A Sommocolonia il ricordo di Manrico Ducceschi

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BARGA – Una cerimonia ufficiale per ricordare il partigiano Manrico Ducceschi noto con il soprannome di Pippo a sessanta anni dalla sua tragica scomparsa.
Lunedì mattina una delegazione dell’Amministrazione comunale con il consigliere Pietro Onesti e il maggiore Vittorio Biondi, della Brigata Folgore, ha deposto una corona di alloro in ricordo del comandante Pippo, nome di battaglia assunto riferendosi ad uno pseudonimo usato da Giuseppe Mazzini (come ha recentemente confermato Carlo Gabrielli Rosi, suo seguace di quel tempo. L’appuntamento a Sommocolonia dove si trova il cippo che commemora il partigiano collocato accanto al monumento ai caduti dedicato anche al Tenente della Divisione Buffalo, John Fox, morto da eroe nella battaglia del 26 dicembre 1944 e insignito dal Presidente degli Stati Uniti della Medaglia d’Onore.
L’amministrazione Sereni ha voluto così ricordare la figura del partigiano Pippo morto tragicamente il 24 agosto del 1948. A questo proposito il sindaco di Barga, Umberto Sereni, ha anche inviato una lettera al presidente della Provincia, Stefano Baccelli, e al sindaco di Lucca, Mauro Favilla, con la proposta di decorare Manrico Ducceschi con una medaglia al valore in virtù proprio del suo apporto fondamentale alla Resistenza e alla liberazione di molte città, fra queste Barga.
Una figura infatti fondamentale per l’Italia. A metà del settembre 1943 costituì la prima “Brigata Rosselli” e, stabilito il quartier generale alle Tre Potenze, assorbì alcune formazioni minori del Pistoiese e della Lucchesia. Il 16 marzo 1944 la formazione assunse la denominazione ufficiale di “Esercito di Liberazione Nazionale – XI Zona Patrioti” con caratterizzazione dichiaratamente apartitica ed operante fra la Garfagnana, la valle del Serchio, la Valdinievole e la Montagna Pistoiese.
Durante la lotta di Resistenza la squadra entrò anche in contatto con quella di Silvano Fedi che agiva nei dintorni di Pistoia ed anche all’interno della città (mentre quella di Ducceschi agiva prevalentemente in montagna).
Una delle operazioni principali della formazione fu l’intercettazione al Passo dell’Abetone del Contrammiraglio giapponese Toyo Mitunobu che permise di raccogliere documenti importanti per le successive operazioni belliche degli Alleati nel Pacifico.
Grazie agli ottimi rapporti mantenuti con gli Alleati, tramite agenti dell’OSS paracadutati, la formazione poté ricevere alcuni rifornimenti con aviolanci. Dopo l’arrivo degli Alleati della V Armata, dall’ottobre 1944, la formazione, inquadrata in forma di reparto regolare ed organico, sarà denominata “Battaglione Autonomo Patrioti Italiani Pippo”, e con divise ed equipaggiamento americano, fu deatinata al controllo di ben 40 chilometri di fronte, in corrispondenza della “Linea Gotica”, dalla Garfagnana all’Appennino Pistoiese, contrastando valorosamente le forze tedesche ed alcuni contingenti delle Divisioni “Italia”, “San Marco” e “Monterosa” della RSI.
Dopo lo sfondamento della “Linea Gotica”, la formazione affiancò le truppe Alleate nell’avanzata e con esse, spesso precedendole, partecipò alla liberazione di Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Lodi, entrando quindi in Milano e arrivando fino al confine svizzero. Rientrata trionfalmente in Toscana, il 6 di giugno del 1945, all’Abetone, alla presenza di ufficiali alleati, la formazione fu infine sciolta con l’onore delle armi.

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