Casa del Buglia e pirogassificatore. Pinassi: “Risponderemo alle osservazioni. Convinti delle nostre ragioni e della bontà del progetto”

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Dal luglio scorso si è tornati a parlare con più insistenza dei temi legati a KME, al pirogassificatore, alla battaglia in corso tra il fronte del no e l’azienda che intende realizzare il progetto. Ma che cosa ne pensa KME degli sviluppi delle ultime settimane, la sentenza di casa del Buglia prima ed il preavviso di diniego della conferenza dei servizi sul gassificatore poi?

Ora in ballo c’è la risposta prevista per il 30 ottobre al cosiddetto preavviso di diniego, ma KME non intende demordere dalle proprie ragioni. E conta di realizzare il proprio progetto perché ritiene superabili le osservazioni che sono state presentate al progetto. Così secondo Claudio Pinassi, amministratore delegato di KME.

Dunque ora c’è un preavviso di diniego…

Le cose che sono emerse dalla conferenza, dal punto di vista  dell’approccio della Regione sono corrette; un po’ meno corrette sono da parte di chi le ha presentate: l’Amministrazione Comunale di Barga. Tra le osservazioni la non disponibilità dell’area per la vicenda di Casa del Buglia: noi siamo certi che l’area sia nella totale disponibilità dell’azienda; la prima sentenza del TAR, anche se non ne siamo soddisfatti, annulla l’ordinanza di acquisizione coatta del comune e quindi siamo convintissimi che casa Buglia non sarà ricostruita, l’area non sarà acquisita in maniera coatta e rimarrà nostra. Di questo riusciremo ad ottenere ragione. L’altra questione è la cosiddetta invariante strutturale di tipo ambientale che fu approvata dal comune nell’aprile 2019: siamo fermamente convinti del contrario. Lo dicono i documenti del Comune stesso che questa è un invariante strutturale di tipo industriale e non ambientale; lo dice il piano regolatore, lo strumento urbanistico del 2014 e quindi noi riteniamo la delibera del consiglio comunale di interpretazione autentica falsa.

Su questo tema è attesa il 22 settembre un pronunciamento del TAR…

Se quell’area era stata individuata come invariante di tipo industriale, non può essere definita surrettiziamente di tipo ambientale solo contro il gassificatore. Del resto l’azione del comune è stata sconfessata anche dagli stessi sindaci che si sono susseguiti in diverse interviste dove è stato detto che tutto questo è stato fatto solo per impedire il gassificatore.  Ma un’invariante strutturale di tipo ambientale lo è o non lo è a prescindere  da quello che uno vuole farci. Non è che lo diventa o non lo diventa a seconda di quanto è gradito il progetto.

Giani nei giorni scorsi ha dichiarato  il no ai termovalorizzatori ed il suo parere favorevole ai percorsi partecipati con le popolazioni. Sembra un chiaro no a progetti come il vostro. Che ne pensa?

Noi non ne pensiamo niente. Noi pensiamo che la politica debba definire le norme e le leggi alle quali i cittadini si attengono. Ritengo che la politica abbia il compito di definire norme, leggi e regolamenti  e l’imprenditoria privata abbia il compito di attenercisi scrupolosamente.  Poi se un singolo progetto soddisfa o no queste norme è la macchina burocratica amministrativa che lo deve definire e nessun altro”.

Ma quindi dal futuro nuovo governo regionale che ci sarà che cosa si aspetta?

Vorrei non aspettarmi niente nel senso che la nostra domanda prescinde appunto da chi governa, perché la macchina burocratica degli enti preposti fa il suo percorso. Abbiamo fatto una domanda; ci sono state fatte quattro osservazioni e noi risponderemo, ma spero che le  nostre interfacce siano l’ARPAT, l’ASL, gli uffici preposti dalla Regione… spero che non ci sia da negoziare con nessun politico il suo assenso o dissenso.

Certo il comune di Barga ha presentato  una interpretazione autentica secondo noi sbagliata, forse falsa, perché riteniamo sia il contrario della realtà; la regione legittimamente ha preso atto di questa interpretazione autentica e quindi nel preavviso di diniego ci ha chiesto di spiegare il perché noi si dica l’opposto; ora abbiamo chiesto il tempo per dimostrare questo e ovviamente contro un provvedimento falso faremo ricorso in tutte le sedi civili e penali, perché qualora ci fosse l’ipotesi di falso ideologico in atto pubblico noi ci difenderemo nelle sedi opportune, ma tutto questo avviene  nell’alveo delle procedure amministrative regolari.

Quindi, la nuova amministrazione, la nuova giunta, sarà quella che i cittadini desiderano che sia, ma spero non sia una giunta  che voglia imporre la propria volontà politica su progetti singoli e che casomai stabilisca norme e regole valide per tutti nell’area da essa amministrata.

Torniamo al gassificatore: ma se alla fine di tutto l’iter il no fosse confermato che ne sarà dello stabilimento di KME visto che la piattaforma energetica era al centro del piano industriale.

E’ un piano che vede Fornaci come primo elemento trainante ma che noi vogliamo attuare su tutti gli stabilimenti del gruppo perché riteniamo che la transizione all’economia circolare,  la ricerca e sviluppo su questi temi, la sinergia tra i vari stabilimenti e l’abbattimento dei costi energetici siano i pilastri fondamentali per la tenuta. 

Ovviamente ci concentriamo sui costi energetici perché l’unico altro costo importante al di là del metallo è quello del personale e ad esempio a Fornaci siamo già arrivati ad un livello di efficienza ed efficacia in termini di numero di addetti e produttività che non riteniamo sia ragionevole insistere ancora sulla riduzione dei costi del personale. L’abbattimento  dei costi energetici e la transizione all’economia circolare sono i punti da percorrere.

Non realizzarlo qui, ,proprio da dove tutto è partito, lo dico da toscano sarebbe un peccato e renderebbe lo stabilimento meno competitivo rispetto agli altri, ma questo non vuole dire che la produzione non continuerebbe. Nessun ricatto occupazionale dunque.

Lo stabilimento sta facendo i conti anche con un calo della produzione legato anche all’emergenza covid 19. Quali sono le previsioni per i prossimi mesi?

Fornaci nei primi sei mesi è stata brava e fortunata:  la grande diversificazione di mercato fatta negli anni scorsi, suddivisa in laminati di ottone industriale, laminati di rame industriale, laminati di rame commerciale, munizionamento e automotive, pesano per Fornaci il 20% ciascuno; questa diversificazione attuata  negli ultimi tre anni ci ha permesso di tenere, nonostante la crisi dell’automotive prima e quella del coronavirus dopo; ha consentito a Fornaci di arrivare chiudere la semestrale a giugno con una EBITIDA in linea con il budget e questo è stato il miglior risultato del gruppo KME; questa cosa ci ha rassicurato, ha dimostrato la validità del modello di posizionamento strategico dell’azienda e anche la bontà della produzione di Fornaci in termini qualitativi e di servizio al cliente, che hanno addirittura consentito di alcuni settori  un espansione importante.

Certo, i volumi globali sono diminuiti ma, grazie anche ad una azione molto ben coordinata con i sindacati in termini di corretta gestione degli ammortizzatori sociali, tutto questo ha permesso di tenere i conti in buonissimo equilibrio.

Ora questo non significa che ci sia da vedere rosa per l’immediato futuro perché nei prossimi mesi la crisi automotive preesistente e la crisi covid che si è innestata con la scorsa primavera sicuramente porteranno a livello mondiale una forte impatto sull’economia e noi ne risentiremo sicuramente.

 

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