Mologno dice no alla chiusura del suo ufficio postale prevista per il prossimo 7 settembre, nell’ambito del piano di razionalizzazione presentato da Poste Italiane. Lo ha fatto stamattina con una protesta di tutta la popolazione che si è ritrovata dinanzi alla stazione di Barga – Gallicano, sede dell’ufficio.
“Mologno e San Pietro in Campo sono realtà in crescita, con una forte presenza però di popolazione anziana – è stato il commento di uno dei portavoce della protesta popolare – e togliere l’ufficio postale rappresenta per la nostra comunità un passo indietro per lo sviluppo ed il benessere della collettività. Non siamo disposti ad accettare passivamente questa decisione di Poste Italiane che ancora non abbiamo capito nella motivazione visto che questo è un ufficio attivo, dove sono presenti oltre 280 conti postali e che funge anche da valvola di sfogo per il già al collasso ufficio postale di Barga. Se Poste andrà avanti nella propria decisione ritireremo i nostri risparmi e faremo disdetta dei libretti postali spostando tutto in qualche istituto bancario”.
Questo il sentimento popolare con la richiesta alle istituzioni, presenti alla protesta con il sindaco Marco Bonini, diversi componenti della giunta e Francesca Tognarelli per l’opposizione, a bilanciare in qualche modo la decisione delle poste e, in caso di chiusura, a favorire l’apertura a Mologno di un bancomat o di uno sportello bancario per consentire comunque le operazioni bancarie e di risparmio della popolazione.
Certo è che i margini di manovra a questo punto sono ridotti anche perché il 7 settembre non è poi così lontano. Poste per il comune di Barga ha disposto insieme a Mologno anche la chiusura dell’ufficio di Castelvecchio Pascoli e la riduzione dell’apertura di Filecchio per un solo giorno alla settimana.
“Di fatto – è stato il commento del primo cittadino Marco Bonini – il comune più importante della Valle del Serchio si troverebbe a disporre dei soli due uffici di Barga e Fornaci e questo non è proprio accettabile. Si tratterebbe di una penalizzazione pesante per la comunità barghigiana che soprattutto nei piccoli centri in via di sviluppo come Castelvecchio e Mologno vede anche negli uffici postali un importante servizio per la popolazione”.
Il Comune ha recentemente scritto nuovamente alle direzioni nazionali, regionali e provinciali di Poste, ripresentando le 2000 firme raccolte nei mesi scorsi contro la chiusura; Poste in riposta ha convocato il sindaco a Firenze per il 31 agosto prossimo per un nuovo incontro. In questa settimana inoltre la Regione Toscana si incontrerà sul piano di razionalizzazione con la direzione centrale.
“Il fatto che Poste ci abbia convocato per il 31 – commenta il sindaco – ci fa ancora sperare in qualche sviluppo positivo. Certo è che la situazione appare difficile visto che Poste ha già apposto gli avvisi di chiusura dei nostri uffici ed ha già comunicato le disdette degli affitti. I margini di manovra paiono ridotti al minimo. Noi comunque non accetteremo passivamente queste chiusure, ma ribadiremo la nostra disponibilità a trovare un punto di incontro”.
La proposta del comune sarebbe quella di ridurre a soli tre giorni a settimana l’apertura sia di Mologno che di Castelvecchio Pascoli, di fatto realizzando di due un solo ufficio postale e di richiedere l’apertura ad almeno due giorni per Filecchio:
“Così facendo si otterrebbero comunque risparmi per Poste ma si consentirebbe alla popolazione di poter ancora disporre sul territorio dei propri uffici postali. Su questo insisteremo nell’incontro di Firenze, ma se le cose non dovessero mutare anche noi ci troveremo costretti ad assumere nei confronti di Poste iniziative come quelle annunciate dalla popolazione di Mologno.”
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