UILM su KME: “Più preoccupati da un piano B che dal progetto prospetttato che comunque ora non può essere giudicato”

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All’intervento di ieri della Libellula, con alcune precisazioni dopo là lettera di un operaio della KME sulla vicenda pulper e piano industriale per il rilancio della fabbrica, replica oggi il segretario UILM area nord Toscana, Giacomo Saisi: “Riguardo all’articolo a firma del comitato la Libellula dove si legge  che la Uil avrebbe aderito al progetto del pirogassificatore senza dare motivazioni, dobbiamo rispondere che come sindacato di motivazioni ne abbiamo date più di una ma, nello specifico, ci siamo attenuti  strettamente alla materia che più ci compete. Oggi, tirati in ballo dalla Libellula, ribadiamo quindi che il piano industriale  che ci è stato presentato da Kme è  buono. Lo diciamo dopo anni di sofferenze e accordi sindacali fatti sempre sulla difensiva per cercare di salvare i posti di lavoro, e in tal senso ricordiamo la grande manifestazione del 2013 con la partecipazione di migliaia di persone  con gli slogan  “L’Asarco non si tocca” e  “Germania No Grazie”.  Finalmente, infatti, c’è un progetto che prevede un forte rilancio industriale  e occupazionale dello stabilimento di Fornaci di Barga con la creazione di 134 posti di lavoro. Un piano che prevede la riapertura del Centro ricerche con la collaborazione dell’università Sant’Anna di Pisa tesa a riportare sviluppo sul territorio con ampi benefici  pure per le attività commerciali. Questo non significa, però, che vogliamo trascurare  l’ambiente  e le emissioni in atmosfera ma, in assenza di un progetto definitivo, ci atteniamo a quanto dichiarato dall’azienda e cioè che è previsto un minor impatto ambientale rispetto alla configurazione attuale autorizzata. Per dare un giudizio definitivo, quindi, aspettiamo che le scelte diventino più chiare e il progetto ingegneristico finale  affidandoci poi al parere di esperti in materia e ai controlli degli organi competenti. Oggi ce ne sono già troppi che si spacciano per tali. Quello che invece maggiormente  ci preoccupa, e che dovrebbe semmai preoccupare la Libellula, è l’annunciato piano B e cioè la riaccensione del Forno Asarco perché si andrebbe a riavviare un impianto con tecnologie degli anni ‘70 che sicuramente avrebbe un peggior impatto ambientale. In questa fase ci auspichiamo che si smorzino i toni della  discussione,  che ci sia piuttosto un confronto serio, costruttivo e si arrivi ad una soluzione per il futuro di Fornaci e della Valle del Serchio, per il bene di tutti.”

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