Chiusura uffici postali. I sindaci incontrano il Governatore Rossi

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Anche la Regione Toscana si mobiliterà per contrastare il piano di riorganizzazione di Poste Italiane riguardante la chiusura di 63 uffici postali e la riduzione delle giornate di apertura per altri 37 in tutta la Toscana. Stamattina a Firenze l’incontro con un centinaio di sindaci di tutta la Toscana ed il Governatore Enrico Rossi, alla presenza anche di UNNCEM e ANCI. Rossi ha condiviso le preoccupazioni e la vera e propria

Il piano di Poste è sicuramente una “mannaia” che si abbatte pesantemente sul collo della provincia di Lucca dove è prevista la chiusura definitiva degli uffici di Mologno; San Ginese; Lappato; Vorno; Castelvecchio Pascoli; Pieve di Compito; San Colombano; Valpromaro; Tereglio e la riduzione di orario per gli uffici di San Romano di Garfagnana; Sillano; Vagli Sotto; Filecchio; Matraia; Vinchiana.

Il comune di Barga è tra quelli più colpiti dal piano di Poste. Barga pagherebbe per tutta la Media Valle con due uffici e la riduzione di uno, e la Garfagnana. Tra i presenti all’incontro non a caso anche il sindaco Marco Bonini. Per Barga l’esecuzione del piano vorrebbe dire rimanere di fatto sul territorio con soli due uffici postali per una popolazione di oltre 10.000 abitanti.-

Al Governatore Rossi è stata espressa l’indignazione di tutti i sindaci che ancora una volta hanno dichiarato inaccettabile la decisione unilaterale di Poste che penalizza in particolare zone marginali, disagiate e montane.

 

“Non siamo disponibili a fare nessun tipo di sconto a Poste stavolta – ha detto in proposito il sindaco Bonini  – Per quanto riguarda il nostro territorio inizieremo adesso una raccolta di firme che inizierà proprio nei paesi di Castelvecchio, Mologno e Filecchio, per testimoniare la ferma opposizione al piano”.

Rossi intanto si è fatto carico di muoversi immediatamente, verso i rappresentanti regionali al governo, la conferenza stato-regione, il Governo stesso per chiedere con fermezza a Poste di ritirare il piano oggetto della protesta dei comuni e delle istituzioni.
Tra le iniziative decise nell’incontro quella di dare mandato a UNCEM e ANCI di creare un gruppo ristretto di sindaci che saranno indicati dalle due organizzazioni per seguire l’evolversi della situazione.

La questione intanto arriva anche in Parlamento. A Roma è stata presentata da 60 parlamentari PD una interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico. Lo annuncia una delle firmatarie, l’on. Raffaella Mariani:

“Stop al taglio degli uffici postali nelle aree svantaggiate: abbiamo chiesto al governo di intervenire per scongiurare possibili chiusure nei comuni più piccoli, che causerebbero gravi disagi ai cittadini. Poste Italiane spa – ricorda la parlamentare – garantisce l’espletamento del servizio universale sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, con impegni che riguardano anche adeguati orari d’apertura. Lo Stato versa inoltre alla società significativi contributi proprio per consentire agli uffici periferici di fornire i servizi essenziali”.

“A questo – continua Mariani – si aggiunge la posizione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che interpellata ha ricordato di aver introdotto con una delibera specifici divieti di chiusura degli uffici che servono le zone remote del Paese ritenendo prevalente, scrive il presidente Cardani, l’esigenza di garantire la fruizione del servizio ‘anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e alti costi di esercizio’. Al contrario il Piano di riorganizzazione di Poste prevedrebbe soppressioni e riduzioni di orario, che provocherebbero forti difficoltà alla popolazione, soprattutto anziana, seguendo una logica di guadagno a scapito delle esigenze della collettività. In questo quadro, le notizie che si stanno diffondendo non possono che destare preoccupazione e agitazione tra i cittadini”.

“Al ministro – conclude la parlamentare – abbiamo chiesto di lavorare per garantire il rispetto di quanto disposto dall’Autorità, di favorire la concertazione tra Poste e amministrazioni locali per evitare le prospettate chiusure e di intervenire per evitare che eventuali decisioni unilaterali della società provochino disagi agli utenti. Da parte nostra continueremo nel nostro impegno a fianco delle comunità locali che si sono riunite oggi a Firenze, con la Regione Toscana, Anci e Uncem, per chiedere di bloccare i tagli”.

 

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