Imprese attive e commercio nel comune di Barga. Ecco tutti i dati. Calo generale degli addetti dal 2015 al 2016 di 193 unità

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Nel corso del consiglio comunale in cui è stato approvato il bilancio di previsione, dopo anche gli interventi di Luca Mastronaldi e Guido Santini dell’opposizione che hanno sollecitato un maggior sostegno alle attività economiche sempre più in crisi e dopo anche la relazione dell’assessore alle attività produttive Giampiero Passini che si è soffermata proprio sulla questione, si è parlato a lungo di commercio ed in generale della pesante crisi di cui soffrono le attività economiche presenti sul territorio.

Sia l’opposizione che l’assessore Passini hanno fornito alcuni dati relativi alle attività. Come elencato dall’assessore, il totale di tutti i settori produttivi ha fatto registrare in provincia di Lucca nel 2016 un negativo di 252 unità (solo il commercio ha avuto un calo di 55 unità), mentre la valle del Serchio in generale ha fatto registrare un calo di 25 unità.

Nel 2016 per quanto riguarda invece il comune di Barga si sono registrati in totale 18 avvii di nuove attività e 21 chiusure.

Per quanto riguarda il settore del commercio, complessivamente le imprese attive nel comune sono state 205 nel 2016 e per quanto riguarda quelle relative ad alloggio e ristorazione il dato è di 88. Nel 2015 erano rispettivamente state 201 e 95 per il turismo. Nel 2014 le attività di commercio erano 202 e 99 quelle turistico ricettive. In generale in due anni si sono perse circa una decina di attività nel solo settore turistico, mentre è in positivo il dato del commercio.

Per quanto riguarda le imprese attive totali, gli addetti e le unità locali per area territoriale (i dati sono stati resi noti da Santini e Mastronaldi), Barga ha fatto registrate nel 2016, 771 imprese per 3.387 addetti e per 994 unità locali. Nel 2015 le imprese erano781; 3.580 gli addetti e 1.000 le unità locali per una differenza in negativo di -1,3 per le imprese; -5,4 per gli addetti e -0,6% per le unità locali. Fa riflettere soprattutto il dato degli addetti: si sono persi 193 posti di lavoro.

“Certo è che il settore commerciale e ricettivo affronta da anni una crisi ed anche se e nel 2017 il trend sembra essere in positivo, è ovvio che negli scorsi anni, soprattutto prima del 2015, c’è stata una flessione preoccupante – ci dice in proposito l’assessore alle attività produttive Giampiero Passini – c’è da lavorare tutti insieme per la salvaguardia della categoria e per quanto ci riguarda insistere sicuramente e rafforzare i rapporti con le associazioni di categoria sia locali, come Cipaf e ArtCom Barga, che provinciali.

Vorrei sottolineare che il comune ha da poco avviato i primi step per arrivare ad un progetto di rilancio del tessuto commerciale nel centro storico di Barga; un progetto che si vuole condividere con il territorio e le sue realtà, ma che di pari passo porterebbe benefici anche alla valorizzazione della vocazione turistica della cittadina”

“C’è bisogno di maggiori incentivi e maggiori aiuti da parte del Comune, in special modo per le attività commerciali che rappresentano il nerbo dell’economia del terziario locale – affermano invece Santini e Mastronaldi – aiuti che il Comune può concedere attraverso sgravi delle imposte e tariffe comunali per le attività presenti soprattutto nelle zone disagiate e di montagna; in tariffe agevolate per le piccole attività relativamente alla Tari, in sgravi relativi all’addizionale Irpef che nel comune di Barga è applicata alla tariffa massima.

Non si può poi continuare a nascondere la testa sotto terra, affermando, relativamente al 2016, come ha fatto il sindaco Bonini in consiglio comunale, che le chiusure storiche di alcune attività non erano legate a motivi economici. Sarà anche così, ma quello che fa la differenza è il valore di un’attività che è rimasta aperta per magari quarant’anni, dando lavoro a persone ed anche a famiglie; e che viene magari soppiantata da una nuova attività che rimane in vita per uno o due anni. Non è la stessa cosa quando chiudono attività storiche.

Bisognerebbe domandarci perché attività storiche e familiari non vanno avanti, perché non c’è il rimpiazzo nella famiglia… forse è perché queste attività avrebbero bisogno di sostegni diversi, di aiuti a sostenere proprio realtà radicate sul territorio da decenni.

Riteniamo che sia il momento da parte del comune di affrontare un discorso serio ; un piano integrato tra commercio, artigianato ed amministrazione comunale come fanno già in altri comuni”.

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