Duomo di Barga: qual è la parte più antica?

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Del Duomo di Barga s’inizia a parlarne dal punto di vista della sua costruzione, obbligo usare il forse, sul finire del secolo XIX, con l’opera del canonico Pietro Magri “Il Duomo di Barga”. Il libro, nell’introduzione, esalta la bellezza della costruzione ma il tono è molto cauto circa la storia della struttura:

“Non capita forestiere in Barga che non abbia la curiosità di visitare la nostra Chiesa principale chiamata comunemente il Duomo, e rimane entusiasmato al vedere in un piccolo paese come il nostro, un monumento così splendido, così sontuoso. E veramente la sua grandiosità, la sua architettura, la sua antichità, colpiscono per modo che non si può fare a meno di non ammirarlo, e molti fra gli stessi nostri paesani non sanno rendersi ragione del come possa essere sorto.

Quindi appoggiati ad una vecchia tradizione popolare, persistono nel credere che fosse un tempio gentile dedicato chi vuole a Diana, e chi al Sole (Febo), e molti sarebbero tentati a sostenerlo, anche dal vedersi nella facciata certe figure e teste di animali non punto allusive ad un tempio cristiano.

Laonde ragionando, a seconda del loro modo di vedere, fanno risalire la sua costruzione a tempi avolosi. Delle quali supposizioni se qui non intendiamo di ragionare neppur per ipotesi, in quanto che non sono appoggiate a verun documento, crediamo che non sia discaro ai nostri paesani leggere ciò che sappiamo di certo intorno a questo tempio … La facciata della chiesa si crede che non sia antica quanto la parte superiore (Targioni Tozzetti) …”

Seguita il Magri dicendo che la parte centrale e finale siano più antiche rispetto alla facciata, perché vi si trovano delle sculture sulla cui antichità non si discute.

Per la nostra breve indagine si tenga presente l’osservazione di Magri riferita a Giovanni Targioni Tozzetti, autore dell’opera “Relazione d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana …”, dove compare nel terzo volume del 1751 la relazione del viaggio che fece a Barga, con la sua osservazione del Duomo, il cui complesso della facciata, a lui non parve antico come il resto del monumento.

Quanto dice Magri da oltre cento anni fa, lo ripete suo cugino Pietro Groppi, autore di due guide di Barga edite nei primi anni del secolo XX, dove finisce il suo esame sulla costruzione del Duomo, dicendo che la parte centrale sia la più antica.

Che cosa osservò il settecentesco Targioni Tozzetti? Vediamolo andando a consultare il suo testo sulla storia di Barga, raccolto nei suoi viaggi in diverse parti della Toscana, tra cui Barga, precisamente nel predetto tomo terzo dell’anno 1751. Si tratta di una sua particolare osservazione che fa riflettere sull’evoluzione del Duomo:

“La facciata è semplice, di Travertino (Sic!Trattasi invece di alberese di Barga, una pietra calcarea locale)ancor’essa, e per quanto mi parve, non è antica quanto il restante della chiesa ma fatta qualche tempo dopo, in occasione di prolungare la Chiesa per lo spazio di un’arcata.”

Anche questa è la nostra convinzione, come di pochi altri, seppur da tanto tempo. Ricordo quando con l’amico Angelo Pellegrini, si tratta di circa quaranta anni fa, di fronte al Duomo ci s’interrogava sulla sua evoluzione, non convinti delle tesi dell’ing. Giovanni Pera, pubblicate al tempo dei restauri 1927-1939, Il Duomo di Barga: testo e rilievi, Roma, La Libreria dello Stato, 1937, e poi, Il Duomo di Barga, Pisa, Nistri-Lischi, 1938.

In pratica Pera vuole che l’attuale facciata a Ovest, sia il fianco di un’antica chiesina, poi ampliata a comporre tutta la facciata, mentre dall’altro fianco a Est, sfondandolo, si sia dato inizio all’ampliamento del Duomo, appunto verso est, nei secoli arrivando all’attuale complesso architettonico.

Intanto va detto che l’ing. Pera aveva avuto un celebre precedente, Enrico Ridolfi, che circa gli inizi del secolo XX aveva condotto degli studi sulle maggiori chiese romaniche della Provincia di Lucca, con tanto di suoi disegni.

Questi studi poi confluirono presso la Biblioteca Statale di Lucca e nel 2003 sono stati pubblicati: “Basiliche Medievali della Provincia Lucchese”, dove per il Duomo di Barga, forse primo fra tutti, lancia l’idea dell’antica chiesina da cui si ampliò poi il Duomo verso Est. Tra l’altro scrivendo che la chiesina medievale era collocata Est – Ovest, mentre a ben vedere quella presunta e sua chiesina sarebbe da collocarsi con la parte finale a Sud-Est e l’ingresso a Nord-Ovest.

Questa idea così la espresse:

“Chi esamini la facciata del Duomo, estesa nel senso della larghezza assai più che dell’altezza, e terminata superiormente da una linea orizzontale, ne riceve l’impressione che essa sia stata il fianco di una chiesa prima di diventare la fronte. Ed in tale opinione si conferma recandosi nel cimitero che sta presso il Duomo, dal lato di levante, ed esaminando quella parte del fianco che aderisce immediatamente alla facciata stessa, e con questa forma un corpo di fabbrica più elevato assai di quello che viene appresso.

Questo primo corpo di fabbrica, vasto rettangolo che dà ingresso al Duomo, e introduce osservate, è ora coperto da un tetto ad una sola spiovenza dal lato della facciata, ma è visibile un rialzamento che fu fatto del suo lato posteriore, come un tetto a due spiovenze, sotto il culmine del quale si apriva quella finestrella a forma di croce … che si trova nel fronte e nel tergo di quasi tutte le chiese medievali.

Quello che al presente è il lato del primo corpo della fabbrica del Duomo, fu in origine la fronte o il tergo di una chiesa, che colle sue facce anteriore e posteriore guardava il levante e il ponente (Sic! – Avrebbe guardato a Nord-Ovest e a Sud-Est.) secondo il costume più generalmente praticato nella costruzione dei sacri edifizi; e perciò la presente facciata del Duomo rivolta a mezzodì sarebbe stato il fianco meridionale di quella chiesa.”

Pera, quasi certamente, come spesso accade, si appoggiò a quest’autorevole tesi, allora in parte sconosciuta, e così, utilizzandola, la ripeté nel suo libro. Una storia che ancora oggi perdura, soprattutto grazie alla sponsorizzazione statale. Cosicché, possiamo udire ripetere ai giorni nostri il suo racconto circa l’evoluzione del Duomo.

Solo dal 2012, con la pubblicazione di un testo curato da uno storico Sardo, Mauro Peppino Zedda: “Duomo di Barga e Monte Forato”, si è iniziato a riflettere un poco più a fondo la storia evolutiva del Duomo. In pratica siamo tornati alle idee di Magri e Groppi, ossia, che la parte centrale sia la più antica, con tanto di portale che mirava le Apuane e l’Uomo Morto o Madre Natura che genera, nel complesso visivo che si ha partendo dal Monte Forato per arrivare alla Pania.

Con Zedda, che poi venne a Barga, come già era stato a Sommocolonia, si entrò in contatto l’anno 2011 e fu un’esperienza molto proficua. In pratica, egli aveva notato tramite un programma satellitare di Google, che in questa zona c’erano delle chiese che miravano il Monte Forato, ritenuto il ligure-apuano gnomone per il calcolo del passare del tempo. Una situazione, che specialmente per Barga e Sommocolonia, poteva aver deciso la sacralizzazione dei siti delle due chiese: Duomo di San Cristoforo e San Frediano. Barga per i tramonti lunari, Sommocolonia per quelli solari. In pratica rigettando la tesi Ridolfi e Pera, perché in definitiva negava l’attenzione degli antichi barghigiani al loro gnonome naturale, quasi voltandogli le spalle, avendolo ignorato nel costruire in epoche lontane una chiesetta, tra l’altro del tutto anomala rispetto ai canoni dei sacri edifici dell’epoca.

Cosa si vuole dire con quest’ultima osservazione? Che la chiesetta ipotizzata con certezza da Ridolfi e Pera, probabilmente non è mai esistita, e che il complesso costruttivo dell’attuale facciata è unicamente, dicendola con Targioni Tozzetti, il terzo ampliamento del Duomo, avendo fatto decidere i barghigiani a un ampliamento del Duomo in avanti per lo spazio, non di un’arcata come disse lo stesso Targioni Tozzetti, ma di due arcate.

Prima? In precedenza, sul profilo a Est del campanile, c’era una chiesa con tre navate, sullo stile di quella di Brancoli (lo storico alter ego della chiesa di Barga). Il campanile gli stava in fronte, dove ora lo possiamo vedere, ma non era quello attuale, perché l’anno 1461, il Comune di Barga tramite la sua Opera del Duomo, decise di sfarlo e di rifarlo, così come si vede oggi e con i merli guelfi.

Zedda nel 2012, per Agorà Nuragica, dette alle stampe il libro “Monte Forato e Duomo di Barga”, che è da considerarsi una pietra miliare per ricomprendere e riappropriarsi dell’evoluzione del Duomo di Barga. In questo testo, i cui risultati di studio sono già stati portati da Zedda all’attenzione della scienza in importanti congressi di Archeoastronomia, circa la sacralità del luogo e il suo straordinario posizionamento in fronte allo gnomone naturale Monte Forato, ecco come si esprime circa gli ampliamenti del Duomo.

“Sui temi analizzati in questo capitolo, (Le fasi costruttive del Duomo di San Cristoforo a Barga) sono debitore a Pier Giuliano Cecchi. Lo incontrai a Barga nel dicembre 2011, gli dissi che condividevo la sua idea sulle fasi costruttive del Duomo e che mi avrebbe fatto piacere sentire il suo parere sulle bozze del libro che stavo scrivendo. Gliele mandai nel febbraio 2012: Pier Giuliano oltre a dei preziosi suggerimenti mi segnalò la presenza di un dettaglio costruttivo su cui stava indagando; mi disse che presumeva si trattasse del resto dello zoccolo a scarpa modanata che caratterizzava l’originaria facciata della precedente chiesa trinavata. Mi mandò la foto del dettaglio e condivisi la sua interpretazione; mi pare che l’elemento notato da Cecchi rappresenti la prova che taglia la testa al toro, su quale sia la parte più antica del Duomo.”

Pier Giuliano Cecchi

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