KME, ecco gli esiti dell’incontro tra il sindaco Bonini ed i sindacati

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I sindacati chiedono il coinvolgimento delle istituzioni nella vicenda KME e sugli sviluppi del futuro dello stabilimento di Fornaci. Questo il responso del confronto che ieri mattina si è svolto a Fornaci tra la RSU (rappresentanza sindacale unitaria) di KME ed il sindaco di Barga, Marco Bonini che sta seguendo con preoccupazione l’evolversi della situazione dopo l’avvio della vertenza da parte dei sindacati con la proclamazione di un primo pacchetto di 12 ore di sciopero. Bonini era accompagnato dall’assessore alle attività produttive Giampiero passini e dal consigliere comunale Lorenzo Tonini

Da parte dei sindacati l’invito alle istituzioni a prendere parte alle prossime iniziative organizzate dalla RSU a cominciare dallo sciopero che anche a Fornaci si terrà per 4 ore nella giornata del 23 marzo. Alla vigilia del nuovo confronto azienda sindacati che è previsto invece a Firenze per il giorno 24.

E’ stata chiesto al sindaco Bonini un sostegno alle proprie iniziative, come spiega Emilio Cecchini della RSU KME di Fornaci: “Fino ad ora il confronto si è svolto solo sul tavolo azienda-sindacati, ma visti tutti i cambiamenti di rotta a cui abbiamo assistito in questi mesi dove si è passato dall’idroponico, alla joint venture con il gruppo Gnutti, alla chiusura paventata del forno Asarco a Fornaci, a questo punto c’è bisogno che anche le istituzioni avviino un confronto con l’azienda per seguire di pari passo gli sviluppi di una situazione indubbiamente complicata”

Una richiesta pienamente accolta dal sindaco di Barga che ha riconosciuto l’importanza in questa fase di avviare anche un lavoro congiunto delle istituzioni di confronto a loro volta con la proprietà; proprietà con la quale è previsto un incontro la prossima settimana: “Chiederò anche – ha affermato Bonini – una nuova convocazione del tavole istituzionale”

Intanto il 23 marzo le prime quattro ore di sciopero in attesa del confronto del giorno successivo che sarà decisivo anche per capire se la protesta si farà o meno più incisiva. Tutto dipende, assicurano i sindacati, dalle risposte alle richieste presentate che vanno dagli ammortizzatori sociali, alle garanzie sulla riapertura del forno Asarco per finire ad un piano di investimenti sulla manutenzione dello stabilimento.

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