Elezioni europee e amministrative in Italia. Un ritorno all’antica: si vota nei seggi e con le preferenze

-

Per i 492 milioni di cittadini dei 27 Stati dell’Unione Europea il prossimo 6 e 7 giugno sarà un fine settimana elettorale per eleggere i 785 deputati del Parlamento Europeo. In Italia, in questo election day, oltre che per eleggere i 72 membri del Parlamento Europeo, si voterà anche per le elezioni amministrative che interesseranno ben 4’000 comuni e 73 province ma non per il referendum elettorale che, invece, si terrà dopo due settimane (il 21 giugno) per volontà del governo Berlusconi. In questa tornata elettorale, anche in Italia, si voterà in contemporanea con gli altri Stati dell’Unione già al sabato dalle ore 15 alle 22 e la domenica dalle ore 7 alle 22, invece che nei tradizionali giorni della domenica e del lunedì. Purtroppo per i cittadini italiani residenti all’estero, sia per le elezioni europee che per quelle amministrative, non si applica la legge sul voto all’estero del 2001, che riguarda solo le elezioni politiche, quelle dei COMITES ed i referendum, e quindi non sarà possibile poter votare per corrispondenza. Pertanto gli elettori italiani che vivono fuori dai confini nazionali, in questa occasione, per esercitare il loro diritto di voto, saranno costretti a rientrare nei rispettivi comuni italiani di iscrizione all’anagrafe elettorale. Unica eccezione per i residenti nei Paesi dell’Unione Europea che per le elezioni del Parlamento Europeo possono esercitare due opzioni di voto in loco e cioè votare in seggi allestiti dai Consolati italiani per i candidati dei loro collegi di iscrizione in Italia, oppure votare per i candidati locali dei rispettivi Paesi europei di residenza. Un viaggio in Italia, obbligatorio per chi vive in Paesi extracomunitari, per esempio come la Svizzera, per poter votare per il Parlamento Europeo, e eventualmente per le amministrative. Un viaggio che, per tanti elettori emigrati anziani, è ormai sempre più faticoso da affrontare e psicologicamente anche difficile da giustificare visto che dal 2001 si sono abituati a votare comodamente per corrispondenza. Un viaggio, poi, ancor più difficile da giustificare, nonostante le facilitazioni economiche, da parte dei giovani elettori italiani di seconda e terza generazione interessati, in genere, più per la politica e le istituzioni locali che per quelle italiane.Pur tuttavia è certamente importante, anche per tutti coloro che vivono fuori dall’Italia, la partecipazione al voto del 6 e 7 giugno prossimi sia per il Parlamento Europeo che per le amministrazioni locali. Per il Parlamento Europeo perché, ormai, ogni anno che passa, esso assorbe sempre più le competenze legislative in materie che erano dei singoli Stati dell’Unione e che interessano tutti i cittadini anche quelli che vivono in Paesi
extracomunitari come la Svizzera. Per i Comuni e le Province perché molte delle questioni che interessano anche gli emigrati (per esempio l’ammontare dell’Imposta comunale sugli immobili, la viabilità, i Piani Regolatori) sono proprio di competenza delle amministrazioni locali.
Tralasciando un’indicazione di voto per le elezioni amministrative dove spesso sono in lizza delle liste civiche e dove gioca un ruolo importante, nell’espressione del voto, il rapporto di conoscenza familiare e/o di parentela con il singolo candidato, assume invece un’importanza politica notevole il voto per il Parlamento Europeo. In questa votazione ognuno è evidentemente libero di votare secondo le proprie idee. Quelle del sottoscritto sono ben note da quanti mi conoscono e mi leggono da anni ed anche in questa occasione non tradirò i miei ideali di socialista democratico e riformista ed esprimerò il mio voto a favore di chi, a mio avviso, potrà rappresentarli al meglio anche nel parlamento europeo augurandomi, ovviamente che gli stessi siano condivisi dalla stragrande maggioranza degli elettori italiani. In ogni caso, visto che in questa occasione si potranno scegliere i candidati esprimendo fino a due preferenze, quello che certamente non farò, ed auspico che nessuno faccia, indipendentemente dalla lista che verrà votata, è innanzitutto di rivotare quei deputati uscenti che già, in quest’ultima legislatura, si sono messi in mostra come “eurofannulloni”. Per coerenza, eviterò anche di scrivere nella scheda elettorale il nome di candidati che, si sa benissimo, non andranno mai a Bruxelles ricoprendo già ruoli importanti nel governo, nel parlamento e nelle Regioni italiane. Come pure eviterò di votare uno dei tanti candidati che i partiti hanno messo in lista per trovar loro una sistemazione dorata per la vecchiaia, oppure per cercare di allontanarli dall’agone politico romano. Infine eviterò di votare quelle candidate il cui unico merito è di essere molto note al pubblico televisivo, magari perché fisicamente appariscenti, ma senza alcuna esperienza politica alle spalle.
Tra i tanti candidati cercherò invece di dare la fiducia, ed altrettanto auspico che facciano gli altri elettori, a quei candidati, donne o uomini, che si sono fatti le ossa avendo già ricoperto degli incarichi politici in comuni, comunità montane, province e regioni, dimostrando serietà e competenza e diano, quantomeno, l’impressione di voler fare veramente i deputati nel Parlamento Europeo.

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.