratto di secondo livello ma anche a raggiungere una nuova intesa che consenta a tutti gli operai oggi cassa integrazione il loro rientro in azienda. Chiaramente questo non deve essere l’unico argomento di discussione, perché oltre al ricambio generazionale c’è bisogno che l’azienda intervenga sulla manutenzione straordinaria degli impianti: alcuni sono obsoleti e bisogna mettere in preventivo nuovi investimenti. Se il lavoro, come auspichiamo, arriverà gli impianti dovranno essere all’altezza della situazione, essere efficienti e in grado di produrre le tonnellate richieste”.
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Francesco Feniello
1 Maggio 2021 alle 14:28
Bene le assunzioni ma Saisi ci deve spiegare se queste assunzioni servono a rimpiazzare gli operai “Licenziati” o meglio autolincenziatosi con compensi aggiuntivi. Ci risulta che l’Azienda ha offerto somme di danaro a chi fosse disposto a lasciare il lavoro in anticipo per evitare rischi di licenziamento senza indennizzi aggiuntivi. Bene il ricambio generazionale ma non con queste modalità se dovessero risultare veritiere. Caro Saisi quanti operai hanno lasciato il lavoro con queste promesse? Buon primo maggio a tutti. Francesco